Quaderni di birdwatching | Anno II - vol. 4 - ottobre 2000 |
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ra tutti gli uccelli acquatici osservabili durante linverno nellEuropa meridionale, e quindi in Italia, le Strolaghe occupano un posto donore nella graduatoria delle specie preferite dal popolo "sbinocolante". Questo grande interesse nei confronti della Strolaga maggiore (Gavia immer) mostrato dai birdwatchers di casa nostra, non è motivato solamente dallestrema rarità della specie nellEuropa del Sud; tipico uccello artico per eccellenza, infatti, sembra portare con sé un po di quellatmosfera affascinante, gelida e carica di eterea bruma, così tipica della tundra boreale dalla quale proviene.
Lareale riproduttivo della specie si estende principalmente nella fascia settentrionale del Nord America, con presenze più localizzate in Groenlandia. Per quanto riguarda il Paleartico Occidentale, invece, la si ritrova regolarmente nidificante solo in Islanda (circa 300 coppie); si segnalano anche presenze irregolari sullIsola degli Orsi ed occasionali tentativi di riproduzione sulle isole Faeroer, Jan Mayen, Novaya Zemlya, ed in Scozia. La popolazione svernante in Europa si distribuisce, piuttosto uniformemente, lungo le coste del Mare del Nord e quelle atlantiche della Norvegia, della Francia settentrionale e delle Isole Britanniche. Proprio in queste ultime, si trovano le massime concentrazioni di esemplari; recentemente, infatti, ne sono stati censiti fino a 4500, presenti durante linverno. Lestrema abbondanza di esemplari svernanti in alcune aree europee deve essere messa in relazione (vista la rarità della specie come nidificante nel Paleartico occidentale) anche allarrivo di discreti contingenti dal Canada artico. Osservazioni scarse ma annuali vengono effettuate anche nel Mar Baltico, lungo le coste atlantiche della penisola iberica e nel Mar Mediterraneo occidentale (come testimoniano le costanti osservazioni effettuate in Spagna, al delta del fiume Ebro, o nella regione francese della Camargue). Infine, è necessario citare le numerose segnalazioni di esemplari in migrazione (raramente svernanti) effettuate più o meno regolarmente nellEuropa continentale centro-occidentale; le aree maggiormente interessate da questo fenomeno sono i laghi interni di una certa estensione e profondità (ad es.: Lac Lemàn e Lac de Neuchatel in Svizzera) ed il corso dei grandi fiumi (ad es.: Danubio, Reno).
La Strolaga maggiore è da considerarsi, nel nostro paese, un rarissimo (ma regolare) migratore e visitatore invernale; la sua presenza interessa particolarmente lItalia settentrionale (dove sono numerosi i casi di sosta prolungata e svernamento), mentre risulta irregolare nella parte centrale della penisola (specialmente in Toscana) ed accidentale nel "mezzogiorno".
Le aree maggiormente frequentate comprendono la riviera ligure (numerose catture e segnalazioni storiche), il complesso lagunare - costiero dellAlto Adriatico (dal Delta padano al Friuli-Venezia Giulia) e la Padania settentrionale lombardo - piemontese; in questultimo ambito geografico, la presenza della Strolaga maggiore interessa prevalentemente la fascia dei laghi prealpini ed i grandi fiumi, in special modo gli affluenti di sinistra del Po (ad es.: 1 immaturo dal 9 al 20 dicembre 1998 sul fiume Adda comune di Airuno (LC) e , in seguito, dal 10 al 23 gennaio 1999 al lago di Como, ramo di Lecco). Dal punto di vista biogeografico, riveste un grande interesse scientifico la regolare presenza, di questa specie, lungo le coste nord-orientali della penisola (sia in periodo migratorio, che durante linverno). Numerosi individui, infatti, sembrano prediligere, come zone di svernamento, le regioni del "Triveneto" e le coste della Slovenia (come testimoniano alcuni grossi gruppi di oltre 30 esemplari, osservati presso Piran allinizio degli anni 90). Tale cospicuo afflusso è stato scoperto piuttosto di recente (per laumento degli osservatori) ed è probabilmente dovuto alla predilezione degli esemplari adulti per gli habitat costieri; quindi è verosimile pensare che, di tutti i migratori che penetrano ogni anno nellEuropa continentale, i più vecchi ed esperti seguano una via migratoria trans-alpina tale da condurli nellAlto Adriatico, mentre gli esemplari giovani ed inesperti si disperdono soffermandosi, spesso, anche nelle aree umide interne. |
Le cinque specie di strolaghe viventi rappresentano una famiglia ornitica a sé stante (Gaviiformes), con caratteri anatomici peculiari; ricordano, in definitiva, gli Svassi (nella struttura delle zampe e nella biologia) ed i Cormorani (nellaspetto generale e nelle tecniche di alimentazione). La Strolaga maggiore è molto grande (75-90 cm. di lunghezza totale per 130-150 cm. di apertura alare) e con un poderoso becco affilato. Il piumaggio estivo è particolarmente vistoso (nero sopra e bianco sotto, ornato da due semicollari di strie chiare sul collo ed una fitta trama di macchie squadrate e candide sul dorso), ma assai raro nellEuropa meridionale; durante linverno riveste, al contrario, una livrea assai più smorta (grigiastra sopra e sul becco, biancastra sotto). Basandosi sulla colorazione del piumaggio è generalmente possibile (in buone condizioni di visibilità e a distanza ravvicinata) attribuire, a ciascun esemplare osservato, letà:
- 1° inverno (da agosto a febbraio/marzo): come ladulto in inverno (vd sotto) ma con le parti superiori mediamente più marroni (bordi delle piume variabili: da biancastri come nei giovani, a scuri come negli adulti) e senza le macchie bianche sulle copritrici delle ali (le timoniere, a differenza del juv, hanno già le punte bianche tipiche degli esemplari più vecchi). La testa non è mai molto più scura del dorso, la gola ed il petto presentano ombre brunastre ("bianco sporco") ed il becco è spesso azzurrino-biancastro (grigio-bluastro pallido), con poco nero sulla punta ma bordo superiore scuro completo. - 1ª estate (dalla tarda primavera a ottobre/novembre): come limmaturo 1°inverno ma con più contrasto tra la testa nerastra ed il dorso grigio scuro (con sfumature leggermente "metallizzate"); le macchie bianche sulla schiena sono sviluppate come quelle delladulto in estate (ma meno nette e sfumate di grigio). La punta delle timoniere è nera (come ladulto in abito riproduttivo) o, spesso, lievemente slavata di bianco. - 2° inverno (da dicembre a marzo/aprile): classico piumaggio invernale con colorazione tipica delladulto, scura superiormente e candida inferiormente (senza sfumature brunastre su petto e collo); manca, però, delle tipiche macchie chiare sulle copritrici delle ali (come nel juv/1°inverno). - 2ª estate - adulto estate (da aprile/maggio a ottobre/dicembre): acquisisce, a questa età, il piumaggio riproduttivo delladulto, caratterizzato da parti superiori nere (con sfumature metalliche verdi), due semicollari (uno anteriore laltro posteriore) formati da circa 15 strie verticali bianche, macchie bianche nette e di forma variabile sul dorso ed il groppone, lati del petto vermicolati finemente di bianco e fine punteggiatura chiara sui fianchi e le ali. Le parti inferiori (dal petto al ventre) sono nettamente candide. - adulto inverno (da ottobre/dicembre ad aprile/maggio): parti superiori scure (grigio-brunastre) con macchie chiare, sfumate e poco evidenti, sul dorso. Retro del collo e nuca nerastri (più scuri del corpo), petto e parte anteriore del collo bianchi e lati del collo scuri con semicollare bianco che si protende allindietro (senza congiungersi sulla nuca); fianchi scuri con sottili marmorizzature (spesso blande) grigie e biancastre. Le copritrici delle remiganti sono nere con nette ed evidenti macchie rotonde candide; timoniere con punta bianca (spesso scomparse o poco evidenti se abrase, alla fine dellinverno). Becco variabile ma solitamente grigio-bluastro con il margine superiore, i bordi delle mandibole e lintera punta abbondantemente nerastre. |
Si ringraziano Enrico Viganò per aver messo gentilmente a disposizione le foto relative alla Strolaga maggiore del Lecchese e Kajetan Kravos per la foto e per le informazioni sulla fenologia della specie in provincia di Gorizia. |
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