OTRÀ SEMBRAR RETORICO, soprattutto per i vecchi lupi del birdwatching, il fatto di riproporre uno storico best seller del calibro de Il Falco Pellegrino, scritto da J. A. Baker e edito ben trentacinque anni or sono (1967). Ma, in effetti, credo che ad alcuni nuovi appassionati di BW (ma forse anche a qualche vecchio lupo), sia fino ad ora sfuggito questo titolo.
Un libro che dovrebbe stare nella libreria di ogni buon birdwatcher dunque, a far da spartiacque tra la sezione dedicata ai testi ornitologici e quella dedicata ai romanzi, perché è quella la sua collocazione. Quello che Baker ha creato in questo libro, è difatti la fusione tra il taccuino di campagna del naturalista tradizionale e la letteratura più classica, quella del racconto in prosa o del romanzo.
Buona parte del libro è dedicata al resoconto cronologico delle osservazioni effettuate dall'autore sul campo, l'ambientazione è quella della costiera inglese. La capacità di Baker nel descrivere paesaggi, situazioni ambientali ed animali, è quantomeno affascinante. Le sue parole scorrono sulla carta, come il pennello di un pittore traccia linee sulla tela, e mentre si legge, i territori descritti si concretizzano pian piano nella mente del lettore; le ombre, i colori che sfumano nelle foschie, il moto ed il fragore dell'oceano, il vento ed i profumi da esso portati si fanno reali e quando la suggestione ci coglie, per un istante sembra di esserci, di vivere noi stessi quella terra e di condividere con l'autore le medesime emozioni, provate a caldo, sulla pelle.
I personaggi che popolano ed animano il territorio descritto nel racconto, sono uccelli dai nomi esotici, a prima vista quasi rubati da un libro di Tolkien. Difatti i nomi delle specie sono stati tradotti dall'inglese all'italiano, in maniera letterale, ed è così che per esempio un Germano reale diviene un mallardo, ed il Pellegrino maschio (il protagonista), un terzuolo.
Vengono ritratte situazioni distese, di pacifica convivenza tra specie ove l'abbondanza è per tutti: per gli uccelli che trovano in quei luoghi grande disponibilità alimentare, nonché per lo scrittore ed il lettore, che vivono rilassatamente piacevoli giornate di "grasse" osservazioni.
Ovviamente non mancano le scene d'azione, raccontate con suspance e vibrante emozione, ove i pellegrini sferrano feroci attacchi alle loro prede, mentre migliaia di uccelli impazziti dal terrore, roteano disordinatamente ovunque.
Il Falco pellegrino esercita in Baker una potente attrazione, che diviene stimolo di studio e ricerca scientifica attraverso l'annotazione dei dati da lui raccolti. Ma il lato emotivo che lo lega al rapace, si manifesta in lui in maniera sempre più ossessiva, ed è così che il Pellegrino diviene suo compagno e suo rivale, sua preda e suo predatore, suo assassino e suo profeta, ne diventa quasi succube e ne cerca il confronto per autodifesa.
Il falco pellegrino appartiene ai grandi classici della letteratura mondiale del XX secolo, da cui si deduce che la sua lettura non sia riservata ai soli appassionati di avifauna. Ma a loro più che ad altri, la lettura di questo libro dovrebbe portare alla riflessione ed al confronto tra l'ornitologia statistica e quella romantica, un legame talvolta scomodo ma indissolubile che ogni birdwatcher ha provato, almeno una volta, sulla propria pelle.
Attualmente il libro è reperibile in lingua italiana in due versioni: la prima, economica, della Muzzio Ed., e la seconda, più lussuosa, della Rizzoli Ed., mentre il volume in mio possesso è stato edito da Arnoldo Mondadori Ed. (la prima edizione tradotta in italiano nel 1969).
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L'immagine della cover qui sopra è della versione inglese The Peregrine edita nel 1986 da Idaho Research Foundation e in vendita da amazon.co.uk
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Sempre su amazon.co.uk sono reperibili altre edizioni tra cui una edita da Collins nel 1967 a £2.25
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In Italia l'edizione Muzzio è reperibile su EDIT.IT a Euro 13,43
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