Quaderni di birdwatching | Anno II - vol. 4 - ottobre 2000 |
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a maggior parte dei birdwatchers, di norma, non considera le Oche problematiche dal punto di vista del riconoscimento sul campo. Si tratta, infatti, di uccelli di grandi dimensioni e, per questo, piuttosto evidenti e facili da identificare. Esiste però, come in tutte le cose, uneccezione alla regola; in questo caso è rappresentata dalle Oche del gruppo "fabalis - serrirostris - brachyrhynchus", altresì chiamate, traducendo letteralmente dallinglese, Oche "dei fagioli" (nome derivato dalla tipica predilezione, durante il periodo invernale, per i campi di ortaggi o stoppie). Tali Oche, infatti, oltre ad essere poco conosciute dal punto di vista tassonomico, costituiscono un classico gruppo di "specie problematiche" per quanto riguarda la distinzione specifica; leffettiva difficoltà di riconoscimento è stata, inoltre, la principale causa dellestrema scarsità di dati raccolti circa la loro distribuzione ed il reale status, in Europa ed, in particolare, in Italia. Con le seguenti note intendo trattare, brevemente ma in termini esaustivi, tutti i principali aspetti inerenti la tassonomia (ancora poco conosciuta e piuttosto controversa), la distribuzione, la fenologia e lidentificazione di questi interessanti e troppo sottovalutati anseriformi.
La scienza tradizionale considera il gruppo delle Oche "dei fagioli" ("Bean Geese") costituito da 2 sole specie: lOca zamperosee (Anser brachyrhynchus), monotipica, e lOca granaiola (Anser fabalis). Questultima viene, da sempre, suddivisa in 2 gruppi sottospecifici (a seconda della morfologia, delletologia e delle preferenze ecologiche), per un totale di 5 razze: le oche granaiole della taiga, A. f. fabalis, A. f. johanseni e A. f. middendorffii e le oche granaiole della tundra, A. f. serrirostris e A. f. rossicus. A questo proposito, è interessante notare che esistono diverse teorie circa lo status e la sistemazione tassonomica dei due gruppi di Oche granaiole:
Mentre la maggioranza degli autori, come già accennato, concorda nel ritenere ancora valida questultima ipotesi, Huyskens, van Impe e van den Bergh, oltre che Sangster e Oreel (1996), hanno recentemente suggerito di mantenere separate in 2 specie monotipiche le forme esistenti: lOca granaiola della taiga (A. fabalis) e lOca granaiola della tundra (A. serrirostris). Questa decisione, motivata dallormai certa inesistenza di fatidiche popolazioni intermedie e dallesistenza di notevoli differenze morfologiche e comportamentali, implicherebbe un maggiore stimolo nei confronti della conoscenza e della conservazione di questi taxa. Nellambito di questo articolo, le due summenzionate forme verranno considerate distinte almeno dal punto di vista dellaspetto esteriore (senza preoccuparsi ulteriormente della loro reale posizione tassonomica); per questo motivo, verranno trattate separatamente ed allo stesso livello dellOca zamperosee.
LOca zamperosee possiede areali assai ristretti. In epoca riproduttiva la si ritrova solo in Groenlandia centro-orientale, Is. Spitsbergen ed Islanda, dove frequenta la tundra artica; durante lo svernamento frequenta regolarmente solo le Isole Britanniche (Inghilterra, Irlanda ed alcune isole minori) e le coste del Mare del Nord (Olanda, Danimarca e Germania settentrionale). Risulta, inoltre, rara nel nord della Francia e Belgio, ed occasionale (da irregolare ad accidentale) nel resto dEuropa (a sud fino alle Isole Canarie, alla Spagna, allItalia e alla Romania). LOca granaiola della taiga nidifica nella fascia di foresta boreale di conifere, dalla Scandinavia allest dellAsia attraverso la Siberia centro-settentrionale. Nel Paleartico occidentale sverna regolarmente solo in Europa, con le maggiori concentrazioni presenti nella Svezia meridionale e le coste del Mar Baltico, dalla Polonia alla Danimarca. Raggiunge raramente anche lInghilterra meridionale ed il nord della Francia. LOca granaiola della tundra frequenta, durante la breve estate artica, lestremo nord dellEurasia, dalla penisola di Kanin al Mare di Bering. La maggioranza dei migratori del Paleartico occidentale (passanti per la Russia europea) sverna in prevalenza nella piana austro-ungherese e nellEuropa orientale. Al contrario, le popolazioni più nord-occidentali (dopo aver raggiunto le aree di concentrazione dellex-Germania dellest) si sparpagliano maggiormente nel resto del continente, dai Paesi-Bassi, Francia e Spagna ad ovest, fino allItalia e Pannonia ad est. Questa forma risulta occasionale anche nelle Isole Britanniche e, a sud, sino al Nord Africa.
Per lItalia vengono comunemente accettate 6 segnalazioni di Oca zamperosee, cinque delle quali effettuate nel XX secolo e comprese tra il 1971 ed il 1990. Tutti i casi accertati di presenza si riferiscono ad esemplari catturati (5) o osservati (1) durante i mesi invernali (da novembre a febbraio). E probabile che questi individui siano giunti nel nostro paese per "over-shooting" ossia saltando le aree di regolare svernamento e continuando il proprio viaggio diretti a più inusuali regioni meridionali (spinti, magari, da eventuali condizioni metereologiche avverse). Tale teoria è comprovata dalle date sopraelencate (sempre in ritardo rispetto alle concentrazioni invernali annualmente registrate nelle Isole Britanniche ed Olanda) e dalla lunga permanenza (da novembre alla primavera inoltrata) dellultimo esemplare osservato in Italia, nellOasi di Macchiatonda (Roma); proprio per via di questa segnalazione la specie appare nella check-list italiana come "svernante irregolare". Vista la notevole somiglianza tra questa specie e lOca granaiola della tundra, non è assolutamente da scartare lipotesi di una precedente sottostima, in Italia, di tale forma. LOca granaiola della tundra frequenta regolarmente il nostro paese durante le migrazioni (fine novembre-dicembre e febbraio-marzo) e nella stagione dello svernamento. Durante i passi, i gruppi possono percorrere notevoli distanze senza posarsi e nel caso di eventuali fermate, la loro durata è generalmente assai breve; in questi periodi stormi erratici fanno la loro comparsa sia lungo le aree costiere del Mar Tirreno e dellAdriatico settentrionale che in zone umide interne del Nord-Italia. Nel meridione, la sua presenza risulta infrequente o accidentale (fino alla Sicilia e alle Isole Maltesi). Il nostro paese rappresenta un sito di svernamento regolare importante per un discreto contingente (500-5000 esemplari), in gran parte proveniente dallEuropa centrale. Fino al 1950 le maggiori concentrazioni invernali si trovavano in Puglia (nella zona del Tavoliere), ove erano presenti fino a 100.000 oche (contando anche le Oche selvatiche e le Oche lombardelle, in quantità nettamente dominanti). Da queste cifre si è passati a circa 2000 effettivi negli anni 60 e 10-100 individui negli anni 70-80; oggigiorno tali quartieri meridionali hanno perso ogni importanza come sito di svernamento delle oche. Attualmente le aree di presenza più vitali per lOca granaiola della tundra, in Italia, sono la fascia lagunare veneto-friulana e lEmilia-Romagna orientale (per un massimo di 6600 individui, presenti nel 1980 e 5500 nel 1987). Lo status dellOca granaiola della taiga nel nostro paese rimane un vero mistero: cercando e ricercando in letteratura, infatti, non mi è assolutamente riuscito di trovare alcuna citazione inerente alla presenza della forma nominale a sud delle Alpi. Gli unici dati facenti riferimento allAnser fabalis svernante in Italia si riferiscono in realtà, pur non dichiarandolo apertamente, alla forma rossicus "della tundra" (lunica forma regolarmente presente da noi e, da sempre, considerata come una delle sottospecie di Oca granaiola). Stando così le cose, possiamo con sicurezza affermare che lOca granaiola della taiga non migra regolarmente attraverso la penisola italica e che non vi si ferma a svernare, anche se non mi sento di escludere leventale presenza di occasionali individui, magari imbrancati in stormi di Oca granaiole della tundra.
Gli uccelli trattati in questo articolo raggiungono dimensioni medie (lOca zamperosee; 60-75 cm. lungh. totale), medio-grandi (lOca granaiola della tundra; 65-80 cm. lungh. totale) e grandi (lOca granaiola della taiga; 75-85 cm. lungh. totale). Tutte 3 le specie mostrano la classica struttura da oca con collo allungato, testa più o meno arrotondata, corpo grande e massiccio; il becco e le zampe sono generalmente corti e robusti. LOca zamperosee è la più piccola e tozza mentre la Oca granaiola della taiga è la più grande e slanciata; la Oca granaiola della tundra ha dimensioni più o meno intermedie, ma si avvicina di più alla struttura della prima (ladattamento evolutivo ad un habitat riproduttivo simile, la tundra, ha causato linsorgenza di tale parallelismo morfologico). Non è sempre possibile riconoscere queste specie basandosi esclusivamente sul colore del piumaggio (anche se lOca zamperosee possiede alcuni caratteri diagnostici); in generale presentano una colorazione di base bruno-grigiastra (più saturata di marrone che nellOca selvatica) con dorso, testa e fianchi notevolmente più scuri delle parti inferiori (tale contrasto non è mai così pronunciato nelle altre specie del genere Anser). La tinta delle parti nude (becco e zampe) rappresenta un buon metodo di riconoscimento preliminare: lOca zamperosee, infatti, le ha sempre rosate o color carnicino-violaceo, mentre le oche granaiole possiedono estremità sempre aranciate (salvo possibili mutazioni genetiche). In una piccola percentuale di individui (10-15% circa) di tutte 3 le forme, possono essere presenti delle evidenti aree di piume bianche alla base del becco, la cui distribuzione varia da individuo ad individui e che, nei casi estremi, possono essere tanto vaste da creare possibili confusioni con individui di Oca lombardella.
Il maggiore problema che ci si trova ad affrontare è lidentificazione dellOca zamperosee dallOca granaiola della tundra; riconoscere lOca granaiola della taiga dalle due specie precedenti, al contrario, è molto più banale ed immediato di quanto si possa pensare.
DIMENSIONI E STRUTTURA GENERALE: entrambe le specie sono medio-piccole, tozze e compatte. L'Oca granaiola della tundra è in media più grande dell'Oca zamperosee, con il collo altrettanto corto (in proporzione) ma più spesso e meno gracile, esattamente come il becco e le zampe. Leffettiva differenza di dimensioni tra le due oche è resa, però, meno evidente dallestrema somiglianza delle proporzioni generali. Anche se la testa risulta essere un poco più massiccia nell'Oca granaiola della tundra, la caratteristica forma arrotondata con fronte alta (distintiva rispetto all'Oca granaiola della taiga) è tipica di entrambe queste forme. BECCO: pur non esistendo una differenza paragonabile a quella visibile tra le oche granaiole (vd sotto), la struttura del becco può servire egregiamente come carattere distintivo tra la "serrirostris" e la "brachyrhynchus": la prima, infatti, possiede il becco più massiccio del gruppo, con la base molto alta, la mascella assai spessa (in proporzione alla mandibola sovrastante) ed il bordo superiore diritto o addirittura convesso (accentuando così laspetto massiccio e "schiacciato" della testa); in corrispondenza della metà del becco, inoltre, i bordi delle mandibole sono arcuate tanto da mettere in mostra le lamelle interne e da creare, così, una tipica espressione "digrignante" (presente anche nellOca delle nevi). L'Oca zamperosee, al contrario, possiede un becco più sottile con mandibola inferiore mediamente sottile (digrigno assente o appena abbozzato) e bordo superiore diritto (o, al più, leggermente concavo); laspetto generale è quello di un becco corto e triangolare, assai piccolo in proporzione alla testa. La colorazione del becco (e delle zampe) è, ovviamente, il carattere distintivo per eccellenza: rosa nella "brachyrhynchus" ed arancione nelle granaiole. Per quanto riguarda il disegno e la distribuzione dei colori lOca zamperosee mostra tutta la vasta gamma di variabilità vista precedentemente per lOca granaiola della taiga, anche se la frequenza delle varianti è diversa; in generale, infatti sono più comuni gli estremi scuri (come nell'Oca granaiola della tundra). PIUMAGGIO: la colorazione dellOca zamperosee è unica e costituisce la caratteristica distintiva più evidente sul campo. Le parti superiori sono grigio-brunastre ed il petto color camoscio sbiadito, assai più chiari e pallidi della testa e del collo (bruno scuro) e dei fianchi (bruno-grigiastro scuro). Le granaiole mancano dei toni grigi in ogni parte del piumaggio e mostrano meno contrasto tra il petto e (specialmente) il dorso con la testa ed i fianchi. In volo (quando le differenze strutturali vengono meno) le differenze cromatiche sono ancora più evidenti: l'Oca zamperosee ha le ali bicolori con le copritrici grigio chiare molto contrastanti con le remiganti nerastre; il groppone bianco, inoltre, contrasta meno con la parte inferiore della schiena ed il dorso (che sono grigiastre e pallide). LOca granaiola della tundra (come anche quella della taiga) appare molto più scura in volo, con le ali uniformemente marrone nerastre ed un netto contrasto tra il groppone bianco ed il dorso bruno scuro. VOCE: la voce di queste specie differisce nettamente da quella dellOca granaiola della taiga (vd sotto); le differenze tra i versi di contatto (frequentemente emessi in volo) delle due forme, però, sono meno evidenti ed il loro riconoscimento basato sulle vocalizzazioni richiede una certa di esperienza. Sia lOca granaiola della tundra che lOca zamperosee, infatti, emettono richiami alti ed acuti (meno nasali delle altre specie di Oca); la prima produce, solitamente, un "ak-ak" o "aik-aik" poco bisillabico e rilassato, mentre l'Oca zamperosee è caratterizzata da un "wenk wenk" o "iank iank" con frasi ben staccate, altisonanti e pronunciate in tono quasi "agitato". |
DIMENSIONI E STRUTTURA GENERALE: avendo dimensioni simili allOca selvatica, risulta notevolmente maggiore (del 25%) di qualsiasi Oca zamperosee ed in media più grande dell'Oca granaiola della tundra (anche se, tra queste due forme, esiste un minimo di sovrapposizione nelle misurazioni). BECCO: lesame della struttura del becco rende immediata la distinzione dellOca granaiola della taiga dalle altre due forme. Sia lOca granaiola della tundra che lOca zamperosee possiedono, infatti, un becco corto e caratterizzato dalla base alta che ne accentua lo spessore; l'Oca granaiola della taiga, invece, possiede un becco ben più lungo e sottile, con la mascella lineare (molto meno cospicua della mandibola sovrastante) ed unevidente concavità del bordo superiore (che assieme al profilo dolcemente decrescente della fronte, contribuisce nel dare alla testa unaspetto allungato). La colorazione aranciata del becco è utilissima per distinguerla dall'Oca zamperosee (che possiede becco e zampe carnicine), ma costituisce, al contrario, un carattere troppo variabile per poter essere utilizzato, da solo, nel confronto con l'Oca granaiola della tundra. Tra questultima e l'Oca granaiola della taiga, infatti, esiste sovrapposizione quasi completa nel disegno del becco (contrariamente a ciò che pensavano e scrivevano gli autori "antichi"). Ciò che varia è la quantità e la distribuzione dei colori (nero ed arancione) del becco. In base a quanto detto, possono essere descritte 3 varianti ricorrenti:
Lunica differenza tra le due specie è la frequenza di ciascuna variante:
Da questi dati è possibile notare che, se usata con prudenza ed esperienza, la colorazione del becco può fungere da ottimo carattere identificativo ausiliario. E da tener presente, inoltre, che, vista la grande variabilità, è assolutamente normale osservare nello stesso gruppo (monospecifico) esemplari con differente colorazione del becco. PIUMAGGIO: non esiste alcuna differenza di colorazione apprezzabile tra le due "Oca granaiole"; si distingue bene, al contrario, l'Oca zamperosee per la tinta delle parti superiori e delle ali e per laspetto in volo (vd sopra). VOCE: LOca granaiola della taiga produce assai raramente vocalizzazioni, tranne che sul territorio di nidificazione. Nel caso in cui dovesse emettere un richiamo di contatto, questo risuonerebbe come un basso, nasale e disillabico "gank-gank" oppure "hang-hang", (assai più raramente un monosillabico "gang").
Tutte le tre forme trattate possono essere soggette a mutazioni che si rifletto sullaspetto esteriore e, specialmente, sulla colorazione delle estremità nude. Alcuni vecchi autori (Scott, 1956; Olgivie, 1978) fanno riferimento alla possibilità di Oche zamperosee con zampe arancioni (circa 1 su 1000). Un caso altrettanto eclatante, e ben più risaputo, è quello dell "Oca di Sushkin o Anser sushkini"; questa, in realtà, non è nientaltro che una variante teratologica di oca granaiola con becco e zampe rosa carnicino, anticamente considerata e descritta come una specie a parte. La frequenza di tale aberrazione (possibile sia nell'Oca granaiola della taiga che in quella della tundra) è, comunque, bassissima e la probabilità di osservare un tale esemplare in natura è irrisoria. Nellidentificare le Oche "dei fagioli" in Italia (dove l'Oca zamperosee e l'Oca granaiola della taiga sono rarissime) è comunque necessario tenere presente ogni possibile complicazione.
LOca selvatica (Anser anser, specialmente la sottospecie occidentale anser e le popolazioni intergradanti centroeuropee, più scure e marroni della forma orientale) può essere confusa, da lontano, con lOca granaiola della taiga. La prima, però, manca completamente di contrasto tra testa/collo e parti inferiori; possiede inoltre becco più grosso ed evidente (senza evidenti aree nere) ed il collo altrettanto lungo ma più spesso e "muscoloso" (tanto che la testa appare piccola in proporzione; nell'Oca granaiola della taiga, invece, la testa rotonda spicca tantissimo sul collo sottile e "da giraffa"). LOca lombardella (Anser albifrons), specialmente il giovane (senza il bianco sulla faccia), ha dimensioni e struttura piuttosto simili allOca zamperosee, dalla quale, però, si distingue facilmente per il becco ocraceo, le zampe arancioni e la colorazione bruna (non grigiastra superiormente) molto meno contrastante. Anche lOca granaiola della tundra può trarre in inganno dal punto di vista strutturale, ma presenta il becco sempre più scuro dell'Oca lombardella (che lha tutto ocraceo o camoscio-rosato, con il nero solo sulla punta ed i bordi delle mandibole) e maggior contrasto nel piumaggio. LOca granaiola della taiga, infine, assomiglia all'Oca lombardella nellavere becco prevalentemente arancione con poco nero, ma risulta notevolmente più grande e con proporzioni assai differenti. Gli adulti e, specialmente, gli immaturi di albifrons possono essere confusi con quegli esemplari di oche "dei fagioli" che presentano macchie bianche alla base del becco (vd sopra). Questi, però, si distinguono facilmente in base alle caratteristiche di colorazione e struttura sopraelencate. |
Oca zamperosee | Oca granaiola della tundra | Oca granaiola della taiga | |
Struttura generale | Piccola e gracile; collo corto e sottile; testa tonda e piccola; zampe corte e tozze | Medio-piccola, tozza e robusta; collo corto e spesso; testa tonda e grossa; zampe corte | Grande e slanciata; collo lungo e "da giraffa"; testa lunga e a triangolo; zampe lunghe |
Struttura del becco | Piccolo, spesso e triangolare; mascella sottile e mandibola superiore diritta | Corto e spesso; mascella grossa con "digrigno" e mandib. sup. convessa e tozza | Lungo e sottile; mascella lineare e mandibola sup. concava |
Colore del becco | Rosa con base, punta e bordi delle mandibole neri | Quasi tutto nero con banda arancio (raram. + chiaro) | Variabile (da tutto arancione con bordi neri a molto scuro) |
Piumaggio | Contrasto tra petto crema e dorso grigio chiari con la testa e i fianchi scuri | Tutta marrone scura (compreso il dorso); tenue contrasto col petto chiaro | Tutta marrone scura (compreso il dorso); tenue contrasto col petto chiaro |
Voce | Alto, squillante, e bisillabico "wenk-wenk" | Alto (+ calmo), meno bisillabico "ank-ank" | Basso, nasale e bisillabico "gank-gank" |
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