Quaderni di birdwatching | Anno V - vol. 9 - aprile 2003 |
di Paolo Politi, direttore dell'oasi |
MMAGINATEVI UN AMPIO CORDOLO SABBIOSO LITORANEO fittamente boscato con esemplari secolari di Olmo, Frassino ossifillo, Ginepro coccolone, Leccio: una foresta stretta e lunga che si erge quasi a diga nel separare il mare dalle bassure interne dove per buona parte dellanno le paludi o i "paduli", come sono chiamati nella Maremma toscana, rendono incerto il tracciato delle carrarecce campestri e della Via Emilia che dopo prenderà il nome di Aurelia. |
Il mare antistante lOasi ospita, in inverno, bellissimi uccelli acquatici del nord Europa quali Strolaga mezzana, Sula e Svasso Collorosso. Il bosco igrofilo di Bolgheri, dove domina il Frassino ossifillo, immerge le sue radici in questa palude stagionale dacqua dolce la cui estensione è strettamente condizionata dal livello delle piogge autunnali ed invernali. Nel pieno dellinverno, Bolgheri diventa un luogo speciale, ricco del fascino sottile proprio delle bellezze misteriose, rendendo ogni visita un momento di forte arricchimento interiore in cui si assapora la percezione della natura bella, armoniosamente sviluppata in ogni sua parte. E così troviamo cavalli "a pensione" allo stato semi-brado, legati da invisibili fili sottesi a un fedelissimo stuolo di Aironi guardabuoi, che attraversano prati allagati e boschetti disseminati qua e là senza procurare il benché minimo disturbo agli uccelli ospiti dellOasi. Come i cinghiali ed i caprioli, in spostamento dalle aree di rifugio a quelle di alimentazione, quando si cimentano in impensabili prove di acquaticità in ampi specchi dacqua, dimostrando così la loro attitudine alla vita in palude e svegliando da un vigile torpore un Tarabuso che, allungando minacciosamente il collo per capire quello che succede, tradisce la sua inaspettata presenza. Altra reazione è data dalle anatre al passaggio, a bassa quota, furtivo e silenzioso del Falco di palude che incarna il vero ed unico terrore degli stagni: è grazie a lui che i cieli dellOasi diventano improvvisamente uno spettacolare palcoscenico di vita naturale con centinaia ed a volte migliaia di anatre che spiccano il volo contemporaneamente per allontanarsi dal predatore. Solo le Oche, consce della loro potenza e stazza, sembrano essere indifferenti. Mentre nel bosco rieccheggia il richiamo del Picchio rosso minore ed il canto del Rampichino, i cespugli marginali del padule ospitano, ormai da tre anni, lAverla maggiore, un passeriforme con attitudini predatorie tipiche del rapace. Negli ampi pascoli e nei campi coltivati estensivamente con colture tradizionali di basso impatto ambientale, intervallate da fitte siepi di Prugnolo su cui lOcchiocotto dichiara stentoreamente il possesso, trovano habitat ideale lAllodola, la Cappellaccia e lo Strillozzo, dallinconfondibile canto stridulo. Non mancano perle ornitologiche come quella del Calandro maggiore, osservato due anni fa sui campi appena lavorati. Passa linverno e così, prima le oche, poi le pavoncelle e così via, il Padule di Bolgheri cambia protagonisti: arrivano i migratori primaverili. Prima in assoluto tra i trampolieri la Pittima reale, allinizio di febbraio, sancisce lavvio della migrazione; seguono il Combattente, il Piro-piro boschereccio, il Piro-piro culbianco, il Corriere grosso, la Pantana, il Cavaliere dItalia, lAvocetta, il Totano moro e la Pettegola. Arriva il Balestruccio, che anticipa la Rondine ed il Topino, e poi lAirone rosso, il Tarabusino, il Gruccione, la Ghiandaia marina, qui nidificante da due anni. A metà aprile lUsignolo diventa il padrone indiscusso del bosco e degli stagni presenti al suo interno, legando e tessendo con il suo canto persistente, come in un unico pentagramma, tutti i canti del bosco. Nello stagno interno il Tuffetto e la Folaga alimentano i piccoli, e così il rumoroso Cannareccione, con il suo canto metallico ed aspro, e la Cannaiola. Milioni di rane verdi, con il controcanto della Raganella intermedia, cantano alla primavera ignare dei pazienti e spietati Aironi cenerini e Aironi bianchi maggiori alle prese con un vero e proprio banchetto che durerà, senza sosta, qualche settimana. Anche la Natrice dal collare, il Biacco ed il Cervone approfittano di questa insperata dispensa alimentare. Sulla spiaggia naturale dellOasi, totalmente compresa fino alla battigia nella perimetrazione della "Zona Ramsar", le numerose specie psammofile quali il Giglio di mare, lEringio marittimo, lEuforbia delle sabbie garantiscono lambiente ideale per la riproduzione del Fratino, presente ogni anno con 3-4 coppie. Molto interessante la sosta di Piviere tortolino registrata nellagosto 2001. La primavera lascia il posto allestate; gli stagni lentamente si prosciugano e la vegetazione palustre a scirpo e carice ricopre ormai con un manto verde ininterrotto lo spazio occupato poco tempo prima dallacqua. Le tartarughe palustri, terminate le complesse fasi di accoppiamento, si concentrano laddove permangono piccole pozze dacqua o cercando umidità sotto lo spesso strato di materiale vegetale marcescente. Ed è qui che si scatena un nuovo, incredibile spettacolo della natura: decine di migliaia di libellule in accoppiamento, di varie specie e colori, come se fossero manovrate da un invisibile burattinaio che le alza ed abbassa a tempo, affidano le loro uova al pelo dellacqua, con ritmi precisi, apparentemente cadenzati da un metronomo interno, con la fiducia innata dettata dallistinto di conservazione per la nascita di una nuova generazione. Alla fine della stagione riproduttiva, quando ormai i giovani uccelli nati nellanno iniziano a rendersi indipendenti dai genitori, il padule entra così in una fase di apparente riposo, reso chiassoso soltanto dai petulanti gruccioni a caccia di tafani, in attesa delle piogge autunnali che segneranno un nuovo passaggio di migratori e linizio di una nuova stagione di acque e stagni ricchi di uccelli acquatici. E il padule di Bolgheri inizia così, come da sempre, un nuovo ciclo di vita naturale. |
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