Quaderni di birdwatching | Anno II - vol. 4 - ottobre 2000 |
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Al contrario lAverla maggiore, che ha una distribuzione vastissima (non stiamo qui a sottilizzare tra la forma settentrionale e la meridionale) è un migratore parziale. Se appena può, si ferma per tutto linverno nelle zone dove nidifica, rimanendovi residente. Solo quelle che occupano le parti più settentrionali dellareale sono costrette a sloggiare quando viene linverno. Nidifica in tutta la fascia nord dellEuropa, paesi scandinavi compresi e, in un arco che passa dalla Polonia e la Germania, attraversa i Paesi Bassi e arriva in Francia (lAverla maggiore settentrionale), per poi occupare la penisola iberica e passare nel nordafrica (lAverla maggiore meridionale). La sua distribuzione presenta un gran buco vuoto in corrispondenza dei paesi del Mediterraneo centrale e in Italia non nidifica. Solo in inverno, nel suo spostamento verso sud, valica le Alpi ed è allora possibile osservarla in Italia, specialmente nella pianura padana. Qualcuna si è fatta vedere già a meta ottobre, ma normalmente non arrivano prima di novembre. Quelle che giungono da noi dovrebbero venire dallEuropa centrale e dalla Germania (e quindi trattarsi di Averla maggiore settentrionale) seguendo una direzione di migrazione verso sud-ovest. Tra febbraio e marzo se ne sono già ripartite. |
Ecco perché, almeno se si resta in Italia, la data di osservazione è quasi tutto quello che serve per identificare la specie. Tra i periodi di presenza della Averla maggiore e della Averla cenerina non cè sovrapposizione: la prima è solo svernante, la seconda solo estiva. Questa è la semplice regola e, se si ha il sospetto di avere trovato uneccezione, si deve essere consci di essere incappati in una osservazione notevole, degna di essere segnalata. Per essere pronti in ogni caso, sia che siamo in Italia, nel qual caso una delle due sarà certamente in ritardo o in anticipo rispetto ai tempi canonici di migrazione, sia che ci troviamo in viaggio da qualche parte dove è normale trovarle entrambe, bisogna comunque essere in grado di confermare lidentificazione sulla base dei dati osservativi. Entriamo dunque nei dettagli. |
Per prima cosa, come capire che si tratta di unaverla e, tra le averle, proprio di una delle nostre due? Accidenti, qui è persino difficile dare delle indicazioni, tanto sono caratteristiche le averle e il loro modo di comportarsi. Tutte le specie sono in genere molto appariscenti, se ne stanno posate in bella mostra in cima a cespugli, piccoli alberi, pali, o sui fili della luce, da dove si slanciano per fulminei attacchi verso le possibili prede, per poi tornarsene sul posatoio. Solitarie, frequentano la campagna aperta, ricca di cespugli Non sono gli unici passeriformi ad avere queste abitudini, ma si distinguono per la loro taglia media (lAverla maggiore è grossa come un Merlo), la postura verticale, la testa massiccia con un becco robusto, la coda lunga con le timoniere laterali bianche (cioè le penne esterne della coda) e tutte le parti inferiori tutte bianche, fino alla gola. Questo bianco immacolato le rende molto evidenti anche a grande distanza: viste di fronte, a volte sembrano delle palle di neve sui rami. Illuminante questo aneddoto (pura verità, lo giuro): un mio caro amico e bravo birdwatcher una volta ha "chiamato" unAverla maggiore a qualche centinaio di metri da noi; una volta avvicinatisi questa si è rivelata nientaltro che un palla da tennis infilzata su di un rametto. Dovrebbe rendere bene lidea di come appaiono un po tutte le averle da un certa distanza, non solo la maggiore. Tra le averle (quattro sono le specie possibili in Italia, cinque se si considera la rarissima Averla isabellina) lAverla maggiore e lAverla cenerina sono le uniche di colore bianco, nero e grigio, senza parti brune o rossastre. LAverla piccola ha le ali e il dorso bruni-rossastri (il nome inglese di Red-backed Shrike, cioè dorsorosso, rende bene lidea) e lAverla capirossa .. beh cè bisogno di dirlo? Le nostre due, invece, hanno ali nere con una evidente macchia bianca, la testa e il dorso grigi, la gola il petto e il ventre bianchi e la "faccia" attraversata da un evidente mascherina nera.
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Bene, allora, abbiamo davanti una averla bianca e nera che è una maggiore o una cenerina. A questo punto che cosa bisogna osservare? Tutte le guide da campo attirano la nostra attenzione sulla mascherina facciale, che è stretta nella Averla maggiore e più larga nella Averla cenerina, con una ampia fascia nera anche sopra la fronte. Già nelle femmine, però, questa fascia è meno larga e marcata, ma negli individui al primo inverno manca del tutto, e perciò possono diventare superficialmente simili allAverla maggiore. Nemmeno il colore del petto è un carattere affidabile al 100%: nel maschio della cenerina è certamente soffuso di un bel rosa, ma nelle femmine è più grigiastro e una delle sottospecie/specie di Averla maggiore presenta anche lei una sfumatura color vino. Quanto alle dimensioni alla forma, la cenerina è un po più piccola della maggiore (circa un 20% in meno) e ha una postura più eretta, con la coda più corta. Anche la forma del becco è diversa, grande e adunco nella Averla maggiore, direi quasi da rapace, nellAverla cenerina e più corto e tozzo, fino a conferirle, sotto certi angoli, un profilo che richiama quello del Ciuffolotto. Ma senza il confronto diretto, tutto questo non è decisivo.
Il sopracciglio bianco, che decorre sopra la mascherina nera, non è mai presente nella cenerina, mentre lo è quasi sempre nella maggiore. Quasi, purtroppo. Infatti in alcune popolazioni di Averla maggiore (ad esempio in nordafrica) è assente o assai ridotto, fino a non essere in pratica visibile. Anche la dimensione della macchia bianca sulle ali, che di solito è più grande nella cenerina, trova il suo controesempio nelle Averle maggiori dellEuropa dellest, che lhanno grandissima. Nessuno di questi caratteri, di per sé, è quindi decisivo. Non basta mai averne notato uno per decidere lidentificazione, è sempre necessario che tutta una serie di caratteri converga verso lidentificazione finale. Tutto questo lo dico non per il piacere di confondere le idee, ma per dimostrare come anche con i caratteri che sulle guide da campo vengono dati per "sicuri" bisogna sempre andarci cauti, almeno in un caso come queste due specie. Le differenze che fanno la differenza richiedono una osservazione più attenta. Un carattere più sicuro sono le scapolari bianche, cioè le penne al contorno dellala, le "spalline", che nellAverla maggiore posata formano una evidente striscia chiara che delimita le ali nere dal dorso grigio. Entrambe le specie hanno i lati della coda bianchi. Ma, mentre nella maggiore il bianco si allarga verso la punta della coda, in modo da creare limpressione di una coda con le estremità bianche, nella cenerina si allarga piuttosto verso la base, a formare due macchie basali bianche, come nel maschio dellAverla piccola. Cè comunque un carattere finale che dirime la questione e che è facilmente osservabile, almeno con un telescopio e in queste specie che tendono a starsene ferme bene in vista per lunghi periodi. La forma delle ali è profondamente diversa: molto lunghe e appuntite nellAverla cenerina, che è un migratore e lungo raggio, più corte e arrotondate nella maggiore che, invece, migra su distanze brevi. La differenza è tale che dovrebbe essere percepita anche negli individui in volo, ma è riconoscibile in modo chiaro quando stanno posati, osservando la cosiddetta "proiezione delle primarie". Quando lala di un uccello è chiusa, in condizioni di riposo, la penne del volo più lunghe, dette primarie, vengono in fuori verso la coda e sporgono dalle altre penne delle ali. Di queste, le secondarie di solito sono coperte e non si vedono, quelle che si vedono sono le terziarie; ciò che viene definita proiezione delle primarie è quella parte delle penne primarie che, nellala chiusa, sporge oltre le terziarie, separata da un netto gradino, a formare una specie di prolunga. Unocchiata alle figure rende il tutto più comprensibile di dieci pagine scritte. Bene: nellAverla cenerina la proiezione delle primarie è lunga, almeno una volta e mezzo la lunghezza delle terziarie, mentre lAverla maggiore ha la proiezione delle primarie corta, che non supera i tre quarti delle terziarie. Una differenza molto accentuata che, come ripeto, è facile da osservare quando si sa cosa guardare. |
AVERLA CENERINA | AVERLA MAGGIORE | |
maschera facciale |
ampia sulla fronte negli adulti; nel primo inverno come per lAverla maggiore |
non copre mai la fronte |
sopracciglio | assente | bianco, quasi sempre presente |
scapolari | grigie come il mantello | bianche |
proiezione delle primarie | lunga | corta |
coda | molto bianco alla base | molto bianco allestremità |
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