Quaderni di birdwatching | Anno IV - vol. 8 - ottobre 2002 |
Tortora |
Lautofocus Praticamente tutte le fotocamere compatte digitali operano in autofocus; alcuni modelli di punta offrono anche la possibilità del fuoco manuale ma questa soluzione per motivi pratici è sconsigliabile, poiché la regolazione avviene con pulsanti e non con ghiere. Il monitor Nel digiscoping, lutilizzo del piccolo monitor LCD è lunico sistema per avere il controllo completo di inquadratura e messa a fuoco, poiché permette la visione diretta di quello che stiamo inquadrando col cannocchiale. Inoltre, in molti modelli di fotocamere compatte, esso è orientabile, cosa a mio parere essenziale nel digiscoping e prioritaria nella scelta della fotocamera da acquistare. Il formato immagine: quale utilizzare? Questo argomento della fotografia digitale inizialmente può sembrare piuttosto ostico ai principianti ma, in realtà, è meno complicato di quanto non sembri. Molte fotocamere dellultima generazione permettono larchiviazione anche nel formato TIFF; questo formato, al contrario di quello JPEG, non è un formato di compressione, pertanto non vi è alcuna perdita di dati digitali (e quindi di qualità dellimmagine). Lo svantaggio, di conseguenza, è che le immagini scattate occuperanno molto più spazio nella scheda di memoria, pertanto il numero di scatti che potremo immagazzinare sarà ancora inferiore. Tornando allesempio precedente, se con il formato JPEG alla minima compressione potevamo immagazzinare circa ottanta immagini (3 megapixel e scheda da 128 Mb), col formato TIFF non ne potremo immagazzinare più di 18! Qual è quindi il vantaggio del formato TIFF? Solamente lassenza di perdita di dati digitali, cosa utile nella fotografia professionale. Tuttavia, poiché la perdita di dati nel formato JPEG alla minima compressione è così piccolo da risultare quasi inesistente (comunque non visibile allocchio umano), a mio parere la cosa migliore nel digiscoping è quella di fotografare utilizzando appunto il formato JPEG alla minima compressione (salvo convertirlo poi in quello TIFF una volta scaricate le immagini nel computer). |
Dando per scontato che la qualità delle immagini che otterremo dipende soprattutto dalla qualità ottica del cannocchiale, due parole vanno comunque spese sugli oculari.
Normalmente io utilizzo lo zoom delloculare a 20X e vario lingrandimento dellimmagine tramite lo zoom della fotocamera; a 20X, infatti, la qualità ottica delloculare del cannocchiale è massima, e con lo zoom a 3 o 4X della fotocamera riesco ad ottenere lingrandimento sufficiente per la maggior parte delle situazioni. Se, poi, il soggetto che voglio riprendere è particolarmente lontano, aumento lingrandimento delloculare fino ad avere il risultato desiderato. In casi particolari, persino con loculare a 60X e zoom della fotocamera a 4X riesco ad ottenere immagini ferme e apprezzabilmente nitide, anche se la qualità generale dellimmagine è, ovviamente, inferiore. Vedremo in seguito come ottenere questi risultati. |
E questo uno strumento indispensabile secondo alcuni (me compreso), addirittura dannoso secondo altri. In effetti, il suo uso dipende principalmente dal tipo di fotografie che vogliamo ottenere: se il nostro scopo è quello di riprendere immagini che siano il più possibile simili a quelle su pellicola, allora lanello di raccordo è indispensabile. Se, però, la velocità operativa viene prima di tutto, lanello di raccordo può essere un ostacolo.
Come già detto in precedenza, possiamo mettere a fuoco il soggetto tramite lautofocus o con la messa a fuoco fissa allinfinito (se disponibile nella fotocamera).
Luso dellautoscatto nel digiscoping non è molto diffuso e si limita solo a poche situazioni, poiché richiede un requisito minimo indispensabile, e cioè che il soggetto sia immobile o quasi; diventa invece necessario per fotografare ad alti ingrandimenti (ma sempre con soggetti immobili). Ovviamente, lautoscatto può essere usato solo quando la fotocamera è collegata al cannocchiale tramite anello di raccordo ed il tutto è su cavalletto.
Oltre che utilizzare lautoscatto ed il cavalletto, per fotografare in scarsa luce ambientale possiamo anche aumentare gli ISO a 200 o persino a 400 (in alcune fotocamere anche fino a 800). In questo modo possiamo riuscire ad avere tempi di esposizione sufficienti per evitare il mosso. Lo svantaggio, come già ricordato, è una più o meno marcata perdita di qualità dellimmagine, che si manifesta come "rumore di fondo" elettronico, simile alla grana della pellicola tradizionale. E, quindi, ovvio che questa tecnica è più mirata ad ottenere immagini di uccelli rari o per ricerche ornitologiche, poiché la qualità complessiva delle immagini è piuttosto scarsa (almeno da 400 ISO in su).
Questa tecnica, poiché porta ad una qualità non eccelsa delle immagini finali, è utile solo se vogliamo riprendere specie rare o per studi ornitologici (ad esempio, piccoli particolari quali gruppi di piume, lettura di anelli metallici ecc..).
Per riprendere un soggetto con questa tecnica, nel caso in cui lautoscatto funzioni solo in autofocus, è necessario posizionare la testa delluccello al centro dellarea di rilevazione autofocus presente sul monitor, in modo tale che la fotocamera metta a fuoco correttamente lanimale (ricordiamoci che nelle foto di animali la testa deve essere sempre a fuoco, il corpo può anche non esserlo). Tuttavia, se la fotocamera dispone di una sola area centrale per il puntamento dellautofocus, puntare questarea sulla testa può portare a tagliare parte del corpo delluccello dallinquadratura; in questo caso è necessario puntarla sul centro del corpo e sperare che la testa venga a fuoco. Con le fotocamere dotate di più aree di messa a fuoco, si può inquadrare il soggetto per intero e poi selezionare larea di messa a fuoco che punta sulla testa o quella più vicina ad essa (ad es. sul collo o sul becco). |
Per fotografare dalla macchina è necessario, però, munirsi di un attacco per il cannocchiale da fissare allo sportello o al finestrino dellauto, poiché non possiamo adoperare il cavalletto. La migliore soluzione, a mio parere, è luso di un morsetto per finestrino con montata su una testa a sfera con piastra estraibile (prerogativa, questultima, essenziale), in modo tale da agganciare e sganciare rapidamente il cannocchiale. In questo modo è persino possibile usare lautoscatto con tempi di posa lunghi, con risultati più che apprezzabili. Spesso io vado in giro in automobile, a lenta velocità e in strade poco trafficate ma ricche di uccelli, con il complesso cannocchiale/anello di raccordo/fotocamera montato fisso sulla testa a sfera, fermandomi per fotografare alloccorrenza, oppure tenendo il cannocchiale sul sedile dellauto e agganciandolo subito alla testa a sfera quando devo fotografare qualcosa (operazione molto rapida). Se, poi, voglio solo osservare qualcosa, in due secondi sfilo via la fotocamera ed utilizzo il cannocchiale in maniera canonica. |
Tarabuso - esempio di immagine ripresa dall'automobile, al massimo fattore di ingrandimento possibile, con oculare del cannocchiale a 60X e zoom digitale a 4X. Immagine ripresa con il complesso cannocchiale - anello di raccordo - fotocamera su morsetto da finestrino e testa a sfera. Uso dell'autoscatto per minimizzare il mosso (tempo di posa 1/30 sec, diaframma f 5.7). |
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