Quaderni di birdwatching | Anno III - vol. 6 - novembre 2001 |
di Igor Festari |
Pur non essendo propriamente "rapaci", anche la Ghiandaia marina indiana (Coracias benghalensis), il Gruccione verde minore (Merops orientalis beludschicus), il Martin pescatore di Smirne (Halcyon smirnensis), il Drongo nero (Dicrurus macrocercus), lAverla maggiore indiana (Lanius meridionalis lathora) e lAverla dorso-castano (Lanius vittatus) si appostano sulla cima di rami ed alberi secchi ad aspettare che lignara preda di turno (un topolino, una rana od una grossa cavalletta) passi nelle loro vicinanze. |
La rete stradale del parco è vasta, complessa e costituita principalmente da sentieri in terra battuta (perfettamente percorribili in bicicletta) che prendono origine dalla strada asfaltata centrale (lunga circa 10 km.) che attraversa la riserva da parte a parte. Per chi si trattiene a lungo a Bharatpur (più di 4 giorni) è consigliabile visitare, a turno, tutte le porzioni del parco, percorrendo più sentieri possibili (compreso il lungo tratturo che segue lintero perimetro della riserva) ed esplorando, così, tutti gli ambienti dellarea protetta. Viceversa, a coloro che pensano di soffermarsi solamente per pochi giorni, consiglio di effettuare 6 brevi percorsi (di 3/4 ore ciascuno), studiati in modo tale da dare unassaggio delle numerose attrazioni naturalistiche delloasi (vd. Cartina).
Inoltre, nella parte più asciutta della foresta, allombra di innumerevoli acacie, si aprono le tane dellIstrice indiano che ospitano anche numerosi Pitoni delle rocce (facilmente visibili durante il periodo Ottobre-Marzo). Nella stessa zona è possibile incontrare lOcchione (Burhinus oedicnemus), lAllodola-passero capocenerino (Eremopterix grisea) e lo Sciacallo dorato. Dopo aver attraversato il "canale di Jatoli" ed aver superato gli ultimi alberi della zona boscosa si attraversa, prima di ricongiungersi alla strada principale, unarea paludosa alberata che consente un primo assaggio della tipica avifauna acquatica del parco. |
Nel punto in cui la strada asfaltata incontra e scavalca il "canale di Jatoli" (che da qui comincia ad essere chiamato "canale Ghana"), si svolta a destra e si segue una stradina che si spinge in mezzo alle paludi. Il primo tratto di questo sentiero scorre praticamente in mezzo alle garzaie (ben visibili anche dalla strada principale), consentendo osservazioni ravvicinate degli uccelli al nido. Dopo meno di un chilometro, il sentiero si trasforma in un tratturo pavimentato con pezzi di mattone ("red brick path") che conduce ad una vastissima area prativa asciutta, scarsamente cespugliata, molto simile alla "savana alberata" africana. Qui è possibile osservare grandi branchi di erbivori (cervi ed antilopi), mentre nel cielo sfilano Avvoltoi calvi, Capovaccai ed aquile di varie specie, oltre che Rondoni minori (Apus affinis), Rondini coda-sottile (Hirundo smithii) e Rondini rupestri indiane (Hirundo fluvicola). La pianura sub-steppica è il regno delle locuste (presenti in numero variabile di anno in anno), che costituiscono la principale dieta di molti insettivori: la Ghiandaia marina indiana, lo Storno roseo (Sturnus roseus), lo Storno bianco e nero (Sturnus contra), il Merlo-gazza (Copsychus saularis), la Sassicola indiana (Saxicoloides fulicata), ecc. Il "sentiero di mattoni" è anche considerato uno dei migliori siti dellIndia per losservazione del rarissimo Rampichino maculato (Salpornis spilonotus): questo uccelletto di 15 cm., strutturalmente simile al nostro rampichino (ma senza le penne della coda "a punta") e con le parti inferiori maculate, è distribuito nellIndia centro-occidentale con 2 sottospecie endemiche estremamente scarse e localizzate (S. s. spilonotus e S. s. rajputanae, questultima esclusiva del Rajasthan); nel Keoladeo NP lo si incontra solo nelle zone aride delle porzioni occidentali e meridionali, dove predilige le macchie di Acacia ed i boschetti radi di albero di Mango.
Dal tempietto dedicato alla Dea Shiva ("Keoladeo"), posto al centro del parco, prende inizio (verso sinistra) un largo sentiero ad anello che attraversa vaste zone paludose e costeggia praterie umide e canneti, prima di ricongiungersi alla strada asfaltata. Questa è la migliore zona per osservare le anatre, durante linverno, ed i rallidi: è incredibile quanto si lascino avvicinare i polli sultani, le jacane, i Pellicani bianchi (Pelecanus onocrotalus) e le Oche elvatiche orientali (Anser anser rubrirostris). Da qui, inoltre, si dominano i prati umidi utilizzati dalle cicogne, dagli aironi e dalle Gru antigoni (Grus antigone) per il foraggiamento. Verso la fine del percorso è possibile notare un altro grande complesso di tane scavate dallIstrice indiano (vd. Cartina: punto e); presso tali cunicoli è facile osservare (durante lautunno e linverno) diversi esemplari di Pitone delle rocce, pigramente acciambellati al calore del sole mattutino. Chi volesse vederli ma non riuscisse a scovarli da sé, può rivolgersi ad una delle guide locali, che generalmente conoscono il sito alla perfezione. Prima di imboccare il sentiero consigliato, però, è assolutamente imperdibile una sosta presso il tempio "Keoladeo" (vd. Cartina: punto d). Qui, seduti su panchine in pietra tra palme ed alberi di Mango, è possibile osservare con facilità alcuni uccelletti interessanti: il Cuculo-sparviero comune (Hierococcyx varius), la Tortora delle palme (Streptopelia senegalensis), la Tortora dal collare rossiccia (Streptopelia tanquebarica), lUpupa (Upupa epops), la Ballerina nera indiana (Motacilla maderaspatensis) e molti altri si sono tanto abituati alla presenza umana che arrivano a posarsi a pochi metri dal turista; come se ciò non bastasse, la Civetta maculata (Athene brama) è sempre presente (anche di giorno) sugli alberi secchi vicini alla costruzione.
Il primo tratto di sentiero passa in mezzo ad aree paludose, per poi toccare ambienti più asciutti, di savana alberata con boschi radi e cespuglieti aridi (ottimi per il Rampichino maculato, vd. Percorso 2). Anche se la lista delle specie possibili in questa zona ricalca grosso modo quelle viste per i siti precedenti, una visita a questa porzione di parco è assolutamente raccomandabile vista la spettacolarità di certi scorci paesaggistici e per cercare di aumentare la propria check-list personale.
Proseguendo verso sud (dal tempio "Keoladeo") lungo la strada principale, dopo aver costeggiato alcune aree paludose, ci si addentra in una interessante formazione boschiva umida. Questo ambiente dà rifugio a numerosi mammiferi selvatici: qui è facile osservare, direttamente sul bordo della strada, cinghiali, antilopi Nilgau, sciacalli, manguste e macachi. Continuando ancora lungo la strada (che si snoda parallelamente al "canale Ghana"), si arriva fino al cancello meridionale del parco, dove si incontra una costruzione della Guardia Forestale. Qui, nei pressi di una chiusa in cemento, si supera il muricciolo di confine (con la bicicletta sulle spalle!) per poi tirare avanti, al di fuori del parco, lungo largine del canale. Lambiente che si incontra allesterno dellarea protetta è quello tipico della campagna coltivata indiana: campi di granturco, risaie e prati da foraggio si intercalano a vaste zone incolte; questo è lhabitat preferito da varie specie interessanti come la Pavoncella dalle caruncole gialle (Vanellus malabaricus), il Nibbio bianco, la Gru antigone ed il Garrulo comune (Turdoides caudatus). Lungo il canale e nelle prospicienti risaie è possibile osservare (in ogni periodo dellanno) lAnatra becco-macchiato e la Sterna di fiume indiana (Sterna aurantia). Alla fine della strada (dopo circa 1 km. dal confine del parco) si giunge sulla riva di un gigantesco bacino artificiale, recentemente scavato per raccogliere acqua piovana; questa viene utilizzata per irrigare le campagne circostanti e riempire le paludi del parco nazionale. Il lago, che si popola, durante i mesi freddi di migliaia di uccelli acquatici (anatre, oche e cormorani), costituisce il miglior sito, nei dintorni della riserva per lavvistamento di alcune specie rare ed interessanti: lAnatra bitorzoluta, il Gabbiano testa-bruna (Larus brunnicephalus), il Gabbiano di Pallas (Larus ichthyaetus), la Sterna ventre-nero (Sterna melanogastra) ed il Becco-a-forbice indiano (Rynchops albicollis) percorrono le sponde del lago volando in lungo e in largo, mentre lAquila di mare di Pallas (Haliaeetus leucoryphus) ed il Falco pescatore (Pandion haliaetus) sorvolano il bacino in cerca di incauti pesci.
Per finire, desidero proporre un breve itinerario ad anello che parte dallingresso del parco per poi ricongiungersi alla strada principale poco più a sud. Ho voluto di proposito lasciare per ultimo questo possibile sentiero in quanto sarebbe consigliabile percorrerlo verso il tramonto (o molto presto la mattina), magari al ritorno da una visita pomeridiana al resto del parco. Questo perché tale tragitto si snoda attraverso unarea cespugliosa rada particolarmente arida ed assolata, praticamente priva di vita durante le ore più calde della giornata. Questa zona è considerata la più favorevole del parco per losservazione dei mammiferi selvatici (sciacalli, manguste, gatti della jungla e cinghiali) oltre che di numerose specie ornitiche tipiche della macchia boschiva. Grossi e vocianti stormi di parrocchetti, buceri, garruli e Corvi delle case (Corvus splendens), infatti, usano confluire qui verso sera prima di ritirarsi nei loro "roost" notturni; tutto questo avviene mentre varie specie di tortore tubano ed il Cuculo dal ciuffo bianco-nero emette il suo monotono grido stonato. |
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