Quaderni di birdwatching Anno IV - vol. 7 - aprile 2002

Approfondimenti
Titolo
testo e tavole di Matteo Lausetti

        LO SCOPO DI QUESTO ARTICOLO è quello di facilitare l’identificazione delle quattro specie della famiglia Stercorariidae regolarmente presenti nell’emisfero settentrionale. Essendo queste specie migratrici a lungo raggio, dotate di una spiccata tendenza all’erratismo, ne risulta abbastanza frequente l’incontro anche in aree apparentemente lontane sia dagli areali di nidificazione, sia da quelli di svernamento, sia dalle principali rotte di migrazione. È da considerare anche il fatto che, ad eccezione del Labbo codalunga, il quale risulta più spiccatamente pelagico delle altre tre specie, i rappresentanti di questa famiglia, contrariamente alla maggior parte degli altri uccelli marini, non disdegnano l’attraversamento di estesi tratti di terraferma, spingendosi ad attraversare addirittura l’Europa continentale per arrivare dalle coste settentrionali al bacino del Mediterraneo. Questo loro comportamento rende possibile sporadici incontri con questi affascinanti pennuti anche in bacini lacustri continentali estremamente distanti dalle coste marine.

        L’estrema variabilità cromatica da esemplare ad esemplare a qualsiasi stadio di crescita, può rendere l’identificazione di questi uccelli estremamente difficoltosa, in special modo se l’osservazione avviene da una certa distanza e se i soggetti in questione appaiono poco più che puntolini scuri tra le onde di un mare in tempesta.

        Cercheremo, quindi, di approfondire in particolar modo quei caratteri identificativi che risultano indipendenti dalle variazioni cromatiche individuali e che spesso sono anche relativamente poco influenzati dalle condizioni dell’osservazione.



 Stercorario maggiore (Catharacta skua)

        È il più grande delle quattro specie trattate, all’incirca delle dimensioni di un Gabbiano reale. Estremamente aggressivo nei confronti delle altre specie marine, molto legato al cleptoparassitismo e alla predazione di altri uccelli durante i periodi riproduttivi, quando frequenta le colonie, sottraendo, da queste, uova, nidiacei e, nelle specie di minor dimensioni e sprovviste dell’agilità necessaria alla fuga, come ad esempio il Pulcinella di mare, predando anche esemplari adulti. La sua attività di cleptoparassitismo coinvolge più o meno tutte le specie marine, da quelle di minori dimensioni, quali alcidi e sternidi, fino ai grandi gabbiani e addirittura alle specie più grandi quali la Sula. Generalmente l’attacco viene portato da un paio di individui nei confronti di uccelli che rientrano alla colonia dopo la caccia, costringendo la vittima a cedere il risultato della battuta di pesca e non raramente protraendosi addirittura fino alla morte del soggetto. Nonostante la sua spiccata aggressività nei confronti delle altre specie ornitiche, lo Stercorario maggiore non disdegna la pesca che pratica generalmente restando posato sulla superficie dell’acqua. Sovente segue le barche da pesca in gruppi anche numerosi.

        Appare molto massiccio, con collo tozzo, ali molto larghe e coda decisamente corta e di forma triangolare, lunga circa quanto la testa. Gli inglesi dicono che, in volo, il corpo dello Stercorario maggiore appare barrel-shaped, cioè a forma di barile, definizione che calza a pennello. La testa è tonda ed abbastanza grande, con becco decisamente massiccio.

        Il volo è condotto con lenti e potenti battiti d’ala simili a quelli dei grandi gabbiani, solo raramente intervallati da brevi planate. Solamente in condizioni di vento estremamente difficili assume un profilo di volo più irregolare, simile a quello delle berte.


Stercorario maggiore ripreso in Islanda, agosto 2001 - filmato di L. Ruggieri

        Carattere che accomuna tutti gli stadi di crescita dello Stercorario maggiore e che lo rende piuttosto facilmente identificabile, è l’ampia e bianchissima area alla base delle primarie, sia sulla parte superiore che su quella inferiore dell’ala, visibile anche ad alcuni chilometri di distanza. Solamente alcuni rarissimi giovani mancano di questo carattere sulla parte superiore dell’ala o presentano una zona chiara alla base delle primarie molto ridotta.

        Gli adulti presentano una colorazione marrone scuro con indistinte striature più chiare, più evidenti sulla nuca, sul groppone e sulle scapolari. La parte distale delle primarie, le copritrici delle primarie, le secondarie e le timoniere appaiono più scure del resto del piumaggio e tendono decisamente verso il nero. La base delle primarie si presenta, come in precedenza accennato, completamente bianca, formando un pannello chiaro decisamente evidente su tutte e due le superfici dell’ala. Questa area chiara si estende sulla pagina superiore dell’ala per circa il 25-30% della lunghezza delle primarie, mentre sulla pagina inferiore risulta circa il 35-40%. La coda è triangolare, leggermente a ventaglio e non presenta alcuna proiezione delle timoniere centrali evidente.

Stercorario maggiore
(foto G. Conca)


I giovani e gli immaturi sono, caso unico tra le specie trattate, molto simili agli adulti. Si differenziano principalmente per la colorazione più tendente al rosso fulvo, soprattutto nelle parti inferiori, che in buone condizioni di visibilità e se esposte in piena luce possono assumere una colorazione decisamente brillante e per la maggior uniformità nella colorazione, dovuta alla minor consistenza delle striature. Un altro carattere, che distingue i giovani Stercorari maggiori dai loro parenti più maturi, è la ridotta dimensione del pannello bianco dell’ala che risulta interessare circa la metà della porzione interessata negli esemplari adulti. Quest’ultimo carattere risulta, comunque, poco valutabile in natura in assenza di una possibilità di confronto diretto.

        Sia negli adulti che nei giovani, il becco e le zampe appaiono neri se osservati a distanza, mentre se osservati da vicino e in buone condizioni di luce presentano una colorazione grigio bluastra.

        L’identificazione di questa specie generalmente non presenta grosse difficoltà. L’unico dubbio può essere creato, in pessime condizioni di osservazione (grande distanza e scarsissima luce), dalle forme scure dello Stercorario mezzano, in particolar modo dai giovani, dai quali può essere distinto mediante l’osservazione della struttura generale: corpo più massiccio e di forma all’incirca ovale, privo di petto particolarmente prominente, testa e collo decisamente massicci, ali più larghe e non appuntite, porzione del corpo posteriore alle ali, comprendente groppone, sottocoda e timoniere, decisamente corto.


Stercorario maggiore Catharacta skua - Esemplari adulti

Lo Stercorario maggiore in Italia: quando, dove, perchè!
di Andrea Corso

Migratore di corto e lungo raggio, lo Stercorario maggiore è uccello pelagico in inverno, svernando nell’Atlantico settentrionale e centrale e, in piccolo numero, nel Mediterraneo centro-occidentale. Le rotte migratorie e i quartieri invernali differiscono tra le popolazioni e variano con l’età. La popolazione dell’Islanda migra soprattutto verso la costa nord-americana, mentre quella scozzese si sposta a sud lungo la costa atlantica europea, con movimenti concentrati in una fascia di 1-30 km dalla costa e che iniziano già da luglio con i giovani/immaturi, raggiungendo il picco delle partenze in agosto. I giovani al primo inverno svernano generalmente nel medio Atlantico, in un’area compresa tra la Penisola Iberica e le Isole Macaronesie, mentre gli uccelli al secondo e terzo anno mostrano maggiore dispersione toccando le coste caraibiche e brasiliane e l’estremo occidentale del Golfo di Guinea. Le acque iberiche segnano invece il limite di spostamento invernale per la maggior parte degli adulti. Molti immaturi, fino ai tre anni, restano tutto l’anno nelle aree di svernamento.
Non è possibile tuttavia indicare quale percentuale degli individui osservati penetri effettivamente nel Mediterraneo. Lungo la costa catalana, che appare l’area mediterranea più frequentata, nei mesi invernali gli adulti sarebbero più numerosi deigiovani (Furness, 1987) che invece probabilmente proseguono più a sud. A Malta sono riportate 18 segnalazioni, tutte dopo il 1966 (Sultana & Gauci, 1982; Gauci, 1987). Più recentemente però è stato osservato diverse altre volte (M.Sammut com. pers.). In Corsica è stato osservato per la prima volta nel 1978 (Thibault, 1983) e le segnalazioni ad oggi riportate sono circa 11 (Thibault & Bonaccorsi, 1999). In Tunisia sembra essere regolare e frequente soprattutto in inverno (GTO ined).
Considerato ancora raro ed irregolare in Italia da Moltoni & Brichetti (1978), è definito migratore regolare e parzialmente svernante da Brichetti & Massa (1999).
Le 56 osservazioni (relative a 57 ind.) documentate per l’Italia, per una specie ancora più pelagica e meno costiera dei congeneri, riflettono senz’altro la scarsità di osservazioni ornitologiche in mare.

Le segnalazioni italiane sono così ripartite:
Stagionalmente:
gennaio (6), febbraio (6), marzo (11), aprile (1), maggio (1), luglio (1), agosto (3), settembre (7), ottobre (6), novembre (4), dicembre (5); "autunno" (1); non determinate (3)

Temporalmente:
segnalazioni singole: 1882, 1927, 1931, 1934, 1959, 1963, 1967, 1968, 1969, 1971, 1981, 1983, 1985, 1988, 1989, 1991, 1992, 1994, 1995, 2000.
due segnalazioni negli anni: 1974, 1976, 1977, 1978, 1979, 1980, 1986, 1993, 1997, 2001
tre segnalazioni: 1975, 1996 e 1999.

Geograficamente:
Sicilia (28 segn.-36 ind.), Lazio (6), Friuli-Venezia Giulia (5), Lombardia (4), Emilia-Romagna (3), Sardegna (3?), Piemonte, Toscana e Campania (2), Veneto (1).

Da questi dati si evince come la specie è più frequente nelle acque italiane in periodo di svernamento e durante i passi, con un picco principale a marzo e uno a gennaio-febbraio. Il periodo di maggiore presenza, in linea con la fenologia degli altri stercorari, è quello dell’inizio della migrazione primaverile; se si considera, infatti, che 5 delle segnalazioni effettuate in febbraio sono state fatte nella terza decade del mese, quindi già imputabili a precoci movimenti migratori piuttosto che a individui svernanti. Il numero di osservazioni effettuate in febbraio-marzo è di 17 (30.3 %). Nel numero di individui osservati nei diversi singoli anni non si nota una differenza vistosa. In Sicilia però, dove si concentra il 50% delle segnalazioni, dal 1991 al 2001 la specie è stata osservata annualmente e sono state registrate 15 presenze (di 23 ind.) (Corso, Cardelli, Iapichino, Ientile, Aliffi e Terranova oss. pers.) a fronte di 13 dal 1934 al 1986 (Iapichino & Massa 1989) facendo così registrare un forte trend positivo. E’ verosimile quindi che un aumento effettivo delle presenze si sia verificato negli ultimi decenni, a seguito del notevole incremento della popolazione scozzese; in effetti più del 50% delle osservazioni italiane è avvenuto dal 1980 ad oggi. Il numero di segnalazioni per aree geografiche in Italia è di 15 al Nord, 8 al Centro e 33 al Sud, evidenziando una maggiore presenza nell’area meridionale. A conferma di questo dato la specie risulta rara in Francia, alto Tirreno e Adriatico mentre è regolare e frequente in Tunisia e in Sicilia.
Inoltre, la concentrazione nelle acque siciliane, maltesi e tunisine riflette una complessiva maggiore concentrazione invernale di uccelli marini in questo settore del Mediterraneo centrale. Alcune osservazioniinterne nel nord Italia potrebbero riferirsi ad individui che, occasionalmente, raggiungono il Mediterraneo attraverso il continente e che sono in genere di facile cattura perché notevolmente debilitati.
Per i casi in cui è riportata l’età, 10 segnalazioni sono riferite ad adulti, 14 ad immaturi-subadulti, 9 a giovani. Il quadro italiano in sostanza sembra confermare che sono soprattutto individui del secondo anno o juv. a penetrare nel Mediterraneo, per disperdersi lentamente verso Est nelle acque del basso Tirreno, canale di Sicilia e Ionio meridionale.



 Stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus)

 
Stercorario mezzano Stercorarius pomarinus
a, b, c, d Adulto in piumaggio riproduttivo
e Adulto forma scura
f, g Adulto in piumaggio non riproduttivo
h, i, l Giovane

 
        È il più grosso rappresentante del genere Stercorarius. Di struttura piuttosto massiccio, può ricordare in alcuni casi lo Stercorario maggiore ed apparire altrettanto imponente, anche se è sempre di dimensioni decisamente più ridotte. Il becco è piuttosto importante, la testa è grande e dal profilo simile a quella dei gabbiani di grandi dimensioni. Il petto è abbastanza pronunciato, il corpo massiccio, ma piuttosto allungato posteriormente, la coda è abbastanza lunga, in special modo durante il periodo riproduttivo, quando le due timoniere centrali si proiettano posteriormente in modo evidente (anche 10 centimetri o più). Le ali sono abbastanza lunghe, decisamente larghe alla base ed appuntite alle estremità.

        Come lo Stercorario maggiore, anche lo Stercorario mezzano è un potente ed agile predatore; durante la stagione riproduttiva si ciba principalmente di roditori, di uova e di nidiacei di altri uccelli. Al di fuori della stagione riproduttiva si ciba prevalentemente di pesce che si procura sia pescando che mediante il cleptoparassitismo ai danni di altri uccelli marini di medie e piccole dimensioni che perseguita grazie alla sua potenza e alla sua notevole agilità. All’occorrenza non disdegna comunque la predazione di uccelli di piccole e medie dimensioni né l’usufruire di occasionali pasti a base di carogne.

        Come gli altri rappresentanti del genere, lo Stercorario mezzano presenta una spiccata variabilità, sia per quanto riguarda la colorazione dei singoli individui, sia nel piumaggio caratteristico dei vari stadi dello sviluppo. Occorre quindi suddividere le descrizioni dei vari piumaggi tenendo presente che esistono comunque innumerevoli possibilità intermedie che non possono essere prese in considerazione singolarmente.


 Adulto in piumaggio riproduttivo

        Caratteristiche le due timoniere centrali estremamente lunghe che terminano con una forma vagamente a spatola. Le primarie presentano un’area bianca alla loro base che forma un pannello esteso e uniforme sulla parte inferiore dell’ala che interessa circa il 30-40% della loro lunghezza, mentre sulla parte superiore dell’ala la zona chiara risulta più ristretta (circa il 15-20%) e limitata alla parte centrale delle 5-6 primarie più esterne, in particolar modo alle rachidi delle penne.

        Il becco, ad eccezione della parte terminale che è nera, presenta una colorazione grigio rosato che in buone condizioni di luce può risultare visibile anche ad una certa distanza.

        FORMA CHIARA Presenta un evidente cappuccio nero che si estende dalla base del becco fino alla nuca e che scende sotto l'occhio fino sulla guancia. Le copritrici auricolari, la parte posteriore e i fianchi del collo presentano una sfumatura giallo ocra. Il mantello, il dorso, il groppone e le copritrici sono marrone grigio scuro. Le copritrici della parte inferiore dell’ala, le copritrici del sottocoda e il ventre sono marrone grigiastro. Il resto delle parti inferiori mostra una colorazione biancastra solo occasionalmente interrotta da sporadiche barrature scure in special modo sui fianchi. È spesso presente una banda pettorale grigiastra più o meno demarcata e più o meno estesa che può essere sia completa che incompleta.

        FORMA SCURA In questa specie le forme scure sono piuttosto rare. La colorazione è uniformemente scura, marrone grigiastra. Solo a breve distanza risultano distinguibili il cappuccio più scuro, i fianchi della testa e del collo che presentano una colorazione con sfumature color bronzo e le parti inferiori che appaiono leggermente più chiare di quelle superiori. Anche in questa forma risultano evidenti il pannello chiaro sulla parte inferiore dell’ala e le rachidi bianche delle primarie su quella superiore. Esistono varie gradazioni di colore intermedie tra la forma chiara e la forma scura.


 Adulto in piumaggio non riproduttivo

        Fino dal mese di Agosto la muta e l’abrasione del piumaggio cominciano a modificare l’aspetto dell’animale.

        FORMA CHIARA Le parti scure diventano meno definite e compaiono aree più chiare dovute all’abrasione e alle nuove penne che stanno crescendo. Le zone chiare presentano barrature e macchiettature scure. La banda pettorale diviene più estesa e più scura anche se difficilmente uniforme. Le copritrici delle timoniere, sia nella parte superiore che inferiore, divengono visibilmente barrate.

        FORMA SCURA Si notano minori differenze dal piumaggio estivo, a causa della colorazione scura che tende a uniformare l’aspetto dell’uccello. Solamente a distanza ravvicinata si notano leggere barrature color camoscio, in particolar modo alla base della coda.


 Giovane e immaturo

        Estremamente variabile, sia nella tonalità della colorazione che nel disegno formato da barrature e macchiettature.

        Carattere distintivo di questa specie è la caratteristica doppia pannellatura bianca sulla parte inferiore dell’ala formata dalle aree chiare alla base delle primarie e delle grandi copritrici delle primarie che appaiono come una doppia mezzaluna chiara visibile anche a distanze considerevoli.

        Altro carattere da considerare, anche se apprezzabile solamente in animali posati e a distanza ravvicinata, è la mancanza di file di macchiettature sui lati della testa, del collo e sulla nuca, sostituite da leggerissime barrature a forma di mezzaluna.

        In tutte le forme, le primarie, le secondarie e le timoniere sono nerastre e appaiono visibilmente più scure del resto del piumaggio.

        Le zampe sono grigio bluastre mentre le dita e la palmatura delle zampe sono nere.

        FORMA CHIARA Forme estremamente chiare sono particolarmente rare. Testa, fianchi, collo e parti inferiori sono barrate di marrone grigiastro o di grigio scuro. Parti superiori più scure con barrature color camoscio formate dalle marginature delle penne sul dorso, sul mantello, sulle scapolari, sulle terziarie e su tutte le copritrici delle secondarie. Le copritrici delle timoniere, il sottocoda e l’addome, fino alla parte posteriore dei fianchi sono visibilmente barrati.

        FORMA SCURA Sono abbastanza frequenti forme piuttosto scure che possono creare motivi di confusione con lo Stercorario maggiore. Uniformemente marrone scuro finemente barrato sull’addome e in prossimità della coda.

        Con il passare delle stagioni il piumaggio si modifica in modo graduale portando a numerose forme intermedie tra il giovane e l’adulto.

        Anche negli immaturi permangono alcuni caratteri che lo distinguono dagli immaturi delle altre specie, in particolar modo del Labbo, quali la struttura decisamente più massiccia, con ali larghe e meno appuntite, becco largo e massiccio, volo più potente e più simile a quello dei grandi gabbiani, assenza di striature sul collo e sulla nuca, più pesante barratura sulle parti inferiori, in particolar modo sulle copritrici della parte inferiore dell’ala, sui fianchi, sull’addome e sulle copritrici delle timoniere sia nella parte inferiore che superiore, pannelli chiari sulle ali estesi e molto visibili sia superiormente che inferiormente all’ala.


Profili in volo delle tre specie del genere Stercorarius
1 Stercorario mezzano
2 Labbo
3 Labbo codalunga

Confronto tra giovani posati del genere Stercorarius
1 Labbo
2 Labbo codalunga
3 Stercorario mezzano



 Labbo (Stercorarius parasiticus)

 
  Labbo Stercorarius parasiticus
a, b, c Adulto in piumaggio riproduttivo
d Adulto in piumaggio riproduttivo, forma intermedia di tipo scuro
e, f Adulto in piumaggio non riproduttivo
g, h, i Giovane

        Di medie dimensioni, esemplari particolarmente grandi possono sovrapporsi con esemplari estremamente piccoli di Stercorario mezzano ed esemplari molto piccoli possono essere più o meno delle stesse dimensioni di un grosso Labbo codalunga.

        Può assomigliare, sia per dimensioni che per aspetto, ad un grosso falco. Il volo è estremamente agile se non addirittura acrobatico soprattutto durante la caccia.

        Il comportamento è simile a quello dello Stercorario mezzano, comportandosi sia da predatore che da cleptoparassita, insidiando anche animali delle sue stesse dimensioni come gabbiani di piccole e medie dimensioni e a volte uccelli più grandi.

        Il piumaggio è estremamente variabile, sia negli adulti che negli immaturi, con esemplari scurissimi ed esemplari molto chiari che, comunque, negli esemplari immaturi, non risultano mai quasi bianchi come nel Labbo codalunga, ma mantengono sempre dei toni piuttosto caldi.

        Il pannello chiaro alla base delle primarie è piuttosto evidente nella parte inferiore dell’ala, mentre risulta, nei giovani, piuttosto ridotto nella parte superiore e negli adulti appare limitato alle sole rachidi delle 4-5 primarie pi esterne, risultando visibile solo a distanza ravvicinata.

        Il corpo è piuttosto cilindrico e non presenta un petto particolarmente prominente. Le ali sono più strette di quelle dello Stercorario mezzano e decisamente più appuntite.



 Adulto in piumaggio riproduttivo

        In tutte le forme le primarie, le secondarie, le grandi copritrici delle primarie nella parte superiore dell’ala, tutte le copritrici della parte inferiore dell’ala e le timoniere sono nerastre e contrastano in modo piuttosto evidente con il resto del piumaggio.

        Come gia accennato il pannello chiaro risulta ben visibile nella parte inferiore dell’ala, anche se di dimensioni non così estese come nello Stercorario mezzano e anche se negli esemplari più scuri appare di colore non proprio bianco ma un po’ grigiastro e dai contorni piuttosto sfumati. Sulla parte superiore dell’ala la zona chiara è limitata alle rachidi delle 5 primarie più esterne.

        Le due timoniere centrali si proiettano oltre le altre timoniere in modo abbastanza evidente e terminano con una forma appuntita.

        Il becco e le zampe sono grigio scuro e a distanza appaiono neri.

Labbo, adulto, forma di tipo chiaro
(foto G. Conca)


Labbo, adulto, forma intermedia di tipo scuro
(foto G. Conca)


        FORMA CHIARA Il cappuccio generalmente non raggiunge la base del becco, lasciando una piccola area più chiara, si estende sotto l’occhio in maniera più limitata rispetto allo Stercorario mezzano, fermandosi all’altezza delle redini, appare di colorazione leggermente più chiara che nelle altre specie congeneri non diventando mai nero, ma mantenendo sempre toni tendenti al marrone. Il dorso, le copritrici sia della parte superiore che inferiore dell’ala, il groppone, il ventre e le copritrici del sottocoda sono di colore grigio marrone decisamente uniforme. Le copritrici auricolari, la nuca e i lati del collo mostrano una sfumatura giallo ocra. La gola, la parte anteriore del collo, il petto, i fianchi e l’addome sono bianchi. Può essere presente una banda pettorale grigiastra di intensità ed estensione variabili.

        FORMA SCURA Risulta più comune tra gli esemplari provenienti dalla zona più meridionale dell’areale. Uniformemente marrone grigiastro se osservato a distanza, mentre se osservato a breve distanza possono essere evidenti il cappuccio più scuro e una colorazione di fondo, soprattutto nelle parti inferiori, decisamente più calda e più tendente al marrone rossiccio che nelle altre specie.

        Sono presenti forme intermedie nelle quali l’estensione della banda pettorale, che può essere anche completa, e della zona scura del ventre creano diversi gradi nel rapporto tra zone chiare e zone scure.


Differenti forme cromatiche nel Labbo - Adulti in estate
1 Forma chiara priva della banda pettorale
2 Forma chiara con banda pettorale incompleta
3 Forma chiara con banda pettorale completa
4 Forma intermedia. Questa forma risulta essere piuttosto rara
5 Forma intermedia, tipo scuro. Si nota il contrasto tra il cappuccio e i lati del collo
6 Forma scura


 Adulto in piumaggio non riproduttivo

        Il piumaggio comincia a cambiare a causa di muta e abrasione solo nell’autunno inoltrato.

        Non avvengono grossissimi cambiamenti. Questi si limitano a dare un aspetto più abraso e leggermente irregolare alle parti scure, a una fine barratura sulle copritrici delle timoniere sia nella parte superiore che inferiore e una sparsa barratura sulle parti chiare, in particolar modo sui fianchi e ai lati del petto.


 Giovane e immaturo

        Anche in questo caso la variabilità è estrema, anche se risultano più comuni le forme intermedie e più rare le forme estremamente chiare ed estremamente scure. In ogni forma rimangono costanti alcuni caratteri quali i toni caldi delle marginature chiare delle penne sulle parti superiori, come pure toni piuttosto caldi sono sempre presenti nelle parti inferiori. Il pannello bianco sull’ala risulta ben visibile nella parte inferiore e abbastanza visibile, anche se di dimensioni più limitate, in quella superiore.

Labbo, giovane alla prima estate
(foto G. Conca)


        Unico tra tutti gli stercoraridi presenta punte delle primarie chiare, carattere che risulta ben visibile quando l’animale è posato. Altro carattere di questa specie è una zona più chiara, color ocra o rossiccia, che comprende la nuca e la parte superiore del collo, che risulta abbastanza evidente sia durante il volo che quando l’animale è posato.

        In tutte le forme le primarie, le secondarie e le timoniere sono superiormente nerastre, visibilmente più scure del resto del piumaggio, mentre nella parte inferiore sono tendenti al grigiastro piuttosto sfumato che contrasta in modo più o meno evidente con le copritrici, non per intensità del colore quanto piuttosto per i toni piuttosto freddi delle remiganti e decisamente caldi delle copritrici.

        FORMA CHIARA Colore complessivamente marrone, più o meno scuro, sempre con toni piuttosto caldi tendenti al rossiccio. La testa e il collo sono striati di scuro in modo piuttosto evidente. Il petto, i fianchi, l’addome e il sottocoda sono barrati. Sulle parti superiori il mantello, le scapolari, le terziarie e le copritrici presentano marginatura chiara, color ocra, ben visibile e sempre di toni caldi. Le copritrici delle timoniere, sia superiormente che inferiormente, presentano marginature chiare più estese e più chiare del resto del corpo, che a volte possono formare delle barrature piuttosto pesanti.

        FORMA SCURA Complessivamente marrone scuro, con minor differenza tra le parti superiori e quelle inferiori. La testa e il petto presentano circa la stessa colorazione del dorso e del mantello. Sono sempre evidenti le marginature chiare, leggermente più grigiastre che nelle forme chiare, sulle parti superiori, mentre inferiormente le barrature sono molto poco visibili a causa dello scarso contrasto con il colore di fondo. Le striature sul collo sono visibili solo in corrispondenza dell’area chiara sulla nuca, che presenta una colorazione decisamente rossiccia. Le copritrici della parte inferiore dell’ala sono piuttosto scure e contrastano meno che nella forma precedente con le remiganti.

        Come per quanto riguarda le altre specie, lo sviluppo degli immaturi porta ad una pressoché infinita sequenza di variazioni successive, intermedie tra il giovane e l’adulto.


 Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus)

 
  Labbo codalunga Stercorarius longicaudus
a, b, c Adulto in piumaggio riproduttivo
d Adulto in piumaggio non riproduttivo
e, f, g Giovane
h Giovane particolarmente scuro

        Il Labbo codalunga è il più piccolo rappresentante dell’intera famiglia, circa delle dimensioni dei più piccoli esemplari di Labbo (circa 110 cm di apertura alare), ma decisamente più esile con corpo più slanciato, testa tondeggiante, becco più piccolo e ali decisamente fini, piuttosto lunghe e appuntite. Il petto è decisamente prominente e spostato in avanti rispetto al piano mediano del corpo.

        I pannelli chiari alla base delle primarie sono molto limitati o assenti.

        In ogni piumaggio presenta toni piuttosto freddi, assolutamente privi delle dominanze rossicce visibili nel Labbo.

        Il volo è più leggero, meno potente e più irregolare che nelle altre specie, per certi versi piuttosto simile a quello delle berte, soprattutto quando vola a pelo d’acqua sfiorando le onde con rapidi cambi di direzione e di quota.

        Rispetto ai congeneri, è meno dedito al cleptoparassitismo. Durante il periodo riproduttivo caccia soprattutto micromammiferi ed invertebrati, in particolar modo insetti. Il resto dell’anno cattura pesci ed altri piccoli organismi marini in superficie, mediante una tecnica di caccia assolutamente caratteristica per uno stercoraride: perlustra la superficie del mare volando ad una certa altezza scrutando le onde sotto di se con la testa decisamente puntata verso il basso (in modo simile, per certi versi, al modo di comportarsi di una sterna), quando individua una preda si ferma istantaneamente prendendo quota in modo improvviso e mantenendo la posizione, compie un rapido hovering per poi lanciarsi verso il basso sulla preda che cattura stando posato sull’acqua. Ovviamente quello descritto non è l’unico modo di alimentarsi in mare del Labbo codalunga, ma nel caso si osservasse uno stercoraride comportarsi in tal modo si può avere una certa sicurezza di trovarsi di fronte a questa specie, dal momento che nessuno dei suoi simili è mai stato osservata applicare una tecnica di caccia simile.


 Adulto in piumaggio riproduttivo

        Il carattere più peculiare di questa specie è rappresentato dalla smisurata proiezione delle due timoniere centrali che si protendono posteriormente alla coda anche per 20 o più centimetri, apparendo come due sottili filamenti molto flessibili.

        Il cappuccio è nero, estremamente compatto e si estende dalla nuca fino alle redini, raggiungendo la base del becco ma senza scendere sulle guance e fermandosi appena sotto l’occhio. Il mantello, il dorso, le copritrici e il groppone sono uniformemente grigio chiaro e contrastano in modo evidente con le primarie, le grandi copritrici delle primarie, le secondarie e le timoniere che sono grigio scuro tendente al nero.

        Sul collo e sulle copritrici auricolari è presente la solita sfumatura giallo ocra.

        La gola e il petto sono bianchi candidi mentre i fianchi, l’addome, il ventre e le copritrici del sottocoda sono di un grigio abbastanza uniforme che si va schiarendo anteriormente fino a sfumare nel bianco del petto. L’estensione di questa zona grigia è variabile a seconda delle due sottospecie esistenti. Nello Stercorarius longicaudus longicaudus (nidificante nella Penisola Scandinava, nella Russia settentrionale e nella Siberia artica occidentale) la sfumatura grigia si estende fino all'altezza del margine anteriore dell’ala, lasciando libera solo la zona del petto. Nello Stercorarius longicaudus pallescens (nidificante in Groenlandia, zone artiche del Nord America e della Siberia orientale) la sfumatura grigia si ferma all’altezza dell’addome e della parte posteriore dei fianchi, lasciando libera una porzione maggiore del corpo.

        Le copritrici della parte inferiore dell’ala sono grigio scuro uniformemente distribuito e non creano contrasto con le primarie e le secondarie.

        Risulta assente il pannello chiaro sulle primarie, delle quali si scorgono solamente la rachide bianca di quella più esterna nella parte inferiore dell’ala e su quella superiore si scorgono la rachidi bianche delle due più esterne.

        Il becco e le zampe sono molto scure apparendo generalmente nere.

        FORMA SCURA Conosciuta solo per alcuni rari esemplari della Groenlandia. Appare completamente marrone scuro di una tonalità più grigiastra e senza dominanti calde di quanto non siano le analoghe forme del Labbo.


 Adulto in piumaggio non riproduttivo

        La muta e l’abrasione cominciano a diventare evidenti nel tardo autunno.

        Le parti superiori divengono meno uniformi e assumono un aspetto più sporco. Il groppone e le copritrici delle timoniere mostrano un’evidente barratura.

        Il cappuccio diviene di colore meno compatto e dai margini meno definiti.

        Le timoniere hanno subito una forte abrasione e mostrano un profilo decisamente frastagliato, la proiezione delle due timoniere centrali è quasi assente e molto poco visibile.

        Le parti inferiori divengono barrate, soprattutto per quanto riguarda il sottocoda e i fianchi.

        Una fine barratura molto fitta e compatta scurisce la gola, parte del collo e il petto, formando un’evidente banda pettorale spesso completa.

        Le tonalità del piumaggio rimangono sempre piuttosto fredde.


 Giovane e immaturo

        Anche in questo caso i colori sono decisamente freddi.

        La colorazione è estremamente variabile, da esemplari chiarissimi, quasi completamente bianchi, fino ad esemplari molto scuri, quasi grigio ardesia.

        Le parti superiori sono grigie, generalmente più scure che negli esemplari adulti, fittamente barrate dalla marginatura chiara delle scapolari, delle terziarie e delle copritrici, marginatura di colore bianco o grigio chiaro, in ogni caso priva di toni caldi.

        La colorazione della testa è grigiastra meno contrastata e più uniforme che nelle altre specie, contribuendo ad un’espressione più aperta. Sulla nuca e sui lati del collo è presente una fine striatura, meno visibile che nel Labbo, che raggiunge i lati del petto. Questa stessa area, unica parte del piumaggio di questa specie, può mostrare una leggera sfumatura leggermente più calda.

        Il groppone, le copritrici delle timoniere e il sottocoda sono visibilmente barrati.

Labbo codalunga, giovane. Si notano i colori decisamente tendenti al freddo, le fini striature sulla nuca e sui lati del collo, il becco piccolo con angolo gonidale quasi assente e con parte terminale scura molto estesa, le rachidi delle due primarie più esterne bianche (foto D. Occhiato)

        Le parti inferiori sono finemente barrate di grigio lasciando, generalmente un’area più chiara nel centro dell’addome. È visibile una banda pettorale, generalmente completa, formata da finissime barrature grigie.

        Nella parte superiore, le primarie, le copritrici delle primarie e le secondarie sono scure, quasi nere e, ad eccezione che nelle forme estremamente scure, contrastano con il resto del piumaggio.

        Superiormente non è visibile alcun pannello chiaro sull’ala, appaiono chiare solamente le rachidi delle due primarie più esterne.

        La parte inferiore dell’ala presenta un aspetto piuttosto uniforme, le primarie e le secondarie sono grigiastre, decisamente più chiare che nella loro parte superiore, le copritrici sono fittamente barrate di scuro su fondo biancastro o grigio chiaro, mostrando poco contrasto con le remiganti. È visibile un pannello bianco alla base delle primarie di dimensioni abbastanza rilevanti, paragonabile a quello del Labbo.

        Le zampe sono grigio bluastro con piede nero.

        Le forme scure possono essere di colorazione molto uniforme fino a mostrare solamente i pannelli alari chiari ad interrompere l’unità cromatica.

        Come per le altre specie, l’evoluzione del piumaggio degli immaturi è molto graduale, portando a non poter definire dei piumaggi ben distinti, ma una sequenza di piccole variazioni intermedie tra i piumaggi del giovane e dell’adulto. Generalmente l’aspetto definitivo viene raggiunto al terzo anno di età con l’eccezione di una leggera barratura sul sottocoda e una banda pettorale leggera ed incompleta.


Comparazione delle teste dei giovani delle quattro specie trattate. Da notare le diverse forme della testa, le diverse proporzioni e forma del becco, la diversa estensione dell'area scura sulla punta del becco e il diverso disegno presente sulla nuca e sui lati del collo
1 Stercorario maggiore
2 Stercorario mezzano La parte scura del becco prende circa 1/3 della sua lunghezza. Becco massiccio con angolo gonidale pronunciato
3 Labbo La parte scura del becco è circa il 25-30% della lunghezza totale. Becco abbastanza esile con angolo gonidale poco evidente
4 Labbo codalunga La parte scura del becco varia tra il 40-50% della lunghezza totale, spesso arriva abbondantemente dietro l'angolo gonidale. Becco piccolo e piuttosto corto, con angolo gonidale poco pronunciato


Bibliografia

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