L'Alessandrino
di Igor Festari
|
INTRODUZIONE GENERALE
|
La provincia di Alessandria è situata allestremo vertice sudorientale della
regione Piemonte. Il territorio provinciale può essere suddiviso in fasce ecologiche e paesaggistiche
sensibilmente distinte (cartina 1). La prima e più estesa delle porzioni considerate
comprende linsieme delle aree planiziali che riflettono la tipologia del tipico
ambiente fluviale padano: greti sassosi e nudi a forte insolazione diretta, prato arido
xerofilo con vegetazione erbacea ed arbustiva, il bosco ripariale a saliconi ed ontano
nelle zone più umide, a pioppo e rovere su terreno sabbioso drenato. A queste tipologie
si aggiunge la fascia agricola che cinge inesorabilmente le aree a stuttura naturale.
La seconda fascia ambientale che si incontra è quella collinare.
NellAlessandrino è facile riconscere 4 aree collinari distinte: il Monferrato
dominato da vegetazione boschiva mesofila, oggi degradata dallintervento umano e
dallagricoltura intensiva perdendo gran parte del suo interesse naturalistico,
lAcquese-Basse Langhe che sfoggia un maggior numero di ambienti naturali (pinete,
boschi termofili di roverella, boschi mesofili di querce, pioppi, tigli), ma altrettanto
pesantemente influenzati dallintervento umano, e le aree montane della Val Borbera,
Curone e Lemme-Piota.
|
|
Questultima fascia ecologica a impronta termofila (boschi di roverella,
xerobrometi) è quella più interessante dal punto di vista naturalistico: il piano
montano inizia nelle aree più esposte allinsolazione, a circa 800-1000 m di
altitudine, con la sostituzione del castagneto a favore del bosco misto a prevalenza di
faggio. Sono piuttosto comuni i rimboschimenti di conifere. Le due zone montane
differiscono nella composizione del substrato geologico (ofioliti e rocce ferromagnesiache
nel PN Capanne di Marcarolo, rocce calcaree marnose nellAlta Val Borbera-Curone) e
di conseguenza differiscono in varietà di vegetazione. Questa diversità è favorita
anche da una ineguale distribuzione stagionale del clima: estate arida e autunno
primavera piovosi nella prima zona, estate moderatamente umida e minor piovosità
primaverile nella seconda zona.
Tutto ciò influisce sulla diversità dellornitofauna: le specie registrate in
provincia di Alessandria sono 255, a testimonianza dellincontro di un area ad
influenza mediterranea con quella continentale.
cliccando sulle cartine si ottiene un'immagine più grande
|
|
|
DESCRIZIONE DEI SITI
Sito A: Confluenza Po-Sesia
|
La confluenza del fiume Sesia nel Po e il tratto di fiume Po compreso tra i paesi di
Frassineto e Valmacca, costituisce una eccezionale attrattiva per migliaia di uccelli
migratori, soprattutto anatidi. Fra le altre specie più interessanti, Spatola (P
leucorodia), Airone guardabuoi (B ibis), Airone bianco maggiore (E alba), Occhione (B
oedicnemus), Pellicano (P onocratulus), oltre che ad oche, limicoli e rapaci (Falco
pescatore e Aquila anatraia maggiore).
Alcuni tra i principali punti di osservazione si trovano in località Torre
dIsola, che si raggiunge attraversando il paese di Valmacca (tenere sempre la
destra). Il primo itinerario (sito A1) porta, scendendo a destra del grande
albero che troneggia alla fine della strada, al greto del fiume. E qui possibile
procedere sul greto del fiume a piedi se il livello dellacqua lo consente, dove è
possibile osservare grandi stormi di anatre (Germani reali e Alzavole), Cormorani (P
carbo), Aironi bianchi maggiori, Totani moro (T ochropus) e Pantane (T nebularia),
Piropiro, e Corrieri.
|
|
Il secondo itinerario (sito A2) prevede di lasciare le case di Torre dIsola
(ripercorrendo la strada verso Valmacca) e di svoltare a destra alla prima deviazione:
questa consente di attraversare largine (dove vige un divieto di transito) e di
inoltrarsi tra le piantagioni di pioppo. Percorrendo attentamente la stradicciola piena di
buche si arriva in vista del fiume e in seguito ad una lanca riparata frequentata da
anatre di superficie e piu occasionalmente da oche e cigni, Gallinelle dacqua
(G chloropus), Folaghe (F atra) e da molte Nutrie.
Il terzo itinerario (sito A3) parte dalla piazza del municipio del paese di Frassineto
Po da dove la strada procede verso il fiume Po (tenere sempre la strada centrale nei due
successivi trivi che si incontrano) fino a quando finisce lasfalto e si precede su
tratturo. Si supera quindi largine e si giunge in vista del Po che viene costeggiato
per un lungo tratto (circa 500 m), prima della confluenza vera e propria con il Sesia.
Poco oltre si vede un edificio costruito sullargine dove si può lasciare la
macchina. Da qui si procede a piedi fin sul greto da cui si ha una panoramica su tutta
larea. Osservabili molte specie rare, soprattutto in inverno e durante i passi:
Strolaga mezzana (G arctica) e minore (G stellata), Svasso collorosso (P grisegena),
Spatola (P leucorodia), Gru (G grus), Cicogna nera (C nigra), Pesciaiola (M albellus),
Fistione turco (N rufina), Moretta codona (C hyemalis), Falco pescatore (P haliaetus),
Smeriglio (F columbarius) mignattini e sternidae.
|
|
Sito B: Torrente Scrivia di Villavernia
|
E questo il tratto di torrente più caratteristico e incontaminato della bassa valle Scrivia, ove si possono osservare tutti gli habitat ecologicamente più interessanti
delle aree fluviali termofile: cespuglieti ripariali di saliconi e ontani, boschi su
terreno sabbioso di querce e pioppi, ampie porzioni di prato xerico con influenza
submediterranea fino allampio greto sassoso dello Scrivia. Risulta pertanto uno dei
siti più importanti del Piemonte dove cercare specie caratteristiche degli ambienti aridi
mediterranei, come il Calandro (A campestris), Calandrella (C brachydactila), Gruccione (M
apiastris), Succiacapre (C europeus) etc.
Lunico modo di accedere allarea è di percorrere la grande strada statale
della valle Scrivia che unisce la città di Tortona ai centri abitati di Serravalle ed
Arquata S. Circa a metà strada del tratto compreso tra Villavernia e Cassano, svoltare a
destra in corrispondenza di un piccolo agglomerato di case segnalato come "Cascina
Guacciorna". Una stradicciola secondaria diviene poi un tratturo inghiaiato che porta
fino ad un grande prato sempre sfalciato, usato come campo di addestramento cani. E
questa la zona esatta dove vengono periodicamente effettuate le catture e gli
inanellamenti a cura del Gruppo Guardie Venatorie della Provincia di Alessandria.
|
|
Il prato cespugliato (sito B1) dietro il capanno di lamiera è un ottimo posto
per osservare il Succiacapre alla sera. Normalmente vi sono diversi cantori a partire da
giugno-luglio. I cespugli e i boschetti circostanti attirano numerosi passeriformi
migratori: Canapino (H. polyglotta), Canapino maggiore (H icterina), Sterpazzolina (S
cantillans), la rara Bigia grossa (S hortensis), Averla capirossa (L senator) Luì grosso
(P trochilus) e molte altre ancora. Il campo addestramento cani attira in aprile-maggio
Upupe (U epops), rapaci in cerca di termiche (Pecchiaiolo, Falco pescatore)
linteressante Falco cuculo (F vespertinus), e Quaglie (C coturnix).
Lassolato greto del torrente di fronte a (sito B2) è il miglior punto per
osservare i voli dei Gruccioni, le coppie di Calandrella, Calandro e Cutrettola (M flava)
e lavifauna migratrice (Airone bianco maggiore, Nibbio bruno, Croccolone, Pispola
golarossa, Monachella, etc etc). Percorrendo la stradicciola verso Nord si incontra un
vero mosaico di ambienti con prati naturali ricchi di Orchidee spontanee e boschi di
roverelle ricchi di fauna silvana (Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Rampichino,
Lodolaio, Pecchiaiolo). Tra i migratori inanellati si segnalano 2 Luì piccolo
"tristis" (P collybita tristis) e 1 Luì forestiero (P inornatus).
E possibile visitare questarea utilizzando i numerosi sentieri che partono
da bordo strada (sito B3).
Infine lultima attrattiva ornitologica è la presenza da alcuni anni di una
garzaia di Aironi cenerini e Garzette situata in un boschetto (sito B4) poco distante
dalla strada. Si raccomanda di non addentrarsi tra i nidi per arrecare disturbo e per non
essere bersagliati di guano e rigetti puzzolenti.
|
|
Sito C: Media-bassa Val Borbera: Strette di Pertuso e Valletta del rio Dorzegna
|
Questo tratto di fiume costituisce uno degli scorci paesaggistici più attraenti
dellintera provincia di Alessandria. Gran parte dellarea è caratterizzata
dallalternarsi di affioramenti rocciosi e splendidi boschi misti termofili. Gli
uccelli che maggiormente riassumono il fascino della vale sono la rarissima Rondine
rossiccia (Hirundo daurica) e la schiva Balia dal collare (Ficedula albicollis).
Le strette di Pertuso sono raggiungibili dai paesi di Vignole Borbera e Serravalle
Scrivia. Da qui si giunge a Borghetto B e agli abitati di Ratti e Persi.
La strada continua attraversando le gole del torrente incassato in profondo meandri
rocciosi, fino a Pertuso.
I migliori punti di osservazione si trovano lungo la strada Persi-Pertuso in
corrispodenza dei ponti che scavalcano le vallette secondarie, da dove è possibile
scrutare le irregolari creste boscate o rocciose (sito C1) in cerca di rapaci in volo:
Pecchiaiolo (P apivorus), Poiana (B buteo), Gheppio (F tinnunculus) e Sparviere (A nisus)
che sono nidificanti, mentre Astore (A gentilis), Biancone (C gallicus), Aquila reale (A
chrysaetos) e Pellegrino (F peregrinus) sono più rari ma regolari. Una visita in
maggio-giugno è dobbligo per la rara Rondine rossiccia che nidifica sotto i ponti e
manufatti di cemento lungo la strada principale. I primi casi di nidificazione accertata
risalgono al 1980-84, ma presenze estive sono state segnalate fino al 1994.
|
|
Dalle piazzole e slarghi lungo la strada è possibile tenere docchio anche il
greto del torrente (sito C2) frequentato durante linverno, dal Merlo acquaiolo
(C cinclus meridionalis) e dalla Ballerina gialla (M cinerea). Dopo Pertuso, nei pressi di
Liveto, il greto assume una maggiore ampiezza: pochi cespugli e ampi ghiaieti attirano in
primavera Pispole (A pratensis), Spioncelli (A spinoletta), Ballerine, Zigoli muciatti
(E cia) e altri migratori.
Infine sono possibili altri due brevi intinerari escursionistici di un certo interesse
naturalistico: nei pressi di una vecchia casa cantoniera ora trasformata in birreria
scozzese si può arrivare a Rivarossa (sito C3), paesino abbandonato circondato da estesi
castagneti. Sono assicurate osservazioni di uccelli silvani come il Picchio muratore (S
europea), Allocco (S aluco) e rapaci diurni. E inoltre possibile risalire per un
breve tratto il rio di Avi (sito C4) sulla sponda orografica sinistra, per completare le
osservazioni della avifauna termofila e se fortunati, sentire allimbrunire il
richiamo del Gufo reale, specie data per estinta dal 1970, ma che sembra aver fatto
ritorno su queste montagne solo recentemente.
La valletta del rio Dorzegna (non illustrata in cartina) è completamente ricoperta di
grandi castagneti un tempo piantati per frutto ma ora completamente naturalizzati. La
mancanza di taglio regolare ha reso possibile la presenza di alberi centenari contorti e
ricchi di anfratti e buchi, siti prediletti per la nidificazione della Balia dal collare.
La Balia è presente in questarea con la sola popolazione nidificante regolare in
tutto il Piemonte, popolazione che ammonta a diverse decine di coppie. La valletta è
raggiungibile da Arquata attraversando il torrente Scrivia e poi alla località Varinella
dove si imbocca la strada per Grondona. Dopo labitato la strada si biforca:
svoltando a sinistra si raggiunge in circa 15 minuti, San Martino di Roccaforte. Poco
prima dellabitato si incontra una piazzola dove è possibile parcheggiare. Da qui si
può entrare nel castagneto seguendo uno dei comodi sentieri che scendono verso valle in
cerca della Balia dal collare.
|
|
Sito D: Alta Val Borbera e Curone
|
Il complesso montuoso che divide le testate delle valli Curone e Borbera annovera
alcune tra le vette più alte dellAppennino alessandrino (M Ebro e M Chiappo, 1700
m). Larea in questione possiede caratteristiche ecologiche ed ambientali assai varie
che sostengono un ampia biodiversità vegetale e zoologica.
Le grandi estensioni di conifere da rimboschimento che crescono nei pressi di Bruggi e
lungo la strada carrabile che da Salogni conduce al colle di Crenna (sito D1) ospitano Cincia
mora (P ater), Ciuffolotto (P pyrrhula), Regolo (R regolus), Sparviere e Poiana. Astore (A
gentilis), Picchio rosso maggiore (D major) e la Tordela (T viscivorus) frequentano le
zone di transione con il bosco di caducifoglie e sono più localizzati.
Presso le stalle di Salogni nei pressi di un abbeveratorio in cemento parte un sentiero
escursionistico alternativo che conduce in meno di 30 minuti al rifugio Orsi (D2), del CAI
di Tortona. Il cammino si snoda quasi senza dislivello attraverso estese faggete pure che
ospitano però un limitato numero di animali, ma alcune soste presso le radure boschive in
prossimità del rifugio possono valere Picchio muratore, Picchio rosso maggiore,
Rampichino, Tordo bottaccio (T philomelos), Luì verde (P sibilatrix), Cincia bigia (P
palustris) e altre specie forestali. Continuando il sentiero oltre il rifugio si arriva
alla testata della valle al Colle Bocca di Crenna (1553 m, D3) dove termina la
carreggiabile asfaltata. Qui si può prendere uno dei due sentieri che partono per le
rispettive creste dei due monti. Questa è la zona nominata dai pascoli subalpini,
frequentati dal Gheppio in caccia, e dal Culbianco, Averla piccola (L collurio), Ballerina
bianca, Allodola, mentre Quaglia, Aquila reale e Piviere tortolino sono rari ma ugualmente
regolari. Le aree più cespugliate con prevalenza a sorbi e ginestrelle ospitano Passera
scopaiola (P modularis) e Bigiarella (S curruca), entrambi possibili nidificanti,
Prispolone, Zigolo giallo, Ortolano. Questi ambienti diventano più comuni spingendosi
verso Capanne di Casola.
|
|
Infine consiglio di soffermarsi a scrutare i tetti dei pittoreschi paesini montani,
Bruggi e Salogni, usati come posatoi da Ballerina gialla e bianca, Codirosso europeo e
spazzacamino, Verzellino.
Labitato di Salogni (punto di partenza per tutti gli itinerari descritti) si
raggiunge percorrendo la Val Curone avendo laccortezza di svoltare a sinistra
seguendo le indicazioni per il paesino di Montecapraro. Attenzione salendo agli ambienti
termofili che ospitano Ortolano, Strillozzo, Falco pecchiaiolo, Tottavilla, Canapino.
|
|
Sito E: Parco Naturale Capanne di Marcarolo
|
Il comprensorio geo-morfologico chiamato complesso montano di Voltri, costituito in
prevalenza da rocce ferro-magnesiache chiamate ofioliti o serpentini, occupa gran parte
dellAppennino Ligure centrale (Massiccio del M Beguia); esso raggiunge però il suo
limite settentrionale lungo i versanti della valli Gorzente, Lemme e Piota in provincia di
Alessandria.
La peculiarità del substrato geologico induce la crescita di una vegatazione
specializzata (serpentinofila) costituita da specie rare e localizzati endemismi. Tutta
larea del Parco è inoltre di grande importanza naturalistica anche perché
scarsamente antropizzata.
Vista limpossibilità di trattare per esteso larea, un nostro ipotetico
breve itinerario parte dal paese di Voltaggio che è raggiungibile sia dalla Valle Scrivia
(da Gavi Carrosio o da Borgo Fornari) che da Genova, attraverso la Bocchetta di Voltaggio
e la valle Lemme.
Le aree rurali attorno al paese, attirano molte specie interessanti che durante i passi
migratori, sfruttano le valli appenniniche come corridoi tra la Val Padana e la costa
tirrenica. Durante gli ultimi decenni del secolo XIX il naturalista Camusso ha catturato
qui specie rarissime per la provincia di Alessandria e per lintero Piemonte, come
Chiurlottello (!!), Gabbiano corallino, Passera lagia, Organetto, Ciuffolotto scarlatto,
Ortolano grigio, Calandro maggiore, Bigia padovana, Storno roseo, Magnanina sarda, Gufo
reale, Nibbio reale, Coturnice, Nocciolaia.
Dal paese di Voltaggio si raggiunge la valle Gorzente (a ovest) percorrendo la strada
che costeggia il rio Morsone seguendo attentamente le indicazioni per Capanne di
Marcarolo, fino a incrociare la strada che viene da Bosio in corrispondenza di una grande
cappella votiva chiamata "Santuario degli eremiti".
|
|
Da qui parte un sentiero
roccioso che in circa 1 h conduce sulla cima del monte Tobbio, una delle maggiori vette
del Parco (m 1082). Lambiente dominato da scarsi prati, radi rimboschimenti di pino
nero e affioramente rocciosi ospita Calandro (A campestris), Tottavilla (L arborea),
Allodola (A arvensis), Gheppio (F tinnunculus), Falco pecchiaiolo (P apivorus), Biancone
(C gallicus) che nidifica nel Parco con 4 coppie, Cincia dal ciuffo (P cristatus),
Codirossone (M saxatilis), Culbianco (O oenanthe), Prispolone (A trivialis) e solo in
inverno, Sordone (P collurio) e Picchio muraiolo (T muraria).
Ritornati al paese di Voltaggio si procede verso Sud, lungo la val di Lemme, verso il
passo della Bocchetta, passando per Molini di Franconalto. Giunti al passo si posteggia e
si procede a piedi risalendo la mulattiera pavimentata in pietra che parte a destra
guardando verso il mare. Questa escursione è piuttosto lunga (3 h) e permette di arrivare
alla cima del Monte Figne (1172 m) che è il picco più alto dellintero Parco.
Si sale dopo aver raggiunto il ripetitore del M Leco, si svolta a sinistra e dopo aver
percorso un sentiero a mezza costa (Zigolo muciatto, Sparviere, Ciuffolotto), e si
continua tenendo la sinistra fino ad un nuovo bivio in vista del Monte Taccone, e
procedendo verso destra, si attraversa il pendio roccioso rivolto a settentrione. Si
giunge così ad una zona prativa che sale dolcemente fino alla cima del Monte Figne.
Lambiente di prateria montana rocciosa può richiamare rapaci in caccia
(Biancone, Aquila reale, Pecchiaiolo), Passeriformi (Monachella, Passero solitario,
Codirossone, Allodola, Tottavilla, Calandro) ed migratori come linconsueto Piviere
tortolino (C morinellus).
|
Bibliografia e letture consigliate
- Boano, Mingozzi, Pulcher: Atlante degli uccelli nidificanti in Piemonte Val
dAosta Monografia VIII Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino 1988.
- Camusso: Gli uccelli del basso Piemonte Fratelli Dumolard editori, Milano 1887
- Silvano: Elenco degli uccelli della valle Scrivia (Alessandria) RIO 44:
165-192, 1974.
- Silvano: Segnalazioni di specie rare in provincia di Alessandria Uccelli
dItalia 2: 234,1977
- Silvano: Aggiornamento allelenco degli uccelli della valle Scrivia
(Alessandria, Piemonte) RIO 55: 99-102, 1985.
- Silvano, Carrega, Calissano, Montessoro, Piella: Contributo alla conoscenza
degli aspetti naturalistici del territorio comunale di Stazzano Museo Civico di
Storia Naturale di Stazzano, AL. Il Naturalista I, 1, 1988.
|
|