Quaderni di birdwatching | Anno V - vol. 9 - aprile 2003 |
di Andrea Corso |
ER ANNI GLI ORNITOLOGI ITALIANI hanno guardato agli uccelli rari ed irregolari, per non parlare dei veri e propri accidentali, esclusivamente come una semplice curiosità, come un uccello "sbandato" arrivato per caso nel nostro paese. Il fenomeno veniva visto solo come evento del tutto casuale, di interesse limitato ai collezionisti prima (che erano alla ricerca di un pezzo raro per la loro raccolta di esemplari o per il loro museo) ed ai birdwatchers poi. Nessun valore scientifico è stato mai attribuito allosservazione ed alla ricerca delle specie che non risultavano migratrici, svernanti o nidificanti regolari.
In maniera del tutto discorsiva e semplice, seria ma colloquiale, cerco di fornire unanalisi mirata del problema. Di seguito riporto dunque una discussione punto per punto dei campi di studio in cui lanalisi delle segnalazioni di uccelli irregolari, rari o accidentali, fornisce interessanti dati e che può stimolare future ipotesi di lavoro e di indagine. Prima dellesame dei vari punti però, voglio riportare una breve visione generale delle cause per le quali un uccello giunge in unarea dove non dovrebbe arrivare. A spiegazione delle varie ipotesi riportate in questo articolo riporto diverse cartine geografiche con indicate le possibili o certe rotte di migrazione e la distribuzione degli areali di svernamento e nidificazione. Sebbene abbia cercato di essere quanto più preciso possibile (riferendomi a tutte le fonti, edite ed inedite, in mio possesso), si tratta solo di mappe indicative e fatte grossolanamente per indicare in linea di massima quanto viene riportato nel testo e dare subito un "colpo docchio" della questione e non vanno quindi prese come scientificamente circostanziate in tutti i loro dettagli. |
Dispersione post-giovanile: è cosa ben nota che dopo linvolo esista una dispersione giovanile in molte/tutte le specie di uccelli. Numerosi individui (probabilmente non tutti), spesso ancora in piumaggio giovanile (juv.), o subito dopo (quindi prima del normale periodo di migrazione) si disperdono dallareale di nidificazione casualmente (random) sul territorio. Qualcuno di questi individui si disperde verso nord, in direzione completamente opposta a quella normale. Di norma questi spostamenti sono di corto-raggio ma a volte possono spingersi per centinaia se non migliaia di chilometri (vedi in seguito). Una possibile spiegazione degli spostamenti a corto-raggio di questi giovani "inesperti" potrebbe essere quella di prendere conoscenza della geografia dellarea di nidificazione e visualizzare le caratteristiche del territorio. Questa esperienza immediata e precoce del territorio di nidificazione rende possibile un buon orientamento nellareale riproduttivo di nascita (a cui più o meno gran parte delle specie sono risultate essere fedeli) al primo ritorno (in molte specie dopo un paio di anni: per es. Nibbio bruno, Falco pescatore, Capovaccaio, ). Oppure, se negli anni seguenti lindividuo necessita di spostarsi dai dintorni dellarea di nascita, tornerà molto vantaggioso avere esperienza pregressa di altre potenziali aree favorevoli di nidificazione (in questo contesto si può inquadrare, in effetti, il fenomeno delle colonizzazioni di nuovi areali da parte di specie prima assenti nellarea). Unulteriore motivazione per tale erratismi post-giovanili sarebbe quella di scoprire adeguate zone di alimentazione differenti da quelle già estensivamente usate dagli adulti o da individui della stessa specie. Infatti, tali dispersioni non avvengono solo nelle specie migratrici: si possono verificare anche in specie sedentarie (ricerca fonti di cibo, nuovi areali ecc.). Al fenomeno di dispersione post-giovanile sono imputabili molte delle segnalazioni autunnali nel nostro paese di uccelli i cui areali sono prossimi allItalia. La dispersione a corto-raggio, infatti, può spiegare solo larrivo di specie con areali limitrofi: alcuni esempi effettivi o possibili possono essere la Locustella fluviatile in Italia settentrionale (assurdamente segnalata solo una volta con certezza, più altre 3 volte in maniera dubbia), il Pigliamosche pettirosso, la Balia caucasica dallAlbania e dalla Grecia alla Puglia (incredibilmente mai segnalata in questa regione certamente per mancanza di osservatori), la Cincia dalmatina (solo 4 segnalazioni: realisticamente potrebbero essere di più), lAverla maggiore meridionale (ca 30 segnalazioni), il Canapino levantino (incredibilmente mai segnalato con sicurezza), il Canapino pallido (che dovrebbe essere regolare nel nostro paese), lUsignolo maggiore in Italia nord-orientale (ormai regolare), lUsignolo dAfrica (ca 40 segnalazioni), il Picchio muratore corso (stranamente mai segnalato con certezza), lAverla mascherata (come per la precedente), ecc. A conferma di quanto detto, gran parte delle segnalazioni delle specie menzionate o simili sono imputabili ad individui juv o al 1° inverno. Over-shooting primaverile: certo non può sorprendere che alcuni individui di specie che viaggiano anche 2000/3000 km verso nord di ritorno dai quartieri di svernamento africani possano incorrere, in associazione a fenomeni di "vento di coda" (tail-wind), in errori di valutazione e trovarsi a sorpassare (over-shoot) i siti di sosta finale nellarea di riproduzione. Un uccello che oltrepassi la sua meta finale, è comunque molto probabile che riesca poco dopo a correggere la direzione e ritornare sui suoi "passi". Questo fenomeno avviene di norma durante forti venti meridionali (ad es. lo scirocco) e si può probabilmente attribuire soprattutto ad individui inesperti, ad esempio uccelli al 2° calendario (nella loro prima migrazione primaverile). A questo fenomeno si possono imputare le osservazioni primaverili di Monachella del deserto in Sicilia [Fig. 1], di Usignolo dAfrica in Sicilia, probabilmente di Balia caucasica in Italia centro-meridionale (ma non solo a questo fenomeno) [Fig. 2], ecc. |
Deviazione da vento/Wind drifting: influisce spesso e concorre col fenomeno dellover-shooting. Può influire però non solo spingendo eccessivamente in avanti un migratore ma deviando a est o ovest la sua rotta. La deviazione è di norma limitata e facilmente corretta per cui può essere la causa di arrivo di un accidentale la cui rotta normale è comunque vicina. Ad ogni modo, a volte può capitare che alcuni individui (magari debilitati, feriti o malati) spostino lasse lungo il quale stanno migrando anche di molti chilometri (es. Damigelle di Numidia nel maggio 2002 sullo Stretto di Messina - NB una delle 3 del gruppo aveva la zampa spezzata) e quindi tale fenomeno rientra anche tra quello dellerratismo a lungo-raggio descritto in seguito. |
Dispersione post-giovanile a lungo-raggio: la dispersione post-giovanile, già discussa, non include solo spostamenti a corto-raggio. In effetti, tali spostamenti possono interessare centinaia, spesso migliaia, di chilometri. Per ragioni varie (che siano climatiche atmosferiche o fisiologiche) alcuni individui proseguono nella dispersione post-involo per distanze molto elevate. Un lampante esempio conosciuto in bibliografia per lItalia riguarda un Cavaliere dItalia inanellato da pullus in Sicilia meridionale nel giugno del 1980 e ripreso lagosto seguente a Ferrara, a più di 1000 km! (Iapichino & Massa 1989). A questo tipo di spostamenti si possono imputare le segnalazioni autunnali in Italia di specie quali la Monachella del deserto [Fig. 1], la Monachella nera, la Pernice di mare orientale, il Corrione biondo, lUbara, lAllodola del Dupont e quella beccocurvo, la Silvia nana del deserto, il Piro piro Terek in Italia settentrionale, ecc. Abmigrazione: si indica con questo termine il fenomeno per il quale alcuni uccelli migratori seguono delle rotte inusuali per la specie a seguito dellunione di coppia con una specie diversa o con un individuo della stessa specie ma di una popolazione diversa (di un areale differente e quindi origine geografica distinta). Avviene di frequente nelle anatre: una Moretta tabaccata che sverni in un lago insieme a migliaia di moriglioni "settentrionali" potrebbe fare coppia con uno di questi e successivamente seguirlo sino al sito riproduttivo (in zone inusuali per la specie e dove risulterà una rarità). Una Moretta che arrivi per varie cause dallEuropa in Nord America, potrebbe accoppiarsi con una Moretta dal collare e poi tornare indietro insieme a questa nei luoghi di origine europei. Può altresì verificarsi per l"imbrancamento" di singoli individui in grossi stormi (flocks) di individui di specie simili. Avviene spesso in specie simili che condividono gli stessi areali di svernamento. Alcuni esempi potrebbero essere i Falchi cuculi orientali (Falco amurenis) segnalati sullo Stretto di Messina (4 segnalazioni omologate) (Corso & Dennis 1998; Corso et al. 1998; Corso 2000; Corso & Chatley in press). E verosimile che in areali marginali di svernamento (extralimital), singoli individui di questa specie si imbranchino con grossi stormi di Falchi cuculi e/o Grillai e passino linverno con questi. Alla partenza dello stormo, gli amurensis solitari ne vengono "catturati" e proseguono il viaggio seguendo tutti gli altri uccelli con i quali hanno condiviso linverno [Fig. 4]. Lo stesso avviene per le Poiane delle steppe (Buteo buteo vulpinus) che si osservano ogni primavera in migrazione con cospicui stormi di Pecchiaioli in maggio in Sicilia [Fig. 5]. E così via. |
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Fig. 4 Falco cuculo orientale - La linea rossa indica la possibile rotta in abmigrazione seguita dagli individui "catturati" in gruppi di Grillai e/o Falchi cuculi che hanno svernato assieme. L'areale di svernamento africano è tratteggiato in nero (e risulta simpatico soprattutto con Grillaio). La linea tratteggiata rossa e i punti interrogativi indicano possibili aree di dispersione; la linea rossa più netta indica una rotta più probabile di ritorno ai siti riproduttivi. La rotta abituale di migrazione è invece indicata in nero (frecce). |
Fig. 5 Poiana delle steppe - La freccia rossa larga e bordata di nero indica una rotta di abmigrazione degli individui che hanno svernato (areale in nero tratteggiato) insieme a grossi gruppi di Pecchiaioli. Le frecce rosse sottili indicano le rotte italiane. Il cerchio in rosso con punto interrogativo indica la possibile area di svernamento sconosciuta dell'Africa centrale dalla quale provengono gli individui che passano in marzo-metà aprile sullo Stretto di Messina (con piumaggio delle popolazioni occidentali). |
Migrazione inversa e Migrazione speculare: larrivo di un uccello accidentale a migliaia di chilometri di distanza dal suo areale/rotta normale non può sempre essere correlato a semplici condizioni atmosferiche: una "rarità" non può essere solo portata fuori rotta dal vento. Le distanze interessate sono così enormi che ogni iniziale disorientamento di un uccello in condizioni normali (fisiologiche) dovuto a cause metereologiche avverse verrebbe certamente compensato ben prima che questo giunga in un paese del tutto inusuale. Le rarità arrivano, la gran parte delle volte, perché hanno volato deliberatamente in una determinata direzione. Le ipotesi più ampiamente proposte e accettate (oggi anche studiate e provate) per spiegare gli erratismi a lungo (spesso lunghissimo) raggio, quindi larrivo di gran parte delle rarità, sono la "Migrazione inversa" e la "Migrazione speculare". La teoria della Migrazione inversa (Reverse Migration o Large-angle Misorientation), formulata per la prima volta da Robol (1969), contempla il verificarsi di una rotazione a 180° della rotta migratoria normale [Fig. 6 - Fig. 7]. Quindi, una piccola (piccolissima) percentuale di individui di una specie migratrice avrebbero la bussola interna invertita, percependo il nord come sud e viceversa. Data la sensibilità ormai provata di un uccello al campo magnetico terrestre grazie alle piccole particelle di magnetite presenti nel suo cervello, potrebbe essere che alcuni individui nascono con una polarità inversa in queste particelle. Si tratta solo di ipotesi e speculazioni che però sempre più di frequente trovano conferma in numerosi seri studi scientifici (es. Thorup 1998; Ullman 1989; Van Impe & Derasse 1994; Phillips 2000). La Migrazione speculare (Mirror-image), invece, definita e delineata da DeSante (1983), comporta una rotazione speculare della rotta. Ossia, se un uccello si dirige normalmente a sud-est, lindividuo aberrante si dirigerà a sud-ovest, se si dirige a est si dirigerà a ovest e così via [Fig. 6 - Fig. 7]. Comunque, che la migrazione sia inversa o speculare, se lindividuo sopravvive tramanderà alla prole (come ormai è provato che avvenga) per via genetica e/o di apprendimento la nuova rotta, e via dicendo per le altre generazioni. Gli esempi di rarità che arrivano nel nostro paese principalmente per questi due tipi di migrazioni aberranti sono numerosi e molti verranno trattati a titolo di esempio più avanti. |
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Fig. 6 Migrazione inversa e speculare - Schematizzazione del fenomeno della Migrazione inversa (RM) e speculare (SM). L'area in giallo indica un ipotetico areale di riproduzione di una specie, l'area in azzurro l'areale di svernamento di questa. La freccia in blu indica la rotta normale seguita per raggiungere i quartieri invernali, la freccia rossa una rotta speculare e quella verde una rotta inversa. |
Fig. 7 Migrazione inversa e speculare - Un esempio su mappa geografica indicante in verde le rotte di Migrazione inversa e in rosso le varie possibili speculari. |
Migrazione "accidentale" o "erronea": a parte la Migrazione inversa e quella speculare, esiste anche un tipo di migrazione che potremo definire "accidentale" o "erronea" (è una mia terminologia che non pretendo certo sia ufficiale). In effetti, in studi sulla navigazione e orientamento di migrazione, si è visto come diversi individui seguono rotte diverse, differenti dalla normale rotta specifica. Questi individui, persistono nellorientarsi verso una direzione differente da quella tipica della loro specie. Tale direzione non è nè speculare nè inversa, ma semplicemente deviata, sbagliata. In studi in condizioni controllate, si nota come un ampio raggio di direzioni diverse rientri nel naturale range di variabilità intraspecifica (Berthold 1984, 1995; Wiltshko 1982; Wiltshko & Wiltshko 1972); alcune di queste direzioni risultano inspiegabili e parecchio differenti dalla gran parte degli individui, lungo un asse spostato, fuori trotta e pertanto aberrante. Alcuni uccelli accidentali arrivano così nel posto sbagliato (ma spesso nel momento giusto) semplicemente seguendo questa rotta erronea. Infatti, alcuni uccelli non si orientano chiaramente nel modo "corretto" e la rotta deviata è proprio la rotta che seguono in maniera innata (senza mai correggere la direzione). Anche tale rotta viene poi tramandata e verrà seguita da altri individui. Over-shooting autunnale: il fenomeno dellover-shooting primaverile è ben conosciuto e studiato, descritto dovunque si parli di migrazione. Cè da dire però che simili errori di valutazione certamente non possono essere esclusivi del periodo primaverile. Se infatti lover-shooting primaverile a lungo-raggio può scaturire da uneccessiva urgenza sessuale (riproduttiva) di alcuni uccelli che li spinge oltre la loro effettiva destinazione, è anche vero che fenomeni ambientali (come quelli descritti per lover-shooting primaverile a corto-raggio) o l'inesperienza di soggetti alla loro prima migrazione sicuramente concorrono anche durante il periodo autunnale ad un errore di rotta e di tappa finale. Tramite lo studio degli accidentali si può osservare, studiare e verificare questo fenomeno ancora poco conosciuto. Alcuni esempi possono essere larrivo in autunno di Zigolo di Lapponia [Fig. 8] e Fanello nordico [Fig. 9] in Italia settentrionale o, più di frequente, in Italia nord-orientale. Infatti, le segnalazioni (numerose se non regolari in particolare per la prima specie) non si possono esclusivamente attribuire a movimenti di dispersione post-giovanile o a movimenti invernali. In effetti, tra gli individui che arrivano da noi, molti sono anche gli adulti e tali arrivi non si manifestano solo in periodo invernale ed in coincidenza di inverni molto rigidi e fronti di gelo dal nord. Appare così evidente che un prolungamento in avanti della rotta di alcune specie, per errore, avviene anche durante la migrazione autunnale, e può comportare deviazioni anche di centinaia di chilometri (come mostrato dalle figure relative). Errori simili, però, ancor più che nel periodo primaverile ed estivo, possono spesso tornare utili alla specie, poiché potrebbero essere il presupposto alla scoperta di nuovi areali di svernamento ottimali per una data specie (se infatti gli adulti o i giovani trovano condizioni ambientali ideali e sopravvivono, riusciranno in gran parte a tornare indietro a nidificare imparando la nuova rotta). Per finire, la recente segnalazione di Fanello nordico in Sicilia (gennaio 2002) può forse essere attribuita ad un individuo arrivato in over-shooting autunnale in questa regione dalla popolazione della Turchia, e poi rimasto a svernare nellarea. E tra laltro indicativo che si trovasse in un sito della costa sud-orientale [Fig. 9]. |
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Fig. 8 Zigolo di Lapponia - Un esempio di over-shooting autunnale. |
Fig. 9 Fanello nordico - Esempio di over-shooting autunnale/invernale. Le linee indicano le possibili rotte. |
Irruzioni ed invasioni: numerose specie effettuano in particolari annate dei veri e propri esodi, delle emigrazioni. Questi movimenti di massa, dovuti principalmente a questioni di ricerca di cibo, di nuovi areali di alimentazione, si manifestano con vere e proprie invasioni, con irruzioni in gran numero in regioni dove in genere la specie risulta rara o persino accidentale. E il caso dello Storno roseo in Italia centro-settentrionale, del Sirratte in Europa nel 1863, 1888, 1908, del Beccofrusone in varie annate, ecc. Di norma queste invasioni si verificano a fronte di un boom nella popolazione nidificante o estivante in unarea (sovrappopolazione e quindi scarsezza di cibo), ma può essere dovuta anche a spostamenti di massa di uccelli in cerca di cibo, che scarseggia per motivi ambientali nei luoghi di origine (inverno precoce, annata negativa per alberi da frutta, siccità, ecc.). Alcune invasioni avvengono in periodo tardo autunnale o anche invernale come nel caso del già citato Beccofrusone, ma la gran parte delle volte si verificano in periodo tardo primaverile o soprattutto estivo. Il caso più tipico è quello degli Storni rosei (che in Italia hanno fatto registrare nelle estati 2001-2002 un record di presenze in Europa centro-occidentale), ma negli ultimi anni (dal 1997 in poi) abbiamo assistito anche a eventi relativi a specie più inattese e dovuti a cause diverse: lesempio più lampante è quello degli influssi della Pavoncella codabianca (Kiss Botond & Szabò 2000). Questi influssi in Europa (che hanno raggiunto solo marginalmente lItalia con un totale di 4 segnalazioni) pare siano dovuti ad un erratismo di molti individui in cerca di zone umide idonee a fronte di unestrema siccità nel loro areale tipico di riproduzione. Questo ha portato molte Pavoncelle codabianca a raggiungere lEuropa in vagabondaggio forzato ed a colonizzare con piccole popolazioni in Romania e altre regioni dellEuropa dellest. A fronte di unespansione di areale e una maggiore vicinanza allEuropa centro-occidentale, le segnalazioni sono andate aumentando mostrando dunque un trend nettamente positivo (Kiss Botond & Szabò 2000). |
Vorrei citare lornitologo americano Richard R. Veit, che in un suo recente articolo sullautorevole rivista scientifica The Auk afferma: "It is difficult to quantify long-distance movement of birds because to the large distance involved. Even nationally coordinated banding (leggi ringing) studies have been hampered by small samples and biased recapture distribution. But a vast and largely untapped body of information is available in the form of records of vagrant birds" (Veit 2000). |
Di seguito voglio riportare qualche esempio di specie da noi accidentali/rare/irregolari (a seconda della terminologia che vogliamo attribuirgli e usare) che arrivano per via della Migrazione inversa o speculare o di quella "erronea".
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Cannaiola di Jerdon catturata a Montepulciano (SI) il 6 settembre 2001 da Marco Gustin e Nicola Toscani. Ricatturata due giorni dopo da Ariele Magnani - foto Nicola Toscani |
Zigolo golarossa: vale in linea di massima quanto detto per le due specie precedenti. Larrivo in Italia e successiva colonizzazione può essere attribuibile ad una Migrazione speculare, più che a quella inversa o magari semplicemente ad una Migrazione "accidentale" o "erronea". |
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Luì di Pallas catturato all'isola di Ventotene il 13 aprile 1996 durante il progetto Piccole Isole dell'INFS, seconda segnalazione italiana, inanellato durante il Progetto Piccole Isole dell'INFS da Fernando Spina (cordinatore del progetto) - foto Stefano Laurenti |
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Piro piro Terek a Viareggio il 14 novembre 1995 - foto Daniele Occhiato |
Balia caucasica: le diverse segnalazioni a Malta (>15) ed a Pantelleria (1 sola segnalazione, ma si tratta di un sito non coperto dai birdwatchers) non rientrano nel fenomeno dellover-shooting. Quindi esiste una vera e propria rotta migratoria seguita certamente da pochi individui, ma tutta da scoprire e studiare. Quante ne passano in realtà? E se si facessero campagne di inanellamento a Pantelleria o lisola fosse visitata regolarmente da numerosi birders, quante se ne conterebbero? Si potrebbero fare studi su questa nuova rotta, con dati molto interessanti in merito. |
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Fig. 16-17 Culbianco isabellino - La Fig. 16 (a sinistra) indica le probabili rotte di migrazione primaverile (blu) e autunnale seguite dalle popolazioni di Culbianchi isabellini che si osservano in Sicilia in primavera. La Fig. 17 (a destra) fornisce un quadro più ravvicinato e dettagliato delle rotte sul nostro paese. Qui la linea rossa continua indica le rotte certe, già conosciute e descritte. La linea tratteggiata indica invece delle possibili rotte seguite da altri individui in rotta verso le nuove aree di riproduzione dell'Europa dell'est. La Fig. 16 indica l'areale di svernamento (grigio chiaro) e nidificazione (nero) come riportato da Cramp 1988. Viene anche illustrata in rosso l'espansione registrata negli ultimi anni negli areali di nidificazione e la conseguente (?) espansione dei quartieri invernali o comunque degli effettivi svernanti in Africa centro-occidentale. A seguito di questo fenomeno è "nata" la nuova rotta italiana. |
Aquila delle steppe: si sa poco dei suoi areali di svernamento africani. Questo punto sarà affrontato nel prossimo numero, nel capitolo "Distribuzione zoogeografica". |
Lasciatemi concludere questa prima parte chiedendomi: "Ma gli accidentali, devono poi davvero necessariamente servire a fini scientifici?" |
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