Quaderni di birdwatching | Anno IV - vol. 8 - ottobre 2002 |
Tenendo conto che loasi WWF di Orbetello, qui sicuramente al centro del nostro interesse, è aperta al pubblico dalle ore 10 (vedi avanti), litinerario che suggerisco è il seguente: visita mattutina allo Stagnetto di Albinia; poi, in periodo invernale, si può controllare la laguna per strolaghe ed anatre marine dal molo di Orbetello, mentre nel periodo primaverile si può velocemente esplorare la Patanella; quindi, finalmente, visita allOasi, dove si può concludere la mattinata. Di pomeriggio visita dellarea denominata Stagnino e Stagnone (ma dinverno vi è consentita la caccia) o, in alternativa, si procede oltre Orbetello fino al casale della Giannella, dalla parte opposta della Laguna di Ponente, da dove si può osservare la Laguna stessa o fare seawatching. Se non ci si è già stati prima, conclusione della giornata presso la Patanella. Se si ha a disposizione una seconda giornata, si può andare in cerca di passeriformi (ed altro) sia nelle zone più interne dellarea (in particolare seguendo la strada che lascia lAurelia subito a sud di Talamone e si dirige verso Magliano), sia sul promontorio dellArgentario. |
Quello che è comunemente noto come Stagnetto di Albinia non è altro che lestremità nord della laguna di ponente, dove la minore salinità delle acque favorisce lo sviluppo del canneto. |
Informazioni presso lUfficio Oasi WWF di Orbetello, telefono 0564-870198, localita Ceriolo III, Albinia, oppure presso il Centro di Educazione Ambientale del WWF, telefono 0564-820297. Apertura da settembre a fine aprile, i giorni di giovedì, sabato e domenica dalle 10 alle 14 LOasi di Orbetello, grazie alla sua varietà ambientale, è una delle zone più importanti per la sosta, lo svernamento e la nidificazione degli uccelli in Italia ed è gestita dal WWF fin dal 1971.
Molti i limicoli svernanti, ma è soprattutto durante le migrazioni autunnale e primaverile, soprattutto se il livello dellacqua è ideale (questo spesso dipende dai venti, se soffiano dal mare lacqua è di solito troppo alta), che si osservano decine e decine di avocette, totani mori, pantane, albastrelli, combattenti, gambecchi, piovanelli, ecc. e rarità come il piro piro terek, il gambecchio frullino e il falaropo beccosottile. Tra le tante altre rarità osservate nel corso degli anni nelloasi, cito solo loca colombaccio, il capovaccaio, laquila anatraia maggiore, lo storno roseo. |
Il primo tratto del bosco è costituito da pino domestico, dove dinverno trovano rifugio diversi esemplari di gufo comune (è facile osservarli allimbrunire). Il cuculo dal ciuffo è stato spesso osservato alla Patanella e soprattutto dove la macchia è più bassa, non è raro imbattersi nella magnanina. Proseguendo a destra ci si affaccia sulla laguna da un capanno. Da qui è possibile osservare un isolotto recentemente colonizzato da poche coppie di sterna comune e di fraticello. Continuando lungo il percorso (questo è ad anello e termina allingresso della Patanella) si procede finalmente dentro la sughereta e tra una folta macchia di corbezzolo, lentisco e fillirea, dove si nascondono molti silvidi e altri passeriformi. I gruccioni e le upupe sono molto comuni nelle zone più aperte. |
Alle aree dello Stagnino e dello Stagnone ci si arriva ritornando al crocicchio dove abbiamo preso la sterrata per la Patanella e svoltando a destra lungo una larga sterrata. Questa, dopo un chilometro e mezzo circa, si ferma proprio di fronte alla laguna, fra gli odori pestilenziali delle alghe e di altro materiale in decomposizione, che in questa zona vengono accumulati. Conviene parcheggiare sotto gli eucalipti e procedere spediti verso la laguna per evitare il soffocamento, soprattutto destate! Giunti alla laguna, di fronte e sulla destra ci sono di solito delle aree con acqua bassa, ottime per i limicoli. Già a febbraio si concentrano le pittime reali, a marzo il combattente è la specie più abbondante. Si possono osservare piccoli gruppi di piovanelli, piovanelli maggiori, pivieresse e beccacce di mare assieme ai più comuni piovanelli pancianera e gambecchi. E facile osservare anche il meno comune gambecchio nano. Il chiurlo maggiore si concentra in queste aree spesso in folti gruppi.
Proseguendo da dove si è lasciata la macchina verso sinistra si va invece verso le aree dello Stagnino e dello Stagnone. Tuttavia, consiglio di evitare di spingersi troppo oltre il primo canale che sincontra lungo il percorso sia per la presenza dei fenicotteri, i quali sembrano essere particolarmente sensibili al disturbo antropico (vi è stata, infatti, apparentemente per questo motivo, una sola nidificazione finora, nonostante la presenza costante di questi bellissimi uccelli da molti anni) sia per una garzaia nella quale nidificano aironi cenerini e garzette. Dinverno la zona è aperta alla caccia e, tranne che nei giorni di chiusura di questa, non conviene andarci. |
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Al casale della Giannella (dove vi è una foresteria del WWF) ci si arriva proseguendo dalla diga di Orbetello verso lArgentario, si svolta a destra verso Porto S. Stefano e quindi dopo 3 km circa ancora a destra per il tombolo della Giannella. Dopo qualche chilometro sulla destra si trova lindicazione per il casale. Qui cè un capanno che dà sulla laguna. Dinverno sicuramente conviene anche prendere lo stradello che conduce sulla spiaggia dato che in mare qualche strolaga mezzana è sempre presente. |
Numerosi sono i sentieri che attraversano il Monte Argentario e sicuramente molti si prestano per fare delle belle camminate assieme a dellottimo bird-watching. Quello che preferisco corrisponde alla strada in parte asfaltata (comunque molto malmessa) e in parte sterrata che corre lungo il tratto di costa meridionale dellArgentario, da Porto Ercole verso Torre dellAvoltore, quindi Torre delle Cannelle e infine Torre della Maddalena. La macchia è molto bella e sono osservabili molte specie di silvidi (magnanina, magnanina sarda - unico sito continentale italiano per questa specie -, sterpazzolina, occhiocotto, sterpazzola), così come la monachella, il passero solitario e il ben più raro zigolo capinero. Il biancone volteggia spesso a caccia delle sue prede favorite, i serpenti. |
Ringraziamenti Ringrazio mio fratello Daniele per la scansione delle diapositive, Alessandro Laurenti, guardia dell'oasi di Orbetello, per le informazioni fornitemi e Roberto Garavaglia per la preparazione delle cartine. |
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