Quaderni di birdwatching | Anno IV - vol. 7 - aprile 2002 |
testo e tavole di Matteo Lausetti |
O SCOPO DI QUESTO ARTICOLO è quello di facilitare lidentificazione delle quattro specie della famiglia Stercorariidae regolarmente presenti nellemisfero settentrionale. Essendo queste specie migratrici a lungo raggio, dotate di una spiccata tendenza allerratismo, ne risulta abbastanza frequente lincontro anche in aree apparentemente lontane sia dagli areali di nidificazione, sia da quelli di svernamento, sia dalle principali rotte di migrazione. È da considerare anche il fatto che, ad eccezione del Labbo codalunga, il quale risulta più spiccatamente pelagico delle altre tre specie, i rappresentanti di questa famiglia, contrariamente alla maggior parte degli altri uccelli marini, non disdegnano lattraversamento di estesi tratti di terraferma, spingendosi ad attraversare addirittura lEuropa continentale per arrivare dalle coste settentrionali al bacino del Mediterraneo. Questo loro comportamento rende possibile sporadici incontri con questi affascinanti pennuti anche in bacini lacustri continentali estremamente distanti dalle coste marine. |
È il più grande delle quattro specie trattate, allincirca delle dimensioni di un Gabbiano reale. Estremamente aggressivo nei confronti delle altre specie marine, molto legato al cleptoparassitismo e alla predazione di altri uccelli durante i periodi riproduttivi, quando frequenta le colonie, sottraendo, da queste, uova, nidiacei e, nelle specie di minor dimensioni e sprovviste dellagilità necessaria alla fuga, come ad esempio il Pulcinella di mare, predando anche esemplari adulti. La sua attività di cleptoparassitismo coinvolge più o meno tutte le specie marine, da quelle di minori dimensioni, quali alcidi e sternidi, fino ai grandi gabbiani e addirittura alle specie più grandi quali la Sula. Generalmente lattacco viene portato da un paio di individui nei confronti di uccelli che rientrano alla colonia dopo la caccia, costringendo la vittima a cedere il risultato della battuta di pesca e non raramente protraendosi addirittura fino alla morte del soggetto. Nonostante la sua spiccata aggressività nei confronti delle altre specie ornitiche, lo Stercorario maggiore non disdegna la pesca che pratica generalmente restando posato sulla superficie dellacqua. Sovente segue le barche da pesca in gruppi anche numerosi. |
Stercorario maggiore ripreso in Islanda, agosto 2001 - filmato di L. Ruggieri |
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Stercorario maggiore Catharacta skua - Esemplari adulti |
Lo Stercorario maggiore in Italia: quando, dove, perchè! Migratore di corto e lungo raggio, lo Stercorario maggiore è uccello pelagico in inverno, svernando nellAtlantico settentrionale e centrale e, in piccolo numero, nel Mediterraneo centro-occidentale. Le rotte migratorie e i quartieri invernali differiscono tra le popolazioni e variano con letà. La popolazione dellIslanda migra soprattutto verso la costa nord-americana, mentre quella scozzese si sposta a sud lungo la costa atlantica europea, con movimenti concentrati in una fascia di 1-30 km dalla costa e che iniziano già da luglio con i giovani/immaturi, raggiungendo il picco delle partenze in agosto. I giovani al primo inverno svernano generalmente nel medio Atlantico, in unarea compresa tra la Penisola Iberica e le Isole Macaronesie, mentre gli uccelli al secondo e terzo anno mostrano maggiore dispersione toccando le coste caraibiche e brasiliane e lestremo occidentale del Golfo di Guinea. Le acque iberiche segnano invece il limite di spostamento invernale per la maggior parte degli adulti. Molti immaturi, fino ai tre anni, restano tutto lanno nelle aree di svernamento. Le segnalazioni italiane sono così ripartite: Da questi dati si evince come la specie è più frequente nelle acque italiane in periodo di svernamento e durante i passi, con un picco principale a marzo e uno a gennaio-febbraio. Il periodo di maggiore presenza, in linea con la fenologia degli altri stercorari, è quello dellinizio della migrazione primaverile; se si considera, infatti, che 5 delle segnalazioni effettuate in febbraio sono state fatte nella terza decade del mese, quindi già imputabili a precoci movimenti migratori piuttosto che a individui svernanti. Il numero di osservazioni effettuate in febbraio-marzo è di 17 (30.3 %). Nel numero di individui osservati nei diversi singoli anni non si nota una differenza vistosa. In Sicilia però, dove si concentra il 50% delle segnalazioni, dal 1991 al 2001 la specie è stata osservata annualmente e sono state registrate 15 presenze (di 23 ind.) (Corso, Cardelli, Iapichino, Ientile, Aliffi e Terranova oss. pers.) a fronte di 13 dal 1934 al 1986 (Iapichino & Massa 1989) facendo così registrare un forte trend positivo. E verosimile quindi che un aumento effettivo delle presenze si sia verificato negli ultimi decenni, a seguito del notevole incremento della popolazione scozzese; in effetti più del 50% delle osservazioni italiane è avvenuto dal 1980 ad oggi. Il numero di segnalazioni per aree geografiche in Italia è di 15 al Nord, 8 al Centro e 33 al Sud, evidenziando una maggiore presenza nellarea meridionale. A conferma di questo dato la specie risulta rara in Francia, alto Tirreno e Adriatico mentre è regolare e frequente in Tunisia e in Sicilia. |
Come lo Stercorario maggiore, anche lo Stercorario mezzano è un potente ed agile predatore; durante la stagione riproduttiva si ciba principalmente di roditori, di uova e di nidiacei di altri uccelli. Al di fuori della stagione riproduttiva si ciba prevalentemente di pesce che si procura sia pescando che mediante il cleptoparassitismo ai danni di altri uccelli marini di medie e piccole dimensioni che perseguita grazie alla sua potenza e alla sua notevole agilità. Alloccorrenza non disdegna comunque la predazione di uccelli di piccole e medie dimensioni né lusufruire di occasionali pasti a base di carogne. Come gli altri rappresentanti del genere, lo Stercorario mezzano presenta una spiccata variabilità, sia per quanto riguarda la colorazione dei singoli individui, sia nel piumaggio caratteristico dei vari stadi dello sviluppo. Occorre quindi suddividere le descrizioni dei vari piumaggi tenendo presente che esistono comunque innumerevoli possibilità intermedie che non possono essere prese in considerazione singolarmente.
Caratteristiche le due timoniere centrali estremamente lunghe che terminano con una forma vagamente a spatola. Le primarie presentano unarea bianca alla loro base che forma un pannello esteso e uniforme sulla parte inferiore dellala che interessa circa il 30-40% della loro lunghezza, mentre sulla parte superiore dellala la zona chiara risulta più ristretta (circa il 15-20%) e limitata alla parte centrale delle 5-6 primarie più esterne, in particolar modo alle rachidi delle penne.
Fino dal mese di Agosto la muta e labrasione del piumaggio cominciano a modificare laspetto dellanimale.
Estremamente variabile, sia nella tonalità della colorazione che nel disegno formato da barrature e macchiettature. |
Profili in volo delle tre specie del genere Stercorarius |
Confronto tra giovani posati del genere Stercorarius |
Può assomigliare, sia per dimensioni che per aspetto, ad un grosso falco. Il volo è estremamente agile se non addirittura acrobatico soprattutto durante la caccia. Il comportamento è simile a quello dello Stercorario mezzano, comportandosi sia da predatore che da cleptoparassita, insidiando anche animali delle sue stesse dimensioni come gabbiani di piccole e medie dimensioni e a volte uccelli più grandi. Il piumaggio è estremamente variabile, sia negli adulti che negli immaturi, con esemplari scurissimi ed esemplari molto chiari che, comunque, negli esemplari immaturi, non risultano mai quasi bianchi come nel Labbo codalunga, ma mantengono sempre dei toni piuttosto caldi. Il pannello chiaro alla base delle primarie è piuttosto evidente nella parte inferiore dellala, mentre risulta, nei giovani, piuttosto ridotto nella parte superiore e negli adulti appare limitato alle sole rachidi delle 4-5 primarie pi esterne, risultando visibile solo a distanza ravvicinata. Il corpo è piuttosto cilindrico e non presenta un petto particolarmente prominente. Le ali sono più strette di quelle dello Stercorario mezzano e decisamente più appuntite. |
In tutte le forme le primarie, le secondarie, le grandi copritrici delle primarie nella parte superiore dellala, tutte le copritrici della parte inferiore dellala e le timoniere sono nerastre e contrastano in modo piuttosto evidente con il resto del piumaggio.
FORMA SCURA Risulta più comune tra gli esemplari provenienti dalla zona più meridionale dellareale. Uniformemente marrone grigiastro se osservato a distanza, mentre se osservato a breve distanza possono essere evidenti il cappuccio più scuro e una colorazione di fondo, soprattutto nelle parti inferiori, decisamente più calda e più tendente al marrone rossiccio che nelle altre specie. Sono presenti forme intermedie nelle quali lestensione della banda pettorale, che può essere anche completa, e della zona scura del ventre creano diversi gradi nel rapporto tra zone chiare e zone scure. |
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Differenti forme cromatiche nel Labbo - Adulti in estate | |
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Il piumaggio comincia a cambiare a causa di muta e abrasione solo nellautunno inoltrato.
Anche in questo caso la variabilità è estrema, anche se risultano più comuni le forme intermedie e più rare le forme estremamente chiare ed estremamente scure. In ogni forma rimangono costanti alcuni caratteri quali i toni caldi delle marginature chiare delle penne sulle parti superiori, come pure toni piuttosto caldi sono sempre presenti nelle parti inferiori. Il pannello bianco sullala risulta ben visibile nella parte inferiore e abbastanza visibile, anche se di dimensioni più limitate, in quella superiore.
In tutte le forme le primarie, le secondarie e le timoniere sono superiormente nerastre, visibilmente più scure del resto del piumaggio, mentre nella parte inferiore sono tendenti al grigiastro piuttosto sfumato che contrasta in modo più o meno evidente con le copritrici, non per intensità del colore quanto piuttosto per i toni piuttosto freddi delle remiganti e decisamente caldi delle copritrici. FORMA CHIARA Colore complessivamente marrone, più o meno scuro, sempre con toni piuttosto caldi tendenti al rossiccio. La testa e il collo sono striati di scuro in modo piuttosto evidente. Il petto, i fianchi, laddome e il sottocoda sono barrati. Sulle parti superiori il mantello, le scapolari, le terziarie e le copritrici presentano marginatura chiara, color ocra, ben visibile e sempre di toni caldi. Le copritrici delle timoniere, sia superiormente che inferiormente, presentano marginature chiare più estese e più chiare del resto del corpo, che a volte possono formare delle barrature piuttosto pesanti. FORMA SCURA Complessivamente marrone scuro, con minor differenza tra le parti superiori e quelle inferiori. La testa e il petto presentano circa la stessa colorazione del dorso e del mantello. Sono sempre evidenti le marginature chiare, leggermente più grigiastre che nelle forme chiare, sulle parti superiori, mentre inferiormente le barrature sono molto poco visibili a causa dello scarso contrasto con il colore di fondo. Le striature sul collo sono visibili solo in corrispondenza dellarea chiara sulla nuca, che presenta una colorazione decisamente rossiccia. Le copritrici della parte inferiore dellala sono piuttosto scure e contrastano meno che nella forma precedente con le remiganti. Come per quanto riguarda le altre specie, lo sviluppo degli immaturi porta ad una pressoché infinita sequenza di variazioni successive, intermedie tra il giovane e ladulto. |
I pannelli chiari alla base delle primarie sono molto limitati o assenti. In ogni piumaggio presenta toni piuttosto freddi, assolutamente privi delle dominanze rossicce visibili nel Labbo. Il volo è più leggero, meno potente e più irregolare che nelle altre specie, per certi versi piuttosto simile a quello delle berte, soprattutto quando vola a pelo dacqua sfiorando le onde con rapidi cambi di direzione e di quota. Rispetto ai congeneri, è meno dedito al cleptoparassitismo. Durante il periodo riproduttivo caccia soprattutto micromammiferi ed invertebrati, in particolar modo insetti. Il resto dellanno cattura pesci ed altri piccoli organismi marini in superficie, mediante una tecnica di caccia assolutamente caratteristica per uno stercoraride: perlustra la superficie del mare volando ad una certa altezza scrutando le onde sotto di se con la testa decisamente puntata verso il basso (in modo simile, per certi versi, al modo di comportarsi di una sterna), quando individua una preda si ferma istantaneamente prendendo quota in modo improvviso e mantenendo la posizione, compie un rapido hovering per poi lanciarsi verso il basso sulla preda che cattura stando posato sullacqua. Ovviamente quello descritto non è lunico modo di alimentarsi in mare del Labbo codalunga, ma nel caso si osservasse uno stercoraride comportarsi in tal modo si può avere una certa sicurezza di trovarsi di fronte a questa specie, dal momento che nessuno dei suoi simili è mai stato osservata applicare una tecnica di caccia simile.
Il carattere più peculiare di questa specie è rappresentato dalla smisurata proiezione delle due timoniere centrali che si protendono posteriormente alla coda anche per 20 o più centimetri, apparendo come due sottili filamenti molto flessibili.
La muta e labrasione cominciano a diventare evidenti nel tardo autunno.
Anche in questo caso i colori sono decisamente freddi.
Nella parte superiore, le primarie, le copritrici delle primarie e le secondarie sono scure, quasi nere e, ad eccezione che nelle forme estremamente scure, contrastano con il resto del piumaggio. Superiormente non è visibile alcun pannello chiaro sullala, appaiono chiare solamente le rachidi delle due primarie più esterne. La parte inferiore dellala presenta un aspetto piuttosto uniforme, le primarie e le secondarie sono grigiastre, decisamente più chiare che nella loro parte superiore, le copritrici sono fittamente barrate di scuro su fondo biancastro o grigio chiaro, mostrando poco contrasto con le remiganti. È visibile un pannello bianco alla base delle primarie di dimensioni abbastanza rilevanti, paragonabile a quello del Labbo. Le zampe sono grigio bluastro con piede nero. Le forme scure possono essere di colorazione molto uniforme fino a mostrare solamente i pannelli alari chiari ad interrompere lunità cromatica. Come per le altre specie, levoluzione del piumaggio degli immaturi è molto graduale, portando a non poter definire dei piumaggi ben distinti, ma una sequenza di piccole variazioni intermedie tra i piumaggi del giovane e delladulto. Generalmente laspetto definitivo viene raggiunto al terzo anno di età con leccezione di una leggera barratura sul sottocoda e una banda pettorale leggera ed incompleta. |
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Comparazione delle teste dei giovani delle quattro specie trattate. Da notare le diverse forme della testa, le diverse proporzioni e forma del becco, la diversa estensione dell'area scura sulla punta del becco e il diverso disegno presente sulla nuca e sui lati del collo |
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