Quaderni di birdwatching Anno IV - vol. 7 - aprile 2002

Approfondimenti
Titolo
testo e tavole di Daniele Occhiato
Calandra Calandra

        LA GRANDE FAMIGLIA DELLE ALLODOLE (Alaludidae) conta una novantina circa di specie, in genere molto simili fra loro, tutte caratterizzate da abitudini terricole e da un piumaggio, tranne che in alcune specie e gruppi, piuttosto modesto. Da ciò deriva una certa difficoltà nell’identificazione della maggior parte delle specie, soprattutto per i meno esperti.

        Fra le specie problematiche rientrano sicuramente le coppie "gemelle" Calandrella (Calandrella brachydactyla) e Calandrina (Calandrella rufescens), nonché Calandra (Melanocorypha calandra) e Calandra asiatica (Melanocorypha bimaculata), piuttosto simili per forma, dimensioni, piumaggio, habitat, abitudini e vocalizzazioni.

        Per i birders e gli ornitologi italiani, per fortuna, le cose sono rese più semplici dal fatto che sia la Calandrina, sia la Calandra asiatica non sono normalmente presenti sul territorio nazionale; tuttavia, esse sono capitate accidentalmente alcune volte in Italia (2 sole segnalazioni per la Calandra asiatica, ma ben 22 per la Calandrina — Brichetti e Massa, 1999) pertanto non è mai da scartare l’ipotesi di aver trovato una di queste due specie durante una nostra escursione. Inoltre, la sempre più diffusa abitudine da parte dei birders italiani di recarsi all’estero per osservare gli uccelli, rende molto più probabile l’incontro con queste specie in quei territori ove sono normalmente presenti; addirittura tutte e quattro le specie possono essere osservate sul medesimo territorio in vaste porzioni dell’Asia minore e Medio Oriente (ad es. Turchia e Israele, due fra le mete preferite per questo tipo di viaggi).

        Scopo di questo breve articolo è, quindi, fornire le giuste "dritte" per una corretta determinazione di queste specie in natura; saranno pertanto illustrati e discussi solo quei caratteri strutturali e di piumaggio utili per l’identificazione sul campo.


 Calandrella e Calandrina

 Distribuzione e habitat

        La Calandrella ha una distribuzione tipicamente circunmediterranea, estendendosi poi verso Est dal mar Nero fino all’Asia centrale. E’ specie generalmente estiva, con solo pochi individui che si soffermano a svernare alle nostre latitudini, perlopiù in Grecia ed in Africa settentrionale.

 
Calandrella a Capraia - filmato di F. Di Pietra
        Frequenta invariabilmente ambienti xerici di pianura o di modesta altitudine, con vegetazione erbacea molto bassa e ampia presenza di terreno nudo, spesso in prossimità dell’acqua (bordi di laghi, rive di fiumi e anche dune costiere), ma può nidificare persino in aree più o meno intensamente coltivate.

        In Italia è ben distribuita al centro ed al sud, isole comprese; più scarsa e localizzata al nord.

        La Calandrina ha una distribuzione meno estesa e più meridionale, andando dalle isole Canarie al Nord Africa/Spagna centro-meridionale ad Est verso l’Asia minore e l’Iran. Le varie popolazioni sono perlopiù sedentarie o scarsamente migratrici. L’habitat tipico è in genere più arido rispetto a quello della Calandrella, con preferenza per le aree semidesertiche o steppose naturali, spesso nei pressi di zone umide e quasi mai in aree seppur moderatamente coltivate.


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Calandrella: individuo con assenza completa di macchie scure ai lati del collo
e con strie ai lati del petto quasi assenti [foto D. Occhiato - Turchia orientale]


 Struttura

        La struttura generale è piuttosto simile in ambedue le specie; tuttavia vi sono delle sottili differenze che possono essere di valido aiuto nella loro identificazione [Tav. 1].

        La Calandrina, pur essendo lievemente più piccola della Calandrella, appare spesso in natura più tozza, compatta e massiccia, con testa più grande e tondeggiante e collo più grosso; quest’aspetto compatto è accentuato dalla coda lievemente più corta rispetto a quella della Calandrella. Quest’ultima appare di solito più slanciata ed elegante, con testa lievemente più piccola e vertice appiattito.

tav. 1: [a] Calandrella - [b] Calandrina

        Ambedue le specie spesso evidenziano una piccola "cresta" sul vertice, nettamente più evidente nella Calandrella rispetto alla Calandrina.

        La struttura del becco [Tav. 1 e 2] è un buon carattere distintivo se osservato bene: nella Calandrina è chiaramente più tozzo e corto, con punta smussata e margine superiore della mascella convesso. Nella Calandrella il becco è di poco più lungo e spesso nettamente appuntito.

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Calandrella, individuo tipico. Notare la tipica silhouette, il becco appuntito, l'assenza di proiezione alare e le macchie scure ai lati del collo
[foto E. Vigo - fiume Trebbia, Piacenza]


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Calandrina, notare la forma compatta, la testa tonda, il becco corto e tozzo, l'assenza di sopracciglio nonché le striature sul petto e lungo i fianchi.
[foto D. Occhiato - Turchia orientale]



        E’ da notare, tuttavia, che la forma del becco ha un certo gradiente di variabilità in ambedue le specie, anche se la Calandrina non ha mai il becco così appuntito come nella maggior parte delle Calandrelle.

        Esiste, comunque, un carattere strutturale che di solito fa la differenza: la proiezione delle primarie.

        Nella Calandrella, come in molti altri alaudidi, le terziarie sono molto lunghe e coprono quasi interamente le punte delle primarie, ad ala chiusa. La Calandrina, al contrario, ha una ben evidente proiezione alare composta da 3 (-4) primarie regolarmente spaziate fra loro.

        E’ questo, quindi, uno dei primi caratteri da ricercare quando siamo nel dubbio, anche se bisogna sempre considerare la possibilità di avere di fronte una Calandrella con terziarie mutate ancora in crescita, o estremamente abrase o persino rotte, che lasciano quindi scoperte le punte delle primarie.

        In volo, la Calandrella appare lievemente più slanciata della Calandrina per la maggior lunghezza della coda, sebbene questo non sia un carattere su cui fare sempre affidamento (in questo caso è molto meglio basarsi sulle vocalizzazioni, piuttosto differenti nelle due specie).


 Piumaggio
 Testa

        La Calandrella [Tav. 2a] generalmente presenta un disegno della testa piuttosto marcato e contrastante, con sopracciglio bianco o biancastro parecchio esteso ed evidente, e striature scure dietro e sotto l’occhio anch’esse piuttosto marcate. Il vertice è moderatamente striato, spesso con colore di fondo rossiccio, mentre la fronte e le copritrici auricolari sono uniformi, senza strie.

        Nella Calandrina [Tav. 2b] di solito la testa è nettamente meno marcata e contrastante: il sopracciglio è quasi sempre poco evidente e pronunciato, meno biancastro ed il vertice è più debolmente striato. Le copritrici auricolari, inoltre, diversamente dalla Calandrella, sono di solito piuttosto striate, carattere questo più o meno evidente a seconda delle varie sottospecie; ad esempio, le popolazioni spagnole (C. r. apetzii) e quelle delle isole Canarie (C. r. polatzeki) presentano il massimo grado di striatura su vertice e faccia (sebbene non in tutti gli individui). Infine, nella Calandrina, quantomeno negli individui più marcati, sono spesso presenti una o più strie sub-malari scure, sempre assenti nella Calandrella.


tav. 2: [a] Calandrella - [b] Calandrina

 Petto

        E’ questo, di solito, l’altro miglior carattere per identificare le due specie.

        Nella Calandrella [Tav. 3], normalmente sono presenti delle debolissime striature ai lati del collo che quasi sempre diventano più grossolane al centro a formare due distinte macchie scure di forma vagamente semilunare.

        In pratica, si può affermare che questo sia il pattern più diffuso per la specie. Spesso, però, possono essere presenti solo le macchiette scure ai lati del collo e mancare del tutto le deboli striature o, al contrario, mancare del tutto le due macchie scure ed essere presenti solo le striature. A volte, raramente, le striature si estendono anche fino alla parte centrale del petto, imitando così il pattern della Calandrina (vedi sotto), anche se queste strie sono comunque sempre molto deboli e concentrate perlopiù ai lati del petto e del collo.


tav. 3: Calandrella [a] individuo tipico - [b] individuo senza macchie scure ai lati del collo: ben evidente il tipico pattern delle copritrici mediane

        Nella Calandrina [Tav. 4], i lati del collo e l’intero petto sono di norma diffusamente e marcatamente striati, molto più che in una qualsiasi Calandrella. Esiste comunque un certo gradiente nell’estensione di queste strie, con le popolazioni più occidentali (Spagna, Isole Canarie e, anche se in minor misura, quelle dell’Asia minore) che presentano le strie più marcate, mentre le popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente presentano striature più sottili e chiare, meno evidenti.

        Infine, a volte nella Calandrina le strie ai lati del petto si prolungano debolmente anche ai fianchi, carattere questo sempre assente nella Calandrella.


tav. 4: Calandrina [a] individuo tipico - [b] individuo molto marcato

 Ali

        Oltre alla già illustrata differenza strutturale per quanto riguarda la proiezione alare, vi è un altro carattere che può in una certa misura essere utilizzato in natura come elemento sussidiario per l’identificazione delle due specie: il pattern delle copritrici mediane e delle piume dorsali e scapolari.

        Nella Calandrella le copritrici mediane hanno la parte centrale scura più marcata ed evidente rispetto alla Calandrina (simile, in questo senso, al famoso "necklace" del Calandro (Anthus campestris) vale a dire un evidente disegno a "collana di perle" formato appunto dai centri scuri delle copritrici mediane che risaltano sul colore chiaro di fondo del resto dell’ala). Inoltre, le strie scure del dorso e delle scapolari sono mediamente più evidenti nella Calandrella rispetto alla Calandrina; in quest’ultima, spesso sono così poco evidenti da apparire come semplici deboli striature al centro della piuma (tipico delle popolazioni del Nord Africa e Medio Oriente).


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Calandrina ssp. polatzeki: individuo molto marcato, con ampie ed evidenti strie al petto, lungo i fianchi e alle copritrici auricolari
[foto D. Occhiato - Fuerteventura, I.le Canarie]
Calandrina ssp. polatzeki: individuo tipico di questa sottospecie, meno marcato rispetto a quello riprodotto nella foto a sinistra
[foto D. Occhiato - Fuerteventura, I.le Canarie]


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Calandrina ssp. polatzeki: individuo poco marcato e piuttosto rossiccio. Notare la tipica silhouette, il becco corto e tozzo e la proiezione delle primarie
[foto D. Occhiato - Fuerteventura, I.le Canarie]
Calandrina: individuo piuttosto marcato. Notare la tipica silhouette compatta, il becco corto e tozzo e la proiezione delle primarie
[foto R. Garavaglia - Lanzarote, I.le Canarie]


 Richiami e canto

        Piuttosto differenti fra le due specie e, in modo particolare il canto, di valido aiuto nell’identificazione.

        Nella Calandrella, il tipico richiamo è un corto, grattato e secco "drììp", a volte un più cinguettante "tcììrp". Nella Calandrina il richiamo è più prolungato e trillante, una specie di "di-rrrr-t" o "p-rrr-t".

        Il canto è molto diverso nelle due specie: quello più tipico della Calandrella è composto da corte frasi ripetute, della durata di 1 - 3 secondi, piuttosto musicali con note più o meno grattate messe qua e là, e con pause fra una frase e l’altra di 2 - 3 secondi. A volte, però, il canto può essere più duraturo e continuo, sempre composto dalle stesse note del canto breve, ma con incluse anche delle imitazioni di richiami di altre specie. Questo secondo tipo di canto è più simile a quello della Calandrina o di altri alaudidi.

        Il canto della Calandrina è tipicamente più continuo e prolungato, con molte note grattate, ronzanti, e molte imitazioni dei richiami di altre specie. E’ simile nel suo contesto al canto della Calandra e dell’Allodola.

        Entrambe le specie possono cantare sia da posate, sul terreno o su sassi, cumuli di terra ecc…, che in volo.


 Calandra e Calandra asiatica

 Distribuzione e habitat

        La Calandra ha una distribuzione piuttosto simile a quella della Calandrella, con le varie popolazioni generalmente residenti, tranne quelle dell’Asia centrale, tipicamente migratrici e svernanti più a sud. L’habitat frequentato è tipicamente di pianura o di altipiani, con ampia presenza di vegetazione erbacea folta e relativamente bassa, sia stepposa naturale che, specialmente, coltivata.

        In Italia è generalmente scarsa ed in diminuzione al centro, più comune in alcuni settori meridionali (Puglia, Basilicata) ed in Sicilia e Sardegna.

        Infine, la Calandra asiatica, come il nome stesso rivela, ha una distribuzione che va dalla Turchia/medio oriente (Israele) a Est fin verso l’Asia centrale. Frequenta ambienti simili a quelli della Calandra, ma spesso a quote maggiori, specialmente in quei territori ove sono presenti entrambe le specie; generalmente evita le zone coltivate, preferendo le steppe naturali o seminaturali.


 Struttura

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Calandra: individuo con disegno della testa piuttosto marcato e con ampie macchie ai lati del collo che si uniscono al centro del petto
[foto D. Occhiato - Turchia centrale]


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Calandra: stesso individuo della foto sopra. Notare la silhouette tipica, piuttosto differente da quella della Calandra asiatica
[foto D. Occhiato - Turchia centrale]


        Simili per struttura corporea, se osservate in modo superficiale, Calandra e Calandra asiatica presentano in realtà alcune evidenti differenze molto spesso utili per una corretta identificazione.

        La Calandra [Tav. 5a] appare di poco più massiccia e ben proporzionata rispetto alla Calandra asiatica, con testa lievemente più grande ed arrotondata, ed ali e coda più lunghe.

        La Calandra asiatica [Tav. 5b] è di poco più piccola (ma questa differenza è difficile da giudicare in natura, soprattutto in esemplari isolati) e si può notare, in genere, una silhouette più slanciata, con testa lievemente più piccola ma piuttosto squadrata e con vertice appiattito, ed ali e coda di poco più corte. Da posata, per queste caratteristiche spesso la Calandra asiatica ricorda un grosso Storno, immagine mai evocata dalla Calandra.

        Entrambe, in determinate condizioni, possono sollevare una modesta cresta, in genere più evidente e più spesso tenuta alzata nella Calandra asiatica (e probabilmente l’aspetto più squadrato della testa in quest’ultima è proprio dovuto alla maggior lunghezza delle piume del vertice).

        Ovviamente, tutte queste differenze non sempre sono evidenti dipendendo, infatti, dalla postura dell’uccello e da una certa variabilità individuale, ma in genere sono di aiuto nella separazione di questi due alaudidi.


tav. 5: [a] Calandra - [b] Calandra asiatica

        Anche il becco presenta, tipicamente, alcune sottili differenze: nella Calandra asiatica [Tav. 6b], infatti, questo è in proporzione di poco più lungo e massiccio, con il margine superiore della mascella spesso piuttosto arcuato, specialmente in prossimità del culmine; inoltre, il colore di base è giallastro (più acceso in primavera/estate) con margine superiore della mascella e punta della mandibola nerastri, rendendo così il becco chiaramente bicolore.

        Nella Calandra [Tav. 6a], il becco è lievemente più corto e meno massiccio, il margine superiore della mascella è meno arcuato ed il colore di base è carnicino-giallastro, mentre il bordo superiore della mascella è solo appena sfumato di scuro.

        Anche per la struttura del becco, tuttavia, esiste una certa variabilità e sovrapposizione, ma di solito questo è un buon carattere d’identificazione.

        Meno importante, sul campo, è la differenza nella proiezione delle primarie fra le due specie: nella Calandra asiatica, questa è composta di solito da 3 primarie ben spaziate fra loro, mentre nella Calandra di solito sono 4. Inoltre, nella Calandra asiatica, data la minor lunghezza della coda, la punta delle primarie arriva quasi fino alla punta delle timoniere, mentre nella Calandra la punta delle ali rimane nettamente dietro alla punta della coda. Ovviamente questi caratteri sono nettamente influenzati dalla postura del corpo e delle ali, nonché dallo stato di muta delle terziarie e delle primarie stesse; inoltre, data la diffidenza tipica di queste due specie, in genere non è facile avere una buona visione della proiezione alare.

        In volo, la differente silhouette fra la due specie è ancora più evidente, per la coda più corta e le ali più appuntite della Calandra asiatica rispetto alla Calandra; in effetti, in volo ancor più che da posata, la Calandra asiatica ricorda un grosso Storno. Inoltre, la coda viene tenuta generalmente aperta dalla Calandra asiatica e chiusa dalla Calandra.


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Calandra asiatica: individuo tipico. Notare la proiezione alare composta da 3 primarie, il disegno netto della testa e la forma ed il colore del becco [foto D. Occhiato - Turchia orientale]


 Piumaggio
 Testa

        Si possono riconoscere, fra Calandra e Calandra asiatica, delle distinte differenze nel pattern della testa.

        La Calandra asiatica [Tav. 6b] presenta di solito un disegno generale piuttosto marcato e dai colori più accesi, specialmente in primavera/estate: il sopracciglio è bianco e piuttosto esteso ed evidente, arrivando spesso quasi ad unirsi dietro alla testa, sopra la nuca; le redini presentano una marcata stria nerastra, così come piuttosto evidente è la stria scura al bordo superiore delle copritrici auricolari. Queste ultime sono più uniformi e rossiccio scure, rendendo molto contrastanti ed evidenti sia la mezzaluna bianca sotto l’occhio che la macchia ovale biancastra all’angolo anteriore delle copritrici auricolari stesse. Anche la stria nera semicircolare che separa le copritrici auricolari dalla mezzaluna bianca sotto l’occhio è molto evidente, così come la stria scura dietro l’occhio.

        Nella Calandra [Tav. 6a], tutti i toni e i colori sono più spenti, meno marcati e contrastanti. Il sopracciglio, biancastro, è meno esteso ed evidente (spesso notevolmente meno); la stria scura alle redini e quella dietro l’occhio (che delimita superiormente le copritrici auricolari) sono più sottili e chiare, e le copritrici auricolari stesse sono più chiare, senza toni rossicci e moderatamente striate di scuro. Di conseguenza, anche la semiluna biancastra sotto l’occhio e la macchia chiara all’angolo delle copritrici auricolari diventano molto meno evidenti.

        Questa è la situazione più tipica nelle due specie. Anche in questo caso, tuttavia, si può avere un’ampia variabilità dei caratteri della testa, ed anche un certo grado di sovrapposizione nel disegno generale fra le due specie (Calandre più marcate e Calandre asiatiche meno marcate); inoltre, nel piumaggio giovanile ed in autunno/inverno entrambe le specie mostrano un pattern generale meno marcato.


tav. 6: [a] Calandra - [b] Calandra asiatica

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Calandra asiatica: individuo tipico,
con cresta sollevata
[foto D. Occhiato - Turchia centrale]
Calandra asiatica: individuo tipico. Notare le 3 primarie esposte di colore bruno nonché il pattern caratteristico di testa e becco
[foto D. Occhiato - Turchia centrale]

 Petto

        Piuttosto simile nelle due specie, con lievi differenze non sempre di valido aiuto per l’identificazione a causa della variabilità individuale e geografica e dello stato del piumaggio.

        Entrambe le specie presentano distinte striature ai lati del petto e due evidenti macchie scure ai lati del collo. Nella Calandra queste macchie scure sono piuttosto ampie, di solito più che nella Calandra asiatica, e solo raramente si congiungono nel centro del petto tramite una sottile linea scura; nella Calandra asiatica, queste macchie sono in media più strette e molto spesso si congiungono nel centro del petto, a formare quasi una specie di sottile collare. Questo carattere, comunque, va valutato sempre con attenzione, poiché è nettamente influenzato dalla postura dell’uccello.

        Per quanto riguarda le strie laterali, esse sono di solito più estese ed evidenti nella Calandra, occupando ampiamente anche il centro del petto, mentre nella Calandra asiatica sono meno evidenti e più localizzate ai lati di petto e collo.

        Infine, il colore di fondo del petto di solito è biancastro nella Calandra asiatica e grigio-fulvo chiaro nella Calandra, sebbene questo sia un carattere non utilizzabile per l’identificazione sul campo per ovvi motivi di variabilità e di condizioni di piumaggio.

 Ali

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Calandra: individuo molto abraso e piuttosto atipico, simile per silhouette, struttura e forma del becco alla Calandra asiatica. Notare, tuttavia, il sopracciglio meno marcato, il becco interamente chiaro e le primarie molto scure, nonché la punta bianca di una o due secondarie sporgenti dalle terziarie (una terziaria è rotta o manca del tutto)
[foto D. Occhiato - Turchia centrale]


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Calandra: individuo chiaro. Notare le copritrici del sottoala piuttosto chiare, tipiche degli individui di questa regione
[foto D. Occhiato - Turchia sud-orientale]


        Simili all’apparenza nelle due specie, le ali presentano tuttavia alcune marcate differenze che le rendono probabilmente il più sicuro carattere d’identificazione.

        Ad ala chiusa, la Calandra presenta di solito un evidente contrasto tra le copritrici chiare e le remiganti molto scure, nerastre. Nella Calandra asiatica, invece, le remiganti sono brune, di tonalità media, e contrastano meno nettamente con le copritrici. Tuttavia, con il piumaggio abraso o scolorito per prolungata esposizione ai raggi solari, questa differenze diventano meno ovvie, e si possono trovare Calandre asiatiche con un contrasto fra copritrici e remiganti simile a quello presente nella Calandra.

        Con piumaggio nuovo, non abraso, e ad un’osservazione molto ravvicinata, anche il pattern delle terziarie può aiutare: nella Calandra asiatica queste sono ben contrastate, avendo centro scuro ben delineato e separato dal bordo della penna piuttosto chiaro; nella Calandra, invece, le terziarie sono più uniformi, con la parte scura centrale che sfuma gradatamente verso il bordo chiaro della penna.

        Le principali differenze, ad ogni modo, si rivelano con gli uccelli in volo. L’ala della Calandra [Tav. 7a] è molto caratteristica: il sottoala si presenta molto scuro, nerastro, con punta delle secondarie e delle primarie interne bianca a formare un ampio bordo posteriore chiaro molto evidente, persino da lontano. In realtà, le copritrici del sottoala sono più chiare rispetto alle remiganti, con la tonalità che schiarisce passando dalle copritrici maggiori alle mediane e, infine, alle minori, ma questo pattern è visibile solo da vicino, in buone condizioni di luce (sottoala illuminato direttamente dal sole) e, comunque, varia sia individualmente sia secondo la sottospecie considerata.

        La pagina superiore dell’ala ha un aspetto ancor più contrastato, avendo copritrici bruno chiare, remiganti nerastre ed esteso bordo esterno bianco.

        La Calandra asiatica [Tav. 7b] ha ali nettamente meno contrastate: il sottoala si presenta grigio-bruno uniforme, con solo un sottilissimo bordo chiaro (ma non bianco) alle punte delle secondarie, visibile in pratica solo con l’animale a distanza molto ravvicinata o addirittura in mano, e comunque soggetto a rapida abrasione. La parte superiore delle ali è analogamente piuttosto uniforme per le copritrici più scure e le remiganti più chiare rispetto alla Calandra.

        Come già detto all’inizio del paragrafo, per effetto dell’abrasione e della prolungata esposizione ai raggi solari, anche nella Calandra asiatica si può creare un contrasto nell’ala simile a quello della Calandra, ancor più evidente con l’uccello in volo; tuttavia, è sempre assente l’ampio margine posteriore bianco tipico della Calandra.


tav. 7: [a] Calandra - [b] Calandra asiatica

 Coda

        E’ un ottimo carattere d’identificazione, soprattutto in volo.

        La coda della Calandra asiatica [Tav. 8b] è caratteristica e ricorda nel disegno quella della Passera lagia e del Sordone: tutte le timoniere, tranne il paio centrale, presentano, infatti, un’ampia punta biancastra molto evidente e di uguali dimensioni in tutte le penne.

        Nella Calandra [Tav. 8a], invece, le timoniere esterne (T6) sono quasi completamente bianche (grigio-fulve solo nella zona basale del vessillo interno) e solo le altre tre coppie di timoniere T5, T4 e T3 (raramente anche T2), presentano una più o meno distinta punta biancastra, più ampia nel vessillo interno e di dimensioni via via decrescenti passando da T5 a T3. Ad ogni modo, queste punte chiare sono nettamente meno evidenti rispetto a quelle della Calandra asiatica e, a volte, sono così poco estese da sembrare assenti.

        L’esatto pattern della coda è più difficile da distinguere bene quando gli uccelli sono in volo alto contro il cielo azzurro, nonostante molto spesso la Calandra asiatica tenga la coda aperta a ventaglio mentre si libra cantando; è più facile, invece, da valutare mentre gli uccelli si stanno posando sul terreno o all’involo, meglio se con sfondo scuro.

        In condizioni ottimali (coda parzialmente aperta ed ali abbassate) i particolari della coda possono essere notati anche negli uccelli posati.


tav. 8: [a] Calandra - [b] Calandra asiatica

 Piumaggi giovanili

        Molto simili in ambedue le specie; le differenze strutturali sono meno nette e non di grande aiuto nell’identificazione.Gli unici caratteri utili sono il disegno delle ali e della coda, simili ai rispettivi adulti (sebbene nel giovane di Calandra gli apici bianchi di secondarie e primarie interne siano meno nette e definite rispetto all’adulto).

        Per fortuna, i giovani di entrambe le specie eseguono la muta post-giovanile abbastanza presto, assumendo un piumaggio di primo inverno molto simile a quello dei rispettivi adulti.


 Richiami e canto

        Nel complesso piuttosto simili in entrambe le specie e non facilmente distinguibili; sono pertanto di scarso aiuto in natura per chi non abbia una lunga esperienza diretta con entrambe le specie.

        Nella Calandra il richiamo è un secco, grattante e nasale "Tciu-rrìpp" o simile, a volte con note più liquide tipo "Klìì-rrttr". Il canto è molto variato, spesso prolungato, e comprende sia note secche e aspre, sia note liquide, sia note nasali, fra le quali sono inframmezzate molte imitazioni di altre specie presenti negli stessi luoghi abitati dalla Calandra.

        Il richiamo della Calandra asiatica è meno grattante e più breve di quello della Calandra, così come il canto, che di solito è anche meno variato e sostenuto, più breve e meno ricco di imitazioni.

        Entrambe le specie possono cantare in volo o da posate sul terreno o su un piccolo posatoio (sassi, cumuli di terra, staccionate).


Bibliografia

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  • Svensson, L (1992) Identification guide to European Passerines
  • Jonsson, L (1992) Birds of Europe - Helm
  • Roberts, T J (1992) The Birds of Pakistan Vol 2 (Passeriformes) - Oxford University Press
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  • Beaman, M & Madge, S (1998) The Handbook of Bird Identification - Helm
  • Mullarney, K, Svensson, L, Zetterstrom, D & Grant, P J (1999) Collins Bird Guide - Harper Collins
  • Brichetti, P. & Massa, B. (1999) Check-list degli Uccelli italiani aggiornata a tutto il 1997 in Brichetti & Gariboldi (1999) Manuale Pratico di Ornitologia vol 2 - Edagricole
  • Lindroos, T. & Tenovuo, O. (2000) The field identification of Calandra and Bimaculated Larks and their status in Europe - Alula, 1/2000, vol. 6, pp. 17-24

  • Ringraziamenti

    Un doveroso ringraziamento va all’amico Alessandro Sacchetti per la scansione delle diapositive.

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