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UELLO DI CUI STO PER PARLARE non è un libro come gli altri di cui siete abituati a leggere in questa rubrica.
Sulla copertina cè scritto "romanzo". Il ritorno della madre nera non è una guida, infatti, ma il racconto, la storia e soprattutto le emozioni che si sono accompagnate alla scoperta della nidificazione di una coppia di Cicogna nera in Italia, in Piemonte.
Le emozioni di Lucio Bordignon, che nel libro parla di sé in terza persona. È "Gianni", che ama la natura già da bambino e scopre per caso, da adulto, una coppia di Cicogna nera nella brughiera. Solo dopo qualche anno di ricerca troverà il nido, potendo quindi seguire la nidificazione, la nascita, lo svezzamento, linvolo, proteggere i pulli dai bracconieri, seguire due dei nuovi nati mediante radio-tracking.
Lautore riesce bene a trasmettere il suo pensiero e soprattutto le proprie emozioni, tanto che a volte i dettagli ornitologici quasi stonano, ma possono invece interessare al lettore più "tecnico". Potrete leggere di remiganti e di differenze di piumaggio, così come di gracchi che ricordano bimbi delle favelas o di un saettone che ricorda il serpente sacro di Mosè!
Coinvolgente quando si legge cosa frulla nella testa di "Gianni", è meno incisivo, a mio giudizio, quando sono tratteggiati i pensieri di "Charlie", uno dei giovani di Cicogna nera seguito con radio-tracking.
Bordignon ci spiega bene quanto possa essere viscido e implacabile un bracconiere, contrapponendo, invece, l'indole mite dell'amico "Giacomo", cacciatore "moderato e rispettoso", che spara per mangiare la carne e "assaporare la vita e lo spirito del selvatico, nato e morto libero". Su questo punto forse non tutti concorderanno...
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