Quaderni di birdwatching Anno V - vol. 9 - aprile 2003

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foto R. Baroni   

        NEL GENNAIO DI QUEST'ANNO la notizia della prima segnalazione italiana di Averla bruna (Lanius cristatus) si è diffusa come un lampo fra i birdwatchers italiani (e non solo italiani!), provocando un pellegrinaggio, probabilmente senza precedenti in Italia, verso la zona dell’avvistamento: la ormai famosa "Tomina", nella Bassa Modenese.

Il grande "twitch" dell'Averla bruna alla Tomina
        Questa eccezionale segnalazione ha avuto il merito di attirare l’attenzione su un’area che è la zona umida più estesa del Modenese, oltre che la più importante per l’abbondanza e la varietà dell’avifauna; qui non è insolito trovare anche qualche rarità, di cui l’Averla bruna è stata certamente l’esempio più clamoroso.

        La zona che molti conoscono come "La Tomina", comprende in realtà l’Oasi Faunistica Valli di Mortizzuolo (di cui "La Tomina" propriamente detta rappresenta il nucleo principale) e l’Oasi Valli Le Partite, o Paleoalveo dei Barchessoni; complessivamente queste due Oasi e tutta la zona circostante vengono anche indicate come Valli di Mirandola, e coprono un’estensione di oltre 500 ettari.

        Le Valli si trovano nella parte nord della provincia di Modena, dove questa confina con le province di Mantova e di Ferrara. Questa pianura alluvionale è stata disegnata nel corso dei millenni dai tre fiumi che la attraversano, cioè il Po, il Secchia ed il Panaro; essi vi hanno depositato residui argillosi con forte tendenza a trattenere acqua, costituendo valli allagate alternate a dossi più elevati e boscati. Fin dai primi insediamenti tuttavia l’Uomo ha iniziato la bonifica ed il disboscamento della regione, processi che sono stati particolarmente intensi fra il 1800 ed il 1900. Queste attività umane da una parte hanno reso abitabile e coltivabile la pianura, dall’altra però hanno pressochè cancellato le zone umide ed il patrimonio naturalistico che queste ospitavano.


Averla bruna alla Tomina
Averla bruna - foto L. Marcazzan

COME ARRIVARE

Per raggiungere le Valli, il riferimento più comodo è MIRANDOLA, che si trova a circa mezz’ora da Modena.
Per giungere a Mirandola: Autostrada A1 fino a Modena Nord; da qui si prende la tangenziale di Modena in direzione Verona-Bologna, poi l’uscita per Verona-Mirandola che immette sulla Statale Abetone-Brennero; questa conduce fino a Mirandola.

Alternativamente si può prendere l’Autostrada del Brennero fino a Pegognaga, oppure a Reggiolo-Rolo; da una di queste uscite, prendere in direzione Moglia, poi Concordia ed infine Mirandola.
Una volta a Mirandola si svolta verso est in direzione Finale Emilia; superata la frazione di MORTIZZUOLO si incontra poi la frazione PONTE S. PELLEGRINO dove, sulla sinistra, vicino ad un distributore, si trova una strada (VIA GUIDALINA), con indicazione per Gavello e per il ristorante "LA TOMINA".


        Solo molto più recentemente si è diffusa una maggiore sensibilità per i problemi dell’ambiente, anche fra i proprietari dei terreni agricoli. Da questo è stato tratto vantaggio da esperti di vari Enti (come la Provincia di Modena) e da appassionati naturalisti appartenenti ad associazioni locali che si sono avvalsi di leggi europee (2078/92) e regionali per l’incentivazione della messa a riposo dei terreni agricoli. Così, verso la metà degli anni ’90 si è proceduto con successo ad interventi di rinaturalizzazione e poi alla creazione delle Oasi, che sono tuttavia ancora circondate da giochi da caccia e aziende faunistico-venatorie.


 I percorsi da seguire

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        Dopo circa due chilometri lungo via Guidalina si incontrano le prime vasche dell’Oasi Valli di Mortizzuolo e sono già possibili osservazioni interessanti. Proprio questa zona, cioè la doppia curva nei pressi dell’incrocio con via Storta, è divenuta famosa fra centinaia di birders per avere ospitato per oltre due mesi l’Averla bruna. Poco oltre, sulla destra, si trova una stradina con l'indicazione per il ristorante La Tomina. Lungo questa strada, sulla sinistra, c'è una vecchia casa di campagna dove hanno stabilito la propria sede gli inanellatori della Stazione Ornitologica Modenese (S.O.M.), le cui reti sono visibili fra i canneti sulla destra. Poco più avanti un primo punto di osservazione dà su un piccolo canneto, ma la torretta principale, costruita solo un paio di anni fa, si trova in fondo alla stradina, proprio di fianco al ristorante. Da qui partono anche brevi percorsi pedonali.


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Dalla torretta della Tomina - foto R. Baroni
        Tornando su via Guidalina si può proseguire fino ad un incrocio, sulla destra, con VIA PITOCCHERIA, che si percorre per qualche chilometro costeggiando un canale. Via Pitoccheria svolta poi a destra su un ponticello che attraversa il canale. A questo punto conviene invece continuare a seguire il canale svoltando a sinistra su VIA LE PARTITE, lungo la quale dopo qualche chilometro si incontra, sulla sinistra, la zona di rimboschimento gestita dall’Azienda "Focherini". Poi si costeggiano, sulla destra, le vasche dell'azienda faunistico-venatoria "La Cristina", mentre proprio di fronte a questa si trova un parcheggio dove si può lasciare l’auto. Da qui partono percorsi ciclabili e pedonali che percorrono l’Oasi Valli Le Partite fino all’abitato di San Martino Spino; non lontano dal parcheggio si trova un’altra torretta di osservazione. Proseguendo invece in auto su via le Partite si costeggiano ancora interessanti vasche, fino allo sbocco su via Imperiale.

        I percorsi pedonali e ciclabili offrono possibilità di piacevoli passeggiate, mentre per gli avvistamenti conviene restare in auto sulle strade principali, procedendo lentamente, e lasciare l’auto solo per salire sulle torrette oppure per osservare ad esempio anatidi o limicoli più lontani nelle vasche. Questo permette incontri anche ravvicinati con animali che hanno una distanza di fuga molto maggiore dagli esseri umani che da una automobile.

        Concluso il giro per le Valli di Mirandola, se c’è ancora un po’ di tempo a disposizione vale certamente la pena di visitare l’Oasi della Fitodepurazione "Le Meleghine". Per raggiungerla, da Via Le Partite si svolta a sinistra su via Imperiale, e poi, dopo poche centinaia di metri, subito a destra su VIA DUCHESSA. Qui si prosegue per qualche chilometro, fino ad un cartello che indica, sulla destra, la deviazione per la FITODEPURAZIONE. Seguendo ancora le indicazioni, si svolta di nuovo a destra su un ponticello e si raggiunge l’edificio in cemento che dà sulla prima vasca della depurazione. Si può salire sul tetto dell’edificio, ed avere quindi una buona visuale della vasca. Da qui si può poi proseguire a piedi lungo il sentiero sulla sinistra che costeggia la vasca, oppure in auto per un tratto, e poi a piedi per raggiungere la nuova torre di osservazione che dà sulla seconda vasca.


 L’avifauna presente

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Fra il 30 ed il 50 % delle coppie di Mignattino piombato nidificanti in Italia si trova nelle Valli di Mirandola - foto R. Baroni e M. Marangoni
        La checklist delle Valli di Mirandola conta circa 216 taxa di uccelli, per alcuni dei quali questa zona assume un ruolo rilevante a livello nazionale.

        Fra questi possiamo citare il MIGNATTINO PIOMBATO (Chlidonias hybridus), che nidifica nelle Valli in numeri consistenti: da alcune decine di coppie a metà degli anni ’90, fino a 116 coppie nel 2000. Questo costituisce probabilmente fra il 30 ed il 50% di tutta la popolazione nidificante in Italia. Durante l’estate è presente di solito, in poche unità, anche il Mignattino (Chlidonias niger), ed è possibile avvistare soprattutto durante la migrazione il MIGNATTINO ALIBIANCHE (Chlidonias leucopterus). Fra le Sterne, nidifica anche la Sterna comune (Sterna hirundo), presenti inoltre Fraticello (Sterna albifrons), ed occasionalmente la STERNA ZAMPENERE (Sterna nilotica).


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Il Tarabuso sverna regolarmente e nidifica con alcune coppie alla Tomina - foto R. Baroni
        Naturalmente gli ardeidi sono fra gli uccelli più frequentemente avvistabili in zona. Fra questi, una menzione speciale per il TARABUSO (Botaurus stellaris): questo animale solitamente elusivo si lascia talora avvistare anche da molto vicino, soprattutto negli inverni più rigidi; vari birders locali hanno avuto incontri a meno di due metri (ovviamente restando in auto!) con un Tarabuso in piena vista sulla strada della Tomina. Oltre a svernare, però, il Tarabuso nidifica anche fra i canneti (4-5 coppie in tutta la bassa modenese), ed in primavera si può sentire il caratteristico "booming". Nidificante anche il TARABUSINO (Ixobrychus minutus); uno degli "highlights" di un caldissimo pomeriggio di birdwatching nel giugno scorso è stato l’avvistamento di un Tarabuso ed un Tarabusino a pochi metri l’uno dall’altro, proprio sotto la torretta della Tomina. D’estate può capitare di incontrare anche l’Airone rosso, e più numerosa la Nitticora, in roost anche di varie decine di esemplari, oltre ai più comuni A. cenerino, A. bianco maggiore e Garzetta. Solo da qualche anno, inoltre, sverna in zona l’AIRONE GUARDABUOI (Bubulcus ibis), in gruppi anche di qualche decina.

        Avvistamenti occasionali in periodi migratori possono riguardare anche Spatola, Cicogna bianca e Cicogna nera, Mignattaio, Fenicottero; inoltre, di solito in marzo ma anche fra dicembre e gennaio, può capitare qualche Gru.

        Solo negli ultimi anni, cioè da quando è stata proibita la caccia in gran parte dell’area, gli anatidi svernanti hanno raggiunto numeri di varie migliaia, in prevalenza Germani (circa 3000 negli ultimi censimenti), ma anche alcune centinaia di Alzavole e numeri minori delle altre specie. Rilevante la presenza di alcuni individui di MORETTA TABACCATA (Aythya nyroca); occasionalmente negli inverni più freddi può comparire anche la PESCIAIOLA (Mergellus albellus).


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Piro piro boschereccio - foto R. Baroni
        Di solito sono oltre un migliaio, ma con punte anche fino a 5000, le Pavoncelle svernanti (di cui alcune coppie sono anche nidificanti), e spesso nei grossi stormi è possibile trovare numerosi (fino a 300-500) PIVIERI DORATI (Pluvialis apricaria). Ma certo è la primavera la stagione in cui le Valli diventano un vero paradiso per i limicoli migranti, di cui poi alcuni si fermano anche a nidificare. Fra le specie più interessanti CAVALIERE D’ITALIA (Himantopus himantopus), inoltre Pittima reale, Piovanelli, Gambecchi e le varie Tringhe. Ma le due specie più comuni sono il COMBATTENTE (Philomachus pugnax) ed il PIRO PIRO BOSCHERECCIO (Tringa glareola). Il primo con una migrazione di tipo circolare, che lo porta ad utilizzare rotte diverse durante gli spostamenti primaverili ed autunnali, è presente con alcune migliaia di individui in primavera, mentre il Piro piro boschereccio è molto più abbondante in autunno.

        Tra i rapaci, da segnalare l’abbondanza dei Circus: impressionante il numero di esemplari di Falco di palude che si possono avvistare contemporaneamente sui canneti; inoltre sono frequenti d’estate le Albanelle minori e d’inverno le A. reali. Svernante irregolare è il NIBBIO REALE (Milvus milvus): almeno un individuo è stato sempre presente negli ultimi tre inverni. Si incontra regolarmente il Pellegrino, inoltre lo Smeriglio d’inverno, il Falco cuculo ed il Lodolaio in estate. Occasionali le segnalazioni di POIANA CODABIANCA (Buteo rufinus). Fra i rapaci notturni, frequente l’avvistamento di Civetta e Gufo comune, ma si possono incontrare anche BARBAGIANNI (Tyto alba) e GUFO DI PALUDE (Asio flammeus).

        Moltissime naturalmente le specie di Passeriformi che frequentano le Valli, ed è impossibile quindi citarle qui tutte. Per restare alle più significative, possiamo ricordare il PETTAZZURRO (Luscinia svecica), specie molto elusiva e che quindi può sembrare scarsa: recentemente tuttavia, alla S.O.M ne sono state inanellate alcune decine ogni anno durante la migrazione autunnale. Interessante anche per gli elevatissimi numeri la presenza della CUTRETTOLA (Motacilla flava), in prevalenza della sottospecie cinereocapilla, ma con alcuni esemplari anche delle sottospecie flava, feldeggi, thundbergi etc… Svernante regolare è anche l’AVERLA MAGGIORE (Lanius excubitur). Altri Passeriformi di canneto vengono più spesso riconosciuti al canto che avvistati; comuni sono Usignolo di fiume, Cannareccione, Cannaiola e Cannaiola verdognola, Forapaglie e Forapaglie castagnolo, ma può capitare anche una SALCIAIOLA (Locustella luscinioides); il 15 agosto 2002 è stato catturato ed inanellato alla S.O.M. uno splendido esemplare di PAGLIAROLO (Acrocephalus paludicola).


Attività della Stazione Ornitologica Modenese "La Tomina"
di Carlo Giannella

La Stazione Ornitologica Modenese (S.O.M.) è un’emanazione del CISNIAR (Centro Italiano Studi Nidi Artificiali) avente lo scopo di coordinare le attività di ricerca effettuate sul campo, comprendenti sia l’attività di monitoraggio dell’avifauna del modenese che lo studio delle migrazioni attraverso l’inanellamento a scopo scientifico. L’attività di ricerca sul campo ha riguardato nel corso degli anni vari aspetti della biologia riproduttiva dei Paridi, del Torcicollo (Jinx torquilla) e del Picchio muratore (Sitta europea) attraverso l’utilizzo delle cassette nido; la stesura dell’Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Modena (Giannella & Rabacchi, 1992) e l’Atlante degli uccelli svernanti in provincia di Modena; lo studio della distribuzione di alcune specie particolarmente localizzate quali il Tarabuso (Botaurus stellaris), o progetti di reintroduzione quali quello della Moretta tabaccata (Aythya nyroca), ed oramai di prossimo avvio il nuovo Atlante degli Uccelli nidificanti nelle province di Modena e Reggio Emilia.
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Pettazzurri - foto C. Giannella
L’inanellamento a scopo scientifico ricopre una parte significativa dell’attività della S.O.M., rivolta principalmente verso gli uccelli acquatici e verso i cosiddetti Passeriformi di canneto. Un ulteriore campo di ricerca è rappresentato dallo studio sulla Rondine (Hirundo rustica) e sulla Cutrettola (Motacilla flava) con catture al dormitorio, e sulla popolazione di Sylviidae nidificanti in ambienti xerici della fascia calanchifera appenninica. L’attività d’inanellamento è portata avanti da quattro inanellatori autorizzati più un nugolo di aspiranti e collaboratori. La S.O.M. ha trovato una sede nella zona della Tomina in una pertinenza del fondo Cappello grazie alla disponibilità del proprietario, Dr. Sandro Cappello. Negli ultimi anni vengono catturati annualmente circa 7.000/8.000 esemplari appartenenti a circa 100 taxa; le catture interessano principalmente Cutrettola (Motacilla flava), Rondine (Hirundo rustica), Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus), Pettazzurro (Luscinia svecica), e la maggior parte degli acrocefali quali Forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), Cannaiola (A. scirpaceus), Cannareccione (A. arundinaceus). Di interesse anche le catture di limicoli sia durante la migrazione prenuziale che quella postnuziale, con Combattente (Philomachus pugnax), Pavoncella (Vanellus vanellus), Beccaccino (Gallinago gallinago), Piviere dorato (Pluvialis apricaria), Piro-piro boschereccio (Tringa glareola) tra le specie più numerose.
Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo di visitare il sito del CISNIAR (www.cisniar.it) o chiedere informazioni direttamente al Museo di Ecologia e Storia Naturale, Piazza Matteotti, 28 — 41054 Marano s/Panaro (MO), tel. e fax 059/744103, e-mail museo.sc.nat@libero.it.


Ringraziamenti

Ringraziamo Sabrina Rebecchi del Centro di Educazione Ambientale "La Raganella" per averci aiutato a reperire le mappe.


Bibliografia

  • Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Modena, Aggiornamento (1992) a cura di Giannella C. e Rabacchi R., Vol 3, Provincia di Modena e Stazione Ornitologica Modenese.
  • Bertarelli C., Gelati A., Giannella C., Marangoni M., Ulteriore osservazione di Poiana codabianca Buteo rufinus nella Bassa Modenese, Picus 19 (1993) 19-20.
  • Brichetti P., Cherubini G., Uccelli acquatici nidificanti: 1996, Avocetta 21 (1997) 219.
  • Le Valli dei dossi e delle acque (2001) Comuni di Mirandola e San Felice s/P.
  • Giannella C. Aspetti naturalistici delle Valli "Le Partite", Quaderni della Bassa Modenese 1 (1997) 69-84.
  • Giannella C., Gemmato R., Evoluzione storica ed attuale consistenza della popolazione di Tarabuso Botaurus stellaris nel Modenese, Picus 27 (2001): 45-49.
  • Giannella C., Gemmato R., Tinarelli R., Interessanti osservazioni sull’avifauna nidificante e migratrice in una zona umida creata ex-novo nella bassa modenese, Picus 23 (1997) 41-44.
  • Serra L., Brichetti P., Uccelli acquatici nidificanti: 2000, Avocetta 26 (2002) 123-129.

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