RA FINE SETTEMBE E FINE OTTOBRE 2000, sono stati osservati in migrazione circa 7 individui di Aquila anatraia minore, Aquila pomarina, lungo la costa della Sicilia sud-orientale, tra Siracusa e Gela (Ientile, Corso, Consoli, Iapichino et al. ined.). Si trattava in tutti i casi di esemplari juv. al 1° inverno o di immaturi (forse 1 caso).
Il 31 ottobre 2000, AC si trovava alle saline di Siracusa con Carmela Cardelli e due birdwatchers svedesi quando dagli stagni semi-asciutti dellarea nord delle saline si involava 1 juv. al 1° inv. di Aquila anatraia minore, che rappresentava la 7a dellautunno. Il 1° novembre, GC osservava un altro individuo nellarea sud delle Saline. Alcune caratteristiche di piumaggio e la mancanza di alcune secondarie interne allala destra facevano ritenere si trattasse di un individuo di pomarina differente da quello osservato il giorno prima.
Dopo alcuni giorni di ricerca in zona, siamo riusciti a riosservare lAquila e per tutto novembre labbiamo seguita quasi giornalmente. La osservavamo in volo di perlustrazione e caccia la mattina presto per poi trovarla posata verso le 12 su dei grossi alberi secchi alle spalle del canneto della zona sud delle Saline.
Ci siamo alternati giornalmente nellosservazione degli spostamenti dellAquila; per alcuni giorni non si faceva vedere, poi veniva riosservata in volo alta sopra i campi verso linterno, alle spalle della Riserva Naturale Orientata delle Saline. In diverse occasioni labbiamo vista arrivare in volo direzionale dalla zona dei Monti Climiti o di Val dAnapo, complesso dei Monti Iblei. Abbiamo ritenuto che passasse la notte nelle zone boscose di questi monti e scendesse di giorno verso valle per cacciare sui campi e nella zona umida delle Saline.
Siamo riusciti ad osservarla in zona fino al 13 dicembre 2000. Dopo questa data è scomparsa. Nei giorni precedenti abbiamo notato come il territorio frequentato fosse sempre più esteso e lAquila si spingesse in volo sempre più lontana. Il 4 dicembre è stata vista sparire in volo verso sud, verso la Penisola della Maddalena-Capo Murro di Porco. L8 dicembre, Carmelo Iapichino la riosservava in volo sulle saline di Siracusa insieme ad unAquila delle steppe, Aquila nipalensis.
Lultima data di osservazione è stata il 13 dicembre. Dopo tale data non ci sono stati più contatti facendoci temere che fosse stata abbattuta da qualche bracconiere o avesse lasciato larea o la Sicilia, migrando tardivamente verso lAfrica.
Invece il 26.12.2000 Fabio Cilea segnala di avere avvistato unAquila anatraia a Vendicari, aquila da lui identificata come pomarina. Le ricerche il pomeriggio stesso di AC e Daniele Aliffi risultano però infruttuose. Pochi giorni dopo, Giampaolo Terranova osserva laquila a Vendicari, sopra la torre così detta del Barbagianni. GT ha già osservato più volte la pomarina delle Saline di Siracusa e lindividuo di Vendicari gli appare diverso, più scuro, più gocciolato di bianco. Losserva sotto la pioggia incessante e in cattive condizione e gli appare più simile ad uno juv. al 1° inverno di Aquila anatraia maggiore Aquila clanga.
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Aquila anatraia minore (Aquila pomarina) ripresa alla riserva di Vendicari (SR) il 2/1/2001 filmato C. Nardini
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Alcuni giorni dopo AC e C. Iapichino riescono ad osservare questa misteriosa aquila e sciolgono le riserve: è senza dubbio una pomarina, unAquila anatraia minore. Si fa osservare solo da posata, sempre sulla torre del Barbagianni. Sembrerebbe, in effetti, leggermente più scura e più gocciolata di quella delle saline ma le condizioni atmosferiche sono anche diverse; è più nuvoloso e piove più di frequente bagnando lanimale e facendolo sembrare più scuro sia in virtù del piumaggio bagnato sia per la cattiva luce.
Il 31.12.2000, AC, CI, Carmela Cardelli, Angelo Nitti, Daniele Aliffi e Carlo Nardini riescono finalmente ad osservare in condizioni ottimali questaquila identificandola con certezza come pomarina.
Al suo involo dalla torre, e dopo averla filmata e fotografata, mostra però un profilo alare regolare, privo di buchi, mancante quindi dello spazio vuoto nelle secondarie interne dellala destra come mostrato sino alla sua scomparsa dallindividuo delle Saline di Siracusa.
Si tratta di unaltro individuo? O nel frattempo le si sono sistemate le secondarie? Per leccezionalità del fatto di trovarci di fronte a due differenti individui svernanti di pomarina, propendiamo per la seconda ipotesi.
A metà gennaio viene osservata anche da Ottavio Janni, Roberto Garavaglia, Diego Rubolini e Violetta Longoni accompagnati da AC. Lultima data di osservazione è il 18.01.2001.
Dando per scontato che losservazione delle saline di Siracusa e di Vendicari siano riferibili allo stesso individuo, descriviamo di seguito quello che ha svernato, ossia quello di Vendicari.
Animale di grande dimensioni, tipicamente un Aquila sp. A confronto diretto, effettuato in diverse occasioni, visibilmente più grande e massiccio di un Falco di palude Circus aeruginosus e di una Poiana europea Buteo buteo buteo. Ali più ampie e lunghe, apertura alare stimata intorno a 1,60m.
Rispetto al Falco di palude mostrava invece coda più corta e leggermente più arrotondata, quasi a cuneo dagli angoli e apice smussati. Coda più corta dellampiezza dellala. Collo abbastanza proteso in avanti e sporgente dal profilo alare superiore. Testa molto grossa e massiccia, effetto simile al Biancone. Becco massiccio ma simile a quello, in grande, di un Nibbio bruno per forma e curvatura. Meno alto e "spigoloso" di quello di una grossa Aquila sp.
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Aquila anatraia minore - 7/1/01 Vendicari (SR) - foto R. Garavaglia
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"Labbro" e cera gialli, ben visibili e contrastanti sul colore della testa. Il labbro arriva a inizio/metà occhio ed è molto stretto. Narice rotonda. Zampe possenti da Aquila ma meno grandi e robuste di quelle di altre grosse aquile. Tarso lungo e "coscia" anchessa lunga. "Calzari" cospicui ma poco evidenti. Da posata su alberi o posatoi vari (come la torre) mantiene una posizione eretta, perpendicolare al terreno. Collo abbastanza lungo ma il più delle volte tenuto incassato tra le spalle da posata, più esteso in volo. Apice delle ali che raggiunge lapice della coda. Piumaggio bruno nocciola chiaro. Molto cospicua ed evidente, sia da posata che in volo, una macchia chiara ben estesa sulla nuca di color ruggine-fulvo chiaro. Mantello e copritrici piccole e mediane bruno-nocciola uniforme. Non si nota contrasto visibile tra copritrici del sopraala e il mantello, che però in alcuni tipi di luce sembra leggermente più scuro, più freddo. Contrasto visibile invece tra le grandi copritrici del sopraala e remiganti quasi nere e le piccole e medie copritrici bruno-nocciola chiaro. Tale contrasto si nota sia da posata sia quando vola. Anche il sottoala, e in maniera anche più evidente, mostra tale contrasto, facilmente osservabile in volo. Grandi copritrici e terziarie con apice bianco, ben visibile ma non molto esteso. Medie e in minor misura piccole copritrici con centro e punta di un colore nocciola-fulvo più chiaro che forma una leggera punteggiatura sul sopraala, osservabile solo ad animale posato o in volo vicinissimo. Tutte le secondarie e le primarie interne mostrano apice bianco ben visibile ad ala chiusa e in volo. In volo si nota bene un margine bianco lungo il profilo alare inferiore sino alla terza o quarta remigante primaria più interna. Il profilo alare e a "S" sebbene lala risulti molto larga, lunga e ampia. La "mano" è molto ampia e ben digitata sebbene risulti meno ampia che in molte altre aquile e con digitatura meno evidente e lunga. Leffetto è dato dal fatto che sono solo 6 le primarie digitate, le così dette "dita" e queste non sono molto lunghe e affusolate.
Anche la coda presenta una banda terminale bianca o bianco-crema. Sia le timoniere (meno visibilmente) che le remiganti secondarie appaiono ad un osservazione ravvicinata tutte barrate di scuro, sebbene tale barratura sia poco visibile essendo su sfondo già scuro.
E invece più visibile sulle primarie interne, essendo queste più chiare (formano una lieve "finestra" chiara sullala). Tra le copritrici chiare e le secondarie scure sul sottoala risalta una stretta barra alare bianca irregolare che divide in due lala. Questa barretta è formata dal centro e apice biancastro di tutte le grandi copritrici secondarie del sottoala. Sul sopraala si nota un simile effetto (ancora più visibile) in virtù ancora dellapice bianco delle grandi copritrici.
Le parti inferiori sono di colore simile alle superiori. Sul petto (in corrispondenza del gozzo) si notano delle evidenti strie chiare, color crema o crema-fulvo chiaro, simili strie si hanno sui calzari e sul ventre. Le piume tarsiali sono tutte bruno scuro sino alla zampa. Il sottocoda è tutto color crema chiaro omogeneo e forma unarea a chiazza chiara ben visibile anche in volo.
Liride è giallino-nocciola chiaro con pupilla nera che risalta in buona luce e osservandola bene col cannocchiale. Il Becco è grigio-nero, cera e labbro gialli, zampe gialle.
Il profilo alare inferiore ad "S" (più rettilineo con ala più squadrata nelladulto), la bordatura regolare bianca di questo e della coda, la gocciolatura visibile alle grandi e medie copritrici (già quasi del tutto abrasa nel tardo 2° calendario), lapice bianco alle terziarie, il colore generale dellanimale, identificano il soggetto come juv. al 1° inverno.
Distinto dalle seguenti specie simili per:
- Aquila delle steppe Aquila nipalensis: becco in nipalensis più alto e massiccio, più spigoloso, più lungo e robusto, labbro più lungo ed evidente, che arriva a fine occhio, narice stretta, ovale e obliqua, ala più lunga e stretta, dimensioni maggiori, 7 "dita" ben digitate e lunghe, coda più lunga, vistosa fasciona bianca sul sottoala lungo tutte le grandi copritrici, ben più larga ed evidente, barratura su remiganti e timoniere più larga ed evidente, barre anche meno numerose, ecc.
- Aquila anatraia maggiore Aquila clanga: in juv. di clanga iride sempre scuro, ambra-bruno scuro o grigio-nerastro, becco più alto e massiccio, sopraala omogeneamente scuro, minimo contrasto visibile solo negli individui più chiari, sottoala con effetto chiaro scuro inverso, ossia remiganti più chiare in contrasto con copritrici visibilmente più scure (o al massimo sottoala quasi omogeneo), gocciolatura su copritrici del sottoala ben più cospicua, bianca ed evidente sia da posata che in volo, base delle piume tarsiali, allattaccatura con la zampa, con più o meno cospicua slavatura bianca (non sempre ma in molti casi), spesso bianco pure sui calzari, assenza di macchia nucale chiara evidente e ampia (in alcuni individui è presente una macchia nucale chiara ma è in genere più limitata allalta nuca o comunque meno ampia e contrastante), ala più ampia e con 7 "dita" ben digitate, coda ancora più corta, piumaggio di norma tutto più scuro (sebbene ampia variabilità individuale!!!!!!), ecc.
Svernamenti in Italia ed Europa
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Per lItalia, P. Brichetti & E. Benussi (1992) riportano le seguenti segnalazioni invernali: Piemonte (dicembre 1962), Lombardia (febbraio 1954, gennaio 1962) e Puglia (dicembre 1981-gennaio 1982).
Alcune di queste segnalazioni però non appaiono ben documentate e circostanziate, quindi non sono del tutto attendibili. Ad esempio, lo svernamento della Puglia (81-82) si riferisce ad un individuo juv. trovato imbalsamato da un cacciatore che riferì di averlo preso genericamente "questo inverno" senza fornire ulteriori dettagli e la certezza della data (G. Boano, in verbis).
Esiste una recente osservazione invernale per lEmilia-Romagna: 1 immaturo il 22.12.1993 a Torrile (Ravasini, 1998).
Altre segnalazioni recenti riportate in varie fonti sono attribuibili a identificazioni erronee di individui chiari di Aquila clanga.
Alcune delle segnalazioni su riportate potrebbero essere genuine o lo sono con certezza (in particolare quella di Torrile); sono però riferibili a singole e occasionali osservazioni invernali piuttosto che a svernamenti completi documentati.
La segnalazione siciliana risulta quindi documentare il primo caso certo di svernamento completo della specie nel nostro paese.
In Europa, sono stati segnalati sporadici casi di svernamento, sebbene non documentati estensivamente, in ex-Yugoslavia e Grecia (Iankov et al. 1996). UnAquila pomarina al 1° inv. è stata osservata sulla costa del Mar Nero in Bulgaria il 17.01.1993 (Iankov et al. 1996).
Non si conoscono ulteriori casi certi di svernamento in Europa e per completezza di dati, qualità della documentazione e periodo di sosta, le osservazioni siciliane dellinverno 2000-01 sono riferibili come il vero primo caso di svernamento certo della specie in Europa.
E nel Paleartico Occidentale?
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Sverna irregolarmente (?) con pochi individui in Medio Oriente, in particolare nel nord di Israele e in Turchia (N. Sapir e M. Ozen com. pers.), forse a Cipro (Iankov et al. 1996).
1-2 ind. hanno svernato in Israele nellinverno 00/01 (N. Sapir, report su Internet).