Quaderni di birdwatching Anno IV - vol. 7 - ottobre 2002

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Titolo
di Luciano Ruggieri

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        C’È UN ANGOLO della Sardegna occidentale che racchiude alcune tra le più importanti zone umide dell’intera isola, spesso di valenza internazionale: è la penisola del Sinis.

        L’area umida più nota, collettivamente indicata come stagni di Cabras, non è un’entità riconducibile ad una singola tipologia, ma comprende bracci di mare, stagni salmastri e d’acqua dolce, lagune e laghi dedicati all’allevamento intensivo ittiogenico, saline, paludi stagionali e stagni retrodunali, con una serie di ambienti di transizione che dipendono dalla commistione tra due elementi che hanno nei secoli plasmato questa terra: il Mar Mediterraneo e il fiume Tirso.

        In realtà, l’importanza naturalistica degli stagni del Sinis doveva essere un tempo di valore assoluto, visto che fino alla realizzazione completa delle bonifiche di Arborea, la linea di costa era modellata solo dal mare e dalle alluvioni del fiume Tirso che periodicamente contrastavano l’invasione dell’acqua salata costituendo una zona umida che doveva avere pochi uguali nel Mediterraneo centrale.

        Bonificata la palude in nome del progresso economico e sanitario (la malaria vi era endemica) della grande zona umida rimangono alcune vestigia tutt’ora molto importanti: lo stagno di Cabras, gli stagni di Mari ’e Pauli, lo stagno di Mistras, quello di Santa Giusta, e più a nord, Sa Salina Manna, lo stagno di Is Benas e infine, l’oasi LIPU di Sale Porcus.

        In questo primo contributo parleremo dello stagno di Cabras, di quelli di Mari ’e Pauli e di Mistras, che possono essere facilmente visitati nella stessa giornata.


 LO STAGNO DI CABRAS

        Si tratta di un enome lago di 3500 ha, adibito in parte alla piscicoltura e alla pesca. Per le dimensioni è difficilmente esplorabile nella sua interezza, ma alcune zone più ricche di avifauna sono raggiungibili facilmente dalla cittadina di Cabras e sono parzialmente attrezzate per il birdwatching.

        Le sue acque scarsamente salmastre e le sue sponde contornate quasi interamente da fragmiteto danno asilo a podicipedi, ardeidi, rallidi e ad anatidi. La Folaga e il Tuffetto, lo Svasso maggiore e lo Svasso piccolo sono ben rappresentati, mentre tra gli ardeidi sono presenti tutto l’anno, l’Airone cenerino, la Garzetta, l’Airone guardabuoi, l’Airone bianco maggiore, il Tarabuso, e nel periodo estivo, il Tarabusino. Migratore regolare e occasionale nidificante il Mignattaio. Presente tutto l’anno il Cormorano, con contingenti molto numerosi in svernamento. Tra le anatre, principalmente Mestoloni, Canapiglie, Germani reali, ma durante le migrazioni può capitare di tutto, anche l’ormai estinto come nidificante, Gobbo rugginoso.

        In periodo invernale l’area offre asilo ad alcune migliaia di uccelli acquatici tra cui spiccano le migliaia di Morette e Moriglioni, Mestoloni, Codoni, Alzavole, Svassi piccoli e maggiori, Smerghi minori e regolarmente in piccoli numeri, Oche selvatiche e Volpoche.


COME ARRIVARE

La parte meridionale dello stagno di Cabras può essere raggiunta percorrendo la strada provinciale che da Cabras va a Thàrros. Appena usciti dalla città, svoltando a sinistra per Thàrros, si percorre un grande ponte. Dopo averlo superato, svoltare immediatamente a destra su una strada sterrata che essendo in posizione dominante sullo stagno permette agevoli osservazioni.
La strada sterrata raggiunge dopo circa 1 km la punta della penisola e curvando a sinistra si perde nei campi.



 MISTRAS

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Piviere tortolino - foto M. Sighele

        Mistras è uno stagno salato che nella sua parte orientale è adibito a salina. L’ambiente è tipicamente quello sciafilo con salicornieto ben sviluppato. Poichè lo stagno è generalmente asciutto, con ampie zone di terreno nudo e scoperto alternato a pozze d’acqua, la zona è particolarmente adatta ai limicoli. Piovanelli pancianera e Gambecchi sono i limicoli più rappresentati durante i passi, ma può capitare di vedere Totani mori, Albastrelli, Pantane e Pettegole, Corrieri piccoli e Corrieri grossi così come i meno comuni Piovanelli, Gambecchi nani e Voltapietre, mentre tra i nidificanti è facile trovare Cavalieri d’Italia, Avocette e Fratini. Nelle zone più asciutte è nidificante l’Occhione. Tra le rarità: il Piviere tortolino (da agosto a settembre), che però è stato osservato nella parte occidentale dello stagno.


COME ARRIVARE

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Per raggiungere Mistras basta seguire le indicazioni per la Pescheria che si trovano in direzione diametralmente opposta rispetto al ponte sulla strada Cabras-Thàrros. Una strada secondaria costeggia un allevamento intensivo ittiogenico per poi perdersi sul mare. Appena dopo gli edifici della Pescheria girare a destra su una strada di terra battuta che porta direttamente ad attraversare lo stagno di Mistras. Se il livello delle acque è alto a causa delle pioggie questa strada può essere impraticabile. In alternativa seguire la strada a mare e poi girare su uno dei viottoli che vanno verso un rimboschimento di eucalipti. Qui ci si può fermare all’ombra e si può guardare verso lo stagno.
La parte occidentale dello stagno è invece accessibile da San Giovanni di Sinis (Tharros): poco prima di arrivare all'abitato si gira a sinistra e ci si dirige nella lingua di terra che divide in due lo specchio d'acqua a mo' di penisola.



 PAULI ’E SALI e MARI ’E PAULI

        Gli stagni di Mari ’e Pauli e Pauli ’e Sali sono sicuramente tra gli ambienti più interessanti dell’intero comprensorio di Cabras.

        Si tratta di tre piccoli specchi d’acqua che costituiscono il margine orientale dello Stagno di Cabras. Pauli ’e Sali è uno stagno rotondo piatto e basso, caratterizzato da ampie superfici di fango che affiorano dall’acqua e che danno asilo a diverse specie di sterne, ma anche i limicoli e gli ardeidi sono ben rappresentati in ogni stagione.

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Fenicotteri e Gabbiani rosei
a Pauli 'e Sali - foto M. Sighele


        L’area è di particolare importanza come sito di nificazione del Fraticello, che ha una numerosa colonia proprio di fronte all’unico capanno esistente, sono nidificanti anche la Sterna comune e Sterna zampenere mentre è più occasionale la presenza estiva della più rara Sterna maggiore. Sono anche regolari il Gabbiano roseo, il Gabbiano comune e ovviamente il Gabbiano reale mediterraneo.

        Fenicotteri onnipresenti: state attenti agli anelli. Nel luglio del 2001 ho potuto leggere anelli di Fenicotteri italiani (inanellati a Molentargius) ma anche di francesi e spagnoli: un Fenicottero francese nato nell’Etang de Fangassier nel 1992 ha viaggiato per mezzo Mediterraneo: nel 1994 era alle Saline di Sfax in Tunisia, nel 1997 è tornato in Camargue, nel 1999 era a Molentargius! O quell’altro, ben più erratico, nato nel 1995 a Fangassier, che nel 1996 era in Toscana (Orbetello, Diaccia Botrona), nel 1997 era tornato alla colonia nidificante a Fangassier, nel 1998 era alle Saline di Tarquinia, nell’estate del 1999 è stato osservato in parata nuziale a Orbetello, e ora era a Pauli ’e Sali in Sardegna!


Fenicotteri a Mari 'e Pauli e Pauli 'e Sali, luglio 2001 - filmato di L. Ruggieri

        Nei pressi dell’unico capanno rimanente, in quanto alcuni ignoti si sono preoccupati di dare alle fiamme quello situato nei pressi dell’ingresso della ZPS, c’è una buona possibilità di osservare in attività trofica sulle risaie la Pernice di mare, che nidifica qui in piccolo numero.

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Pollo sultano - foto G. Conca

        I due stagni di Mari ’e Pauli sono invece caratterizzati da acque più profonde, da vegetazione acquatica rigogliosa e da una ricca bordatura di fragmiteto: è l’ambiente preferito dal Pollo sultano che qui può essere osservato agevolmente, addirittura io l’ho potuto osservare in un breve volo!

        Comune e nidificanti il Fistione turco e la Canapiglia e probabilmente anche la Moretta tabaccata. Nel luglio del 2001 ho osservato anche alcuni Moriglioni. Aironi rossi a profusione, insieme a Garzette, Sgarze cuffetto, Aironi cenerini e bianchi maggiori, e Spatole.

        E’ il regno degli acrocefali di canna: Cannareccione e Cannaiola sono facilmente udibili in canto, ed è estremamente comune il Beccamoschino.


COME ARRIVARE

I due stagni di Mari ’e Pauli e Pauli ’e Sali sono raggiungibili dalla SP58 che congiunge Cabras a Nurachi. Dopo 1,2 km dall’abitato di Cabras una strada sterrata si stacca a sinistra sotto un gruppo di eucalipti. Esiste una palinatura che indica la zona umida, ma è scarsamente visibile. Seguire lo stradello per alcune centinaia di metri, poi girare a destra. Tenere la sinistra, dopo circa 300 metri si vede lo stagno di Pauli ’e Sali con il capanno bruciato. Uno stradello permette in macchina di contornare lo stagno e di raggiungere il secondo capanno.
Un secondo ingresso è dall’Idrovora dell’Angiola Beccia: si raggiunge da una strada che si diparte dalla SP58 girando a sinistra dopo circa 2 km dalla precedente. Presso l’Idrovora c’è un quadro orientativo generale dell’intera zona. Cento metri prima dell’edificio uno stradello permette di osservare bene i chiari di Mari ’e Pauli. Altri stradelli permettono di raggiungere la porzione occidentale dello stagno, ma se non si conosce bene la zona, si rischia di perdersi in mezzo alla campagna.

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        Non dimenticare di dare un’occhiata alle zone di campagna piatta e assolata che circondano gli stagni. Vi si possono osservare la Pernice sarda, è nidificante la Calandrella, la Cappellaccia, e se si è fortunati si può osservare il raro Grillaio. Durante il periodo invernale e delle migrazioni è possibile la sosta delle Gru.


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