Quaderni di birdwatching | Anno III - vol. 6 - novembre 2001 |
Testo e foto di Giorgio Paesani |
Per attrarre quanti più uccelli possibile nel mio giardino ho, ovviamente, dovuto studiarne le esigenze. In nessun libro di birdgardening ho trovato scritto che una pianta fenomenale per attrarre i silvidi e il Pigliamosche è lAlaterno (o "legno puzzo", perché emette un fumo puzzolente, se bruciato), le sue bacche estive integrano la dieta degli insettivori durante le giornatacce tardo primaverili. Ben lo sa il muro di casa mia, nel tratto adiacente al nido pluriennale di Pigliamosche. I giovani silvidi appena involati, ancora piuttosto incapaci e alle prese con la siccità estiva, ne fanno autentiche scorpacciate ed è possibile osservarli con relativa facilità. Laltro asso nella mia manica è il Fico. In settembre, col passo dei silvidi in pieno culmine, i suoi frutti polposi e zuccherini si spaccano in due cotti dal sole e gonfiati dalle prime piogge (naturali o artificiali) e sono una attrattiva fenomenale. I rami distanziati e la massiccia presenza di mosche lo rendono un buon territorio di caccia per insettivori quali il Pigliamosche, le Balie e i Codirossi.
Il colpo basso, invece, è la "conca" piena dacqua. La conca è un enorme vaso di terracotta al quale ho turato lo scarico e lho riempito dacqua. Per evitare affogamenti di uccelli, insetti o piccoli mammiferi, ho piantato al suo interno un poco di Cannuccia che, ogni 5/6 anni, devo decimare per evitare che riempia tutto il recipiente. Per la cronaca, nel maggio di alcuni anni fa un Cannareccione vi sostò alcune ore in cerca di insetti in una pausa del suo viaggio migratorio. Lo stesso ambiente è sfruttato dalla Raganella (Hyla arborea sarda). In piena siccità estiva una fonte dacqua è fondamentale e garantisce osservazioni numerose e facili. Il vero colpaccio, però, mi è riuscito questanno: ho lasciato colpevolmente semiaperta la finestrella del vecchio pollaio, in realtà volevo che ci nidificasse il Barbagianni ma lo ha battuto lAssiolo, portando avanti con successo la nidificazione.
Lo confesso, sono totalmente negato come giardiniere, perciò ho scelto di tagliare il meno possibile e ciò ha fatto sì che casa mia venisse quasi inghiottita dalla vegetazione: i rami dellalbicocco sono per lo più sopra il tetto, ledera ha risalito la grondaia finendo per otturarla, il pitosforo riempie di fiori secchi prima e di foglie poi, le due tettoie. In compenso tutto questo piace assai alla fauna, non solo alata. Ospiti graditi sono i gechi, sia la Tarantola muraiola (Tarentola mauritanica) che il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus) e fino al boom dei cinghiali, ospiti fissi erano il riccio e il rospo spinoso e ogni tanto appariva qualche testuggine. Da alcuni anni, però, i cinghiali sono aumentati a dismisura e, soprattutto nei mesi estivi, quando nella macchia cè pochissimo da mangiare e intorno alle case ci sono gli alberi da frutto carichi di leccornie, sono ospiti fissi del mio giardino. Ho lungamente temuto per la sorte del nido di usignolo, che nidifica pressoché a terra, ma nei tre anni consecutivi nei quali lho potuto identificare le cose sono sempre andate lisce, perfino quando ha osato nidificare sotto ai meli Onestamente non saprei dare consigli a chi si trovasse ad avere il mio stesso problema, se non quello di provare a fare come faccio io: lasciare la frutta caduta dagli alberi a terra (tranne quella raccolta per mangiarla) e un po di cibo per gatti avanzato ai mici di casa (che non gradiscono ma si adeguano). Lalternativa sarebbero le reti, ma io provo unatavica repulsione per le recinzioni Altro ospite nobile e pericoloso, per gli uccelli, è la Martora: nei mesi autunnali e invernali caccia i ratti sui rami dei pini davanti casa, nel cuore della notte, con inseguimenti spettacolari che terminano con grida strazianti e tonfi di corpi caduti al suolo. Insieme con il Pellegrino è lultimo baluardo allinvasione delle Tortore dal collare, sintomo di una urbanizzazione inarrestabile.
La presenza di fauna cosiddetta "minore", come insetti e altri invertebrati, costituisce il fondamento di qualsiasi buon giardino da birdwatching, perciò ho adottato tutta una serie di precauzione per garantirne la presenza. Prima situazione a rischio: lo sfalcio del prato. I moderni decespugliatori a filo di nylon, facilissimi da usare, poco costosi e assai efficienti, al loro passaggio maciullano qualsiasi forma di vita vegetale e animale. Ogni volta che sono costretto a procedere al taglio dellerba -non ho coraggio a definirlo prato, perché ce di tutto, dal lichene alle orchidee selvatiche-, esamino attentamente la zona da rasare, prima a distanza per scoprire eventuale andirivieni di uccelli, poi nel particolare, segnando con cannucce e rametti le posizioni delle orchidee e delle altre essenze utili o preziose (elicriso, nipitella ecc.), inoltre prelevo le eventuali chiocciole, ricoverandole temporaneamente in un secchio. Alla fine delle operazioni preliminari il "prato" sembra un campo minato appena prima delle operazioni di bonifica. Dopo il taglio, rimangono alcune zone "protette", (dove crescono le essenze da tutelare e dove libero le chiocciole fatte prigioniere) che procedo a ripulire a mano, lasciando però lerba alta alcuni centimetri. Seconda situazione a rischio: la combustione degli sfalci e delle potature. Le potature e lo sfalcio accumulato durante le operazioni di gestione del giardino solitamente vengono bruciate immediatamente o, più spesso, qualche tempo dopo, una volta seccate. Capita sovente che esse rimangano tutta lestate, accumulate nellattesa che cessi la situazione di "massima pericolosità" per gli incendi boschivi e con essa il divieto di accendere fuochi. Durante questi periodi, le cataste diventano rifugio ideale per rettili, insetti e invertebrati, che in esse trovano rifugio, nutrimento e un microclima favorevole; bruciarle sarebbe come appiccare fuoco ad un albergo. Prima di procedere le metto semplicemente "sottosopra", rovesciandole e sparpagliandole, provocando la fuga dei vertebrati e mettendo allo scoperto le chiocciole che rimuovo a mano, poi riaccumulo il tutto e appicco il fuoco da un lato per consentire a qualche insetto di fuggire dallaltro. Questi sono i "trucchi" con i quali cerco di rendere il mio giardino luogo di comodo birdwatching, mi rendo conto che forse non rispettano i canoni della praticità e dellestetica comunemente condivisi, ma vedere, come mi è capitato questanno, la Balia dal collare cacciare sotto i pini (un maschio in livrea, roba da documentario) o lAssiolo posato a meno di un metro da me (arrabbiatissimo perché ne imitavo il canto a voce), ripaga delle mille attenzioni, degli sforzi e di qualche sorrisetto ironico dei vicini. A proposito dei vicini, i miei non hanno ancora scoperto come ho fatto a far sparire gli afidi dagli oleandri, senza fare niente, mentre loro sono costretti ad irrorarli di veleni assortiti; quando me lo chiedono rispondo "è stata Sylvia ", omettendo di aggiungere "melanocephala", "atricapilla" e "cantillans"! Il prossimo anno lo spiego anche a loro. |
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